LA STORIA DI MALIKA: NOI NON ARCHIVIAMO!!
vi chiediamo di diffondere la notizia il più possibile...
LA STORIA DI MALIKA: NOI NON ARCHIVIAMO!!
- sabato 12 novembre presidio 10.30 Piazza San Firenze
- a seguire conferenza stampa alle ore 11.30.
NON E' SUCCESSO NIENTE...
Nella giornata di mercoledì 12 ottobre abbiamo appreso dai legali di Malika Yacout che il medico legale e l'ufficiale Giudiziario imputati di "violenza privata" e "lesioni personali in concorso di reato" NON SONO STATI RINVIATI A GIUDIZIO, questa è la decisione del Giudice dell'Udienza Preliminare, quindi il caso è chiuso, e il procedimento archiviato...
Non è successo niente...
Il giorno dello sfratto il 3 dicembre del 2004, Malika (cittadina italiana e marocchina) era in avanzato stato di gravidanza (al sesto mese), viene bloccata, strattonata e gettata per terra da cinque uomini, e mentre la tengono ferma, le vengono praticate due iniezioni pesantissime per sedarla, si saprà, diversi giorni dopo, che i farmaci in questione sono due neurolettici, Largactil e Farganese. Questi farmaci possono avere, come sottolineato anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità effetti dannosi sul feto in qualsiasi periodo della gravidanza.
La donna viene accompagnata al reparto di Psichiatria di S.M.NUOVA con un TSO, mai convalidato da nessuno...eppure il Trattamento Sanitario Obbligatorio le è stato APPLICATO...
Oltre al danno la beffa! Infatti questa settimana Malika ha avuto, dopo 6 anni, la dichiarazione di Ballerini (psichiatra, all'epoca primario di S:M:Nuova, ma che non era presente al momento del TSO) che Malika non è e non era affetta da nessuna patologia psichiatrica. Dichiarazione fondamentale che nessun giudice e nessun avvocato ha mai preso in considerazione.
Insomma, una serie di abusi che vanno dal sequestro di Persona alle minacce, dalla violenza privata all'abuso d'ufficio, alle lesioni (quelle provocate alla figlia che oggi ha 6 anni) ma secondo il Giudice non è successo niente.
Insieme a Malika e al suo avvocato è stato deciso di fare ricorso in appello per riaprire il caso e, qualora si chiudessero tutti i gradi di giudizio, faremo anche ricorso alla corte di giustizia europea.
Intanto in questi giorni è stato informato il consolato del Marocco, che avrebbe il dovere di prendere posizione.
le donne del Movimento di Lotta per la Casa e il collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud continueranno la comune battaglia per richiedere VERITA' E GIUSTIZIA sul quel BARBARO episodio.
Le donne del movimento di lotta per la Casa di Firenze
Il collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud di Pisa