A Pisa è nato il collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud contro gli usi ed abusi della psichiatria.
Nessuno di noi è psichiatra, psicologo o uno "specialista " della mente ma siamo tutte persone
interessate a contrastare gli effetti nefasti che questa scienza del controllo produce sull'intero corpo sociale.
Ci sembra necessario mettere in discussione le pratiche di esclusione e segregazione indirizzate
a tutti quelli che non accettano il sistema di valori imposto dalla società.
E' arrivato il momento di rompere il silenzio che permette il brutale perpetuarsi di tutte le
pratiche psichiatriche e di smascherare l'interesse economico che si cela dietro
l'invenzione di nuove malattie per promuovere la vendita di nuovi farmaci.
Ci proponiamo di fornire:
- un aiuto legale
- informazione sui farmaci e sui loro effetti
collaterali
- denunciare le violenze e gli abusi della psichiatria

Chiunque è interessato può intervenire alle nostre assemblee che si svolgano
tutti i martedì alle 21:30 c/o lo Spazio Antagonista Newroz in via Garibaldi 72 a PISA
per info : antipsichiatriapisa@inventati.org
3357002669

attivo il nuovo sito del collettivo
www.artaudpisa.noblogs.org

martedì 27 dicembre 2022

Il PROSSIMO SPORTELLO D’ASCOLTO CI SARA’ MARTEDI’ 10 GENNAIO

Vi informiamo che lo SPORTELLO D’ASCOLTO ANTIPSICHIATRICO previsto per martedì 3 gennaio 2023 non sarà effettuato. Lo SPORTELLO si terrà regolarmente martedì 10 gennaio 2023 allo stesso orario, dalle ore 15:30 alle 18:30, presso la nostra sede in via San Lorenzo 38 a Pisa. Per eventuali urgenze e per fissare eventuali incontri telefonateci al 335 7002669 oppure contattateci via mail a antipsichiatriapisa@inventati.org

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
via San Lorenzo 38, 56100 Pisa
antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org 3357002669

venerdì 23 dicembre 2022

PISA 14 GENNAIO 2023: PARLIAMO DI CARCERE E LIBERTA' con Beppe Battaglia

 

PISA 14 GENNAIO 2023: PARLIAMO DI CARCERE E LIBERTA' con Beppe Battaglia 

PISA SABATO 14 GENNAIO 2023 c/o Spazio Antagonista NEWROZ in via Garibaldi 72

alle ore 17:30 il Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud organizza il dibattito:

PARLIAMO DI CARCERE E LIBERTA’ insieme a Beppe Battaglia

autore dei libri:

LE TRE LIBERTA’ e LA LIBERTA’ HA LE ALI

entrambi editi da Sensibili alle Foglie

a seguire APERICENA

per info:

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
via San Lorenzo 38, 56100 Pisa
antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org 3357002669


LE TRE LIBERTA’

La nozione liberatoria è una concezione, un modo di guardare la galera. Guardarla individuando i punti deboli dell’organizzazione carceraria e i punti forti dell’ingegno collettivo dei reclusi. Guardarla in funzione dell’evasione. La libertà che si conquista mettendo insieme un saper fare collettivo. Tante mani che lavorano insieme”. Partendo da qui si sviluppa il racconto di un’evasione dal carcere di Favignana, nel lontano 1975. Un’evasione il cui piano viene sventato, ma vissuta come l’esperienza più bella e liberatrice della sua vita nella percezione di uno dei suoi protagonisti…


LA LIBERTA’ HA LE ALI

il libro racconta la storia del primo aereo costruito in carcere dall’ingegno di un gruppo di reclusi e un maestro artigiano. Il Social Flight One (primo volo sociale) è stato realizzato nell’ambito del progetto ‘Le ali della libertà’...






 

domenica 20 novembre 2022

FIRENZE: Domenica 4 dicembre presentazione di "IL ROVESCIO DELLA GUERRA"

DOMENICA 4 DICEMBRE c/o CSA NexT EMERSON

in via di Bellagio a FIRENZE alle ore 17.30

il collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud presenta:

IL ROVESCIO DELLA GUERRA. Psichiatria Militare e “terapia elettrica” durante la Prima guerra mondiale di Marco Rossi edizioni Malamente.

Sarà presente l'autore

 

giovedì 10 novembre 2022

FIRENZE 4/12 presentazione di: “IL ROVESCIO DELLA GUERRA” di Marco Rossi c/o CSA NexT Emerson

 

DOMENICA 4 DICEMBRE c/o CSA NexT EMERSON

in via di Bellagio a FIRENZE alle ore 16

il collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud presenta:

IL ROVESCIO DELLA GUERRA. Psichiatria Militare e “terapia elettrica” durante la Prima guerra mondiale di Marco Rossi edizioni Malamente.

Sarà presente l'autore

La Prima guerra mondiale, con le sue dimensioni estreme, vide l’irruzione massiva di feriti “dentro”, invalidi con corpi apparentemente integri: per la psichiatria fu uno sterminato campo di studio e sperimentazione. Nella convinzione che per curare la mente bisognasse intervenire con forza sul corpo, le pratiche messe in atto contemplavano un vero catalogo di supplizi, compresa la cosiddetta terapia elettrica, intesa sia come strumento di cura per le nevrosi di guerra che come mezzo per smascherare i simulatori. D’altra parte, ogni soldato sofferente era visto e trattato come un presunto simulatore, quindi come un traditore della patria; specularmente, ogni insubordinato era guardato alla stregua di un malato di mente. L’orizzonte della cura si andò così perdendo, oscurato dall’ideologia nazionalista e dal militarismo. Il rovescio della guerra restituisce alla memoria a lungo negata gli orrori subiti dai soldati al fronte e nei manicomi: carne da macello sacrificata per gli affari del capitale. Allora come oggi, per molti di questi sopravvissuti più sensibili o fragili – vincitori o vinti – non resta che una vita da “scemi di guerra”.


martedì 1 novembre 2022

MEMORIE DAL TSO di Sarah Postit Destefanis

 Riceviamo e pubblichiamo  MEMORIE DAL TSO Dalla ferita al cerotto o dal cerotto alla ferita?

di Sarah Postit Destefanis

 

MEMORIE DAL TSO

Dalla ferita al cerotto o dal cerotto alla ferita?

ESTRATTO N.1

La vita.

Sono nata il 26 Ottobre del 1994, in un ospedale alle porte di Torino, Chieri, una città che da piccola mi pareva sempre simile alle fortezze medievali anche se non è che ne sapessimo molto della sua storia all’interno della nostra famiglia… eravamo solo io e mia mamma.

Vivevamo in una casetta al limite del bosco, proprio come si leggeva nelle storie di Cappuccetto Rosso, delle sue angherie con i lupo cattivo, ma sempre sotto la protezione della nonna…mi sentivo un po’ così, contando però che il mio cappuccio è sempre stato tendente al nero. Si perché devi sapere che la mia storia in realtà arriva da molto più lontano, io arrivo anche dall’Africa… lo stato, anche se a me piacerebbe avere la possibilità di non chiamarlo tale, è il Sudan, una terra gremita da problemi sociali da che si ha memoria...lotte, conflitti per i diritti civili, morte, profughi…e mio padre era uno di questi.

Lui però era stato fortunato perché la sua famiglia essendo ricca gli aveva potuto permettere di scappare in uno dei paesi più sicuri ( o securitari?) del mondo degli anni ‘80: la Cina. Ed è lì che si sono incontrati e separati…ed è da lì che inizia la storia vera…

Mia madre è una donna che fino ai miei dieci anni amavo alla follia.

Bella, o almeno per me lo era...sarà che era la mia e quindi era per forza bella, bionda, occhi azzurri intensi, una bella voce che ti svegliava al mattino con dolcezza e calma perché era in grado di vedere le angherie del mondo ma abile nel trasformarle in bellezza quotidiana….dai piccoli gesti, alle carezze, al bacio prima di lasciarti a scuola perché ‘’no li, io non ci voglio stare perché voglio stare a casa con te’’ ...’’io devo lavorare Sarah, non posso stare con te, quindi vai adesso e alle quattro e mezza viene il nonno...’’. Tutti i giorni era così e io tutti i giorni pensavo a quanto fosse ingiusto che noi tuttu subissimo questo. Ma non ‘era altro da fare che rassegnarsi alla condizione e cercare delle vie alternative almeno per renderlo bello.

Un giorno tornai a casa, era già il tempo delle ultime volte alle elementari, quando sta per iniziare il tempo delle medie, e notai il lei una sorta di cambiamento...come se una maledizione fosse scesa sulla nostra casa e avesse distrutto tutto quello che avevamo creato: fiori, piante, bellezza, musica, amore. La casa era distrutta, i miei ricordi non sono più nitidi da quella volta, e lei era come se si si fosse trasformata…

Lei fumava, beveva, fumava, beveva e lavorava e avanti così per anni, anni e anni con tanto di violenza data e ricevuta..ed è quel giorno che ho scoperto cosa volesse dire davvero dipendere da un qualcosa, di come le cosiddette sostanze possono cambiarti la vita, di come se non lotti tutto può andare perso. Le fumava, beveva, straparlava e poi se provavo a dire anche solo mezza cosa, ‘’occhio, giù botte’’...perchè la causa vera del suo malessere, o meglio, così lei diceva, ero io...io che la allontanavo da quella vita sociale che lei tanto amava, dagli affetti perché era obbligata a lavorare fuori dall’Italia e da quella tranquillità che forse a fatica lei si era costruita… ho indagato fino ad un certo punto sul perché di questo, ma poi, ho capito di non essere la persona giusta per comprenderlo…

Più si andava avanti con la sua ,e la mia di conseguenza, di età, più la sua consapevolezza diminuiva e la mia aumentava in quel range o mondo proibito delle sostanze, non solo come espedienti ma anche come pratica quotidiana del qualunque essere umano sulla terra… il mio interesse per quel mondo nasce quindi non solo da questo, ma anche e soprattutto dal ragionare sui tabù che la nostra epoca ha creato non solo a riguardo di questo, ma anche e soprattutto a riguardo di quelle che sono le pratiche per ovviare a certe problematiche mentali o non.

ESTRATTO N.2

La fuga.

Ad un certo punto a qualcuno di voi verrà in mente la domanda: perché non se n’è andata?

...l’ho fatto.

‘’quando avrai 18 anni potrai decidere per te stessa’’ era la frase altisonante...presa alla lettera. Andare via, cambiare casa, la solitudine, ciò che portava benefici da quel mondo, me stessa e basta. Ma questo non riusciva a tenermi lontana da quel pensiero di tornare a casa e trovarmela lì, anche se appunto, ero sola. Non è bastato e sarebbe stato così ancora per un po’... Perchè la questione è andata fuori da quei cosiddetti confini ‘’self-space’’ , è arrivata perfino in Cina perchè l’altra se ne stava laggiù a lavorare sempre, tra un viaggio e l’altro...facendomi catapultare in un dirupo di dubbi, sia nei confronti altrui,e quindi anche, nei miei stessi.

E come gestisci questo problema da una parte all’altra del mondo quando già l’hai fatto di persona, non è servito a nulla e non si è arrivati ad una conclusione?

Come reagisci al ricatto di quell’essere umano che mina ormai da sempre alla tua salute psico-fisica?

Come fai quando ti rendi conto che è tua madre a causare tutto? SCAPPI. Con il panico.

Ed è quello che è successo a me nel 2016 a seguito di uno dei numerosi episodi violenti all’interno della cosiddetta ‘’famiglia’’...chi mi conosce sa cosa intendo…

Sono seguiti altri due TSO, uno nel 2018 dopo mesi di soprusi sul lavoro con episodi chiarissimi di mobbing e non solo; e poi l’ultimo nel 2019...pochi e chiarissimi mesi fa a seguito di un’episodio chiave che per i curiosi sarò lieta di raccontare credendo che questo non sia il luogo per andare a fondo delle mie questioni personali perché tanto ho capito che ai piani alti non interessa…

Ai piani bassi però?

La questione ragazzi è molto semplice a parer mio: chiunque viva una situazione di ri-strettezza fisica, psicologia, logica e quindi pratica nella quotidianità cercherà sempre una via di fuga. Goffman, Focault e altr* consideravano le istituzioni totali, ovvero tutte le strutture ‘’sopra’’ il cittadino, come lo stato, il sistema carcerario o quello psichiatrico per esempio de-leggitimanti sia nei sistemi sia nelle pratiche, e questo è considerevole se si fa riferimento a casistiche come la mia, o come quella di molt* altr* che hanno subito in silenzio alcune decisioni prese a priori senza appunto, andare a fondo nella storia personale di ognuno di noi.

Perchè l’individuo nel mondo contemporaneo ha necessità di evasione?

Perchè il nichilismo abbattuto su di noi sta provocando questo?

Chi o cosa è causa e quindi provoca conseguenze?

Perchè succede proprio a lui/lei/loro?

Come possiamo ovviare a questi problemi senza crearne altri più gravi?

Ecco...queste sono le domande che in tre anni di abusi ho potuto constatare in me stessa, nei numerosi ‘’trip’’ che questo sistema mi ha gentilmente concesso, in un modo o nell’altro e considerate che la mia definizione di base senza variazione di linguaggio è immigrata di seconda generazione, malata mentale, perché bipolare.

O meglio… così loro credono…

perchè alla fine Goffman e la truppa (vorrei sottolineare che la politica è importante qui, ma non è una e una sola soltanto in questa lotta) hanno proprio ragione...e lo dicevano negli anni ‘70 all’avvenire di tutte quelle pratiche mediate e mediatiche che è stata l’inizio del neo-liberismo e degli ipotetici problemi con uno sguardo sul futuro sì ipotetico ma possibilmente reale.

E’ palese quanto sia importante per comprendere unire storie, cause e quindi conseguenze per rendere il fenomeno sensato. Questa ricerca si pone come obiettivo il voler mettere luce su questi aspetti.

ESTRATTO N.3

La critica.

Da piccola mi dicevano sempre che avrei potuto fare l’avvocato, a me è sempre piaciuto pensare di fare quello che avrei voluto fare quando sarebbe stato il momento di decidere.

Quindi, ipoteticamente, anche mai.

C’era la pubblicità (credo che il canale del digitale anche se non ho la televisione da almeno cinque anni sia tipo il 27) dove la signora e il signorotto locale d’alta borghesia provavano i materassi...ecco...quella era la cosa che mi ispirava.

Non fare nulla forse, o forse, decidere per me stessa senza vincoli su chi essere. Tolto che le aveva i tacchi e io non li porto mai, lui era pelato e abbastanza falso e boh, erano proprio persone che non consideravo degne di ascolto, televisivo tanto meno… sarà che le percepivo ‘’lontane’’ da me in tutti gli aspetti, ma anche perché forse mi rendevo conto di quanto il mondo circostante non fosse quello. Era la televisione, era uno schermo, ma in quello schermo io ci vedevo la metafora del mondo intero. Un mondo vuoto, dove per vendere una pentola ti agghindi a festa manco fosse capodanno per creare soldi nelle tasche delle persone che poi però, non rimangono mica alle persone!

E bene...il comunismo è sempre stato di casa, ma davvero mi volete dire che questa cosa è sensata?

Davvero siamo così scemi, falsi, ipocriti e a volte...ingenui?

Il Je Accuse di questo estratto è la semplice prova del fatto che sicuramente anche a te che stai leggendo sarà capitato ogni tanto (spero) di farti queste domande...spero perché capito, da lì a dare del pazzo a qualcun* è un attimo!! E quell’attimo può essere fatale per alcun* e indifferenza totale per altr*.

Al momento non c’è ben chiarezza nonostante la legge Basaglia e le numerose lotte di quali siano effettivamente le pratiche migliori per portare avanti questa questione...perchè attenzione, non dimentichiamoci che il focus di questo discorso è il REPARTINO, da cui però si possono imparare molte cose…

da lì a dare del malato mentale ad una persona per dei comportamenti ‘’stravanganti’’, ‘’fuori dalla NORMA’’, ‘’speciali’’, ‘’esuberanti’’ nei limiti che essi non siano nocivi per se stessi o per gli altri, non è un’argomentazione per fare di tutta l’erba un fascio e trascinare tutt* coloro i quali sono ‘’anormali’’ (che poi, di quale normalità si parla?) in un carcere normalizzato.

Questo non basta per abusare di questo potere per controllare chiunque abbia da dire o da fare qualcosa di diverso.

Questa è violenza e non si stanno trovando delle alternative nonostante ne abbiamo tutte le capacità...ma le volontà?

Appena ne avrò l’occasione mi piacerebbe raccogliere delle storie viste nei tre reparti di Roma, Rivoli e Torino per farne testimonianza di quanto in realtà questi problemi siano piuttosto comuni, anche magari per te che stai leggendo…

Voglio farlo perché credo sia di fondamentale importanza creare coesione nella critica costruttiva e de-costruente di un sistema impostato sul decoro, il benessere effimero e la spesa.

Che sia in termini di denaro che di vite umane.

O di CAPITALE SOCIALE così come ci chiamano da lassù oh popolo!

Ma sempre di capitale si parla...echecccavoli non se ne può più…ma possibile che abbiamo solo il profitto, la crescita, la curva che tende ad un infinito in un grafico dove la x e la y sono si assi, ma anche variabili insieme alla z?

E noi, ovviamente, non le consideriamo e manco per sogno consideriamo questo aspetto?

Credo sia di fondamentale importanza far luce su questo aspetto in merito alla constatazione del fatto che in TUTTE le tre realtà ci sia la mancata e constatata collaborazione di un’equipe non solo di medici psichiatri, ma anche di professionisti nella cura della persona come educatori, psicologi e psicoterapeuti.

ESTRATTO N.4

La pazzia.

eHHHHH (coro altisonante) e tu vorresti mettere in dubbio la medicina occidentale e tutti i lavori che sono stati fatti per arrivare a PROGRESSI del genere?’’

Io non metto in dubbio, io boicotto con tutta me stessa le pratiche violente come il TSO, come gli abusi in divisa, come il ‘’eh ma dovevamo contenerlo/a!’’ utilizzate per curare o meglio ridimensionare le persone.

Io sono contraria all’uso degli psicofarmaci senza la considerazione del trascorso personale ed individuale di ognun* di noi e sono fermamente convinta che alcune di queste pratiche vadano in qualche modo ricalcolate e rimesse in discussione.

La volontà dei piani alti ovviamente è sempre quella di ‘’preservare’’ il futuro partendo dal presente senza però considerare il passato… ‘’tieniti alle spalle quello che ti è successo…’’ ‘’ noi la tua storia non la sappiamo ‘’ (e forse neanche ci interessa?) ‘’ormai sei grande, buttati il passato alle spalle’’...

Crescere nel dolore o nella sofferenza, lor signori, crescere negli abusi e nei soprusi non significa non avere gli strumenti per andare avanti ma piuttosto avere difficoltà nel farlo e questo non può e non deve essere sanzionato o sanzionabile… le persone che ogni giorno vivono questo tipo di problematiche vanno sì aiutate, ma non con la moneta della violenza ma semmai con quella della gentilezza, mancanza riscontrata in tutti gli ambienti frequentati in questi tre anni che coinvolgono atteggiamenti sbagliati non solo di medici, ma anche degli stessi infermieri che dovrebbero essere i primi volontari nella cura dell’altro.

La violenza psicologica è a volte accompagnata da quella fisica in un contesto dove il tutto viene ribaltato secondo la logica del ‘’sano-malato’’ in cui questi termini vengono posizionati sul palco come attori principali con una dialettica narrativa nella quale non si è più sicuri di nulla se non della perdita di personificazione della persona stessa con conseguente perdita di identità progressiva...ricordo ancora i sei mesi di degenza dopo il primo incidente durante i quali per lo shock iniziale ho impiegato tutto quel tempo per ricominciare a sorridere, parlare, muovermi leggere, scrivere e fare di conto in una maniera normale…

ESTRATTO N.5

L’idea.

Questo paper si pone come obiettivo primario il voler analizzare la casistica per poi proporre una soluzione e nell’arco di questi tre anni in cui ho ricercato a lungo una risposta ai miei quesiti, posso ritenermi soddisfatta non solo di aver trovato delle idee, ma di non pensare mai che queste idee fossero bizzarre.

Se si desse la possibilità a psicologi, educatori, riabilitatori psichiatrici di permeare all’interno di queste strutture in modo tale da poter coadiuvare attività di ascolto umano ad attività ludiche come la pittura, la scrittura, la lettura, la musica, l’arte e il giardinaggio ci sarebbero degli ottimi risultati. Questo non solo perchè è bello e divertente, ma perchè tutti gli elementi elencati in precedenza sono degli ottimi catalizzatori di endorfine e serotonina che nella maggior parte dei casi sono molecole mancanti a livello biologico in tutti quei pazienti bombardati dai farmaci.

Ricordo tutti i giorni le facce sconvolte dentro il repartino, ricordo ogni giorno le lacrime delle donne che si vedevano brutte, la cattiveria degli uomini che non avevano neanche la possibilità di farsi una scappatella in pace e la vergogna sul volto dei giovani come me che sanno di non aver fatto nulla di sbagliato ma allo stesso tempo sanno di essere vittime dello stesso sistema. 

Come fare per tirarsi su?

Come fare per reagire?

Io credo che il senso di comunità sia stato fondamentale in questo percorso che mi ha portata a conoscere meglio me stessa e gli altri attorno a me anche se non mi riferisco ‘’alla comunità normale’’ che starete pensando...perchè io in comunità non ci sono andata e non ci andrò dal momento che baso la mia esistenza su questo...ma ecco che invece penso a Marco (nome di fantasia) e Alessia (altrettanto nome di fantasia) che alla mia età hanno già tentato il suicidio un paio di volte e penso che tutto questo sia estremamente ingiusto. Ingiusto perchè si pensa che così facendo, ovvero portando queste persone in luoghi pseudo mistici dopo che hanno subito chissà quali ingiustizie altre, la via di salvezza sia vicina...ma come si fa a pensare a questo percorso quando ci sono già dei buchi nel mezzo della strada?

Come facciamo a passare dalla ferita al cerotto senza assicurarci che essa prima venga lavata, pulita, disinfettata e poi coperta?

Sarah Postit Destefanis

 

 

domenica 30 ottobre 2022

Il PROSSIMO SPORTELLO D’ASCOLTO CI SARA’ MARTEDI’ 8 NOVEMBRE

 Vi informiamo che lo SPORTELLO D’ASCOLTO ANTIPSICHIATRICO previsto per martedì 1 novembre non sarà effettuato. Lo SPORTELLO si terrà regolarmente martedì 8 novembre allo stesso orario , dalle ore 15:30 alle 18:30 presso la nostra sede in via San Lorenzo 38 a Pisa.

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
via San Lorenzo 38, 56100 Pisa
antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org 3357002669

giovedì 27 ottobre 2022

link su Radio BlackOut per ASCOLTARE la DIRETTA durante il presidio del 13 ottobre a Roma

 sotto il link su RADIO BLACKOUT per ascoltare la DIRETTA fatta durante il presidio che si è svolto il 13 ottobre scorso in piazza del Risorgimento a Roma indetto dall'Assemblea Antipsichiatrica per contestare il convegno

dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sulla salute mentale.

https://radioblackout.org/podcast/malapsichiatria/

IL CAPITALISMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE
NON VOGLIONO CHE STIAMO BENE, VOGLIONO CHE STIAMO BUONE.
IN DIRETTA CON LA PIAZZA DEL RISORGIMENTO A ROMA giovedì 13 ottobre

Una mattinata insieme per parlare di ‘salute’ e Salute, per approfondire i metodi di controllo e le terapie sempre meno efficaci che vengono propinate dal sistema

https://radioblackout.org/podcast/malapsichiatria/

lunedì 24 ottobre 2022

2 RESOCONTI RADIO SUL PRESIDIO del 13 Ottobre a Roma per CONTESTARE il CONVEGNO dell'OMS

 

Sotto il link per ascoltare la puntata di Mezz’ora d’aria, trasmissione anticarceraria sulle frequenze di Radio Città Fujiko, andata in onda sabato 22 ottobre. Voci dal presidio del 13 ottobre chiamato dall’Assemblea Antipsichiatrica a Roma per contestare il convegno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sulla salute mentale.

https://brughiere.noblogs.org/post/2022/10/22/il-capitalismo-nuoce-gravemente-alla-salute-voci-dal-presidio-del-13-ottobre-a-roma/


Questo il link per ascoltare il resoconto sul presidio contro l’OMS in collegamento telefonico con una compagna da Roma andato in onda su Zardins Magnetics, trasmissione radiofonica in onda ogni giovedì sera alle ore 20.00 su Radio Onde Furlane.

https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org/

martedì 11 ottobre 2022

sab 22 Ottobre a PONTE a ELSA (EMPOLI) presentazione di "HANNO LEGATO LA ZIA LIA" c/o CSOA INTIFADA


 SABATO 22 OTTOBRE alle ore 18

c/o il CENTRO SOCIALE INTIFADA
in via xxv aprile a PONTE A ELSA (EMPOLI)
il Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud presenta:

HANNO LEGATO LA ZIA LIA” di Sonia Ambroset Edizioni Sensibili Alle Foglie
sarà presente l’autrice

L’esperienza della contenzione fisica
Il dialogo con la zia Lia, legata al letto in un reparto di medicina in ospedale, costringe l’autrice a entrare in contatto con quanto vissuto nel corso della propria vita professionale e tenuto per molti anni sotto silenzio. L’esperienza della contenzione fisica viene infatti narrata attraverso gli incontri con esseri umani reali, pazienti, operatori, familiari e attraverso l’incursione nei saperi e nelle pratiche che sono state prodotte nel corso del tempo. La storia della zia Lia, al pari degli spunti autobiografici dell’autrice, si sviluppa tra le pagine a testimonianza dell’unicità, e al contempo dell’ordinarietà, delle vite di ciascuno di noi. Vite che chiedono di essere vissute e lasciate andare con la dignità che meritano.

A SEGUIRE DJ SET CON
ROZZAdjNia
WANAGANA GORILLA PROJECT

mercoledì 5 ottobre 2022

LINK INTERVISTA a Radio BLACKOUT in vista del 13 Ottobre

Sotto il link per ascoltare l'intervista che abbiamo fatto, come collettivo Artaud, su radio BlackOut per rilanciare la mobilitazione del 13 ottobre in P.zza Risorgimento alle ore 11 a Roma all'incontro internazionale sulla salute mentale organizzato dall'OMS

https://radioblackout.org/podcast/oms-coercizione-telehealth-contatori-e-smartcity/

IL CAPITALISMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE
Giovedì 13 ottobre 2022 si terrà una mobilitazione in occasione del Global Mental Health Summit, incontro internazionale sulla salute mentale organizzato dall’OMS.  Cerchiamo di analizzare il ruolo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nella gestione di questa fase di collasso ambientale e sociale, di pandemie tanto virali quanto inerenti la sofferenza psichica della popolazione mondiale, di coercizione e soluzionismo tecno-medicale.

domenica 2 ottobre 2022

ROMA: 13 OTTOBRE PRESIDIO DURANTE INCONTRO dell’OMS in P.zza RISORGIMENTO ore 11

NON VOGLIONO CHE STIAMO BENE VOGLIONO CHE STIAMO BUONI!

MOBILITAZIONE durante l’incontro dell’OMS sulla Salute Mentale

PRESIDIO GIOVEDì 13 OTTOBRE ORE 11 P.zza Risorgimento – ROMA

IL CAPITALISMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE!


 

venerdì 16 settembre 2022

GIOVEDì 13 OTTOBRE PRESIDIO DURANTE INCONTRO dell’OMS a ROMA in P.zza RISORGIMENTO ore 11


NON VOGLIONO CHE STIAMO BENE VOGLIONO CHE STIAMO BUONI!

MOBILITAZIONE durante l'incontro dell'OMS sulla Salute Mentale

PRESIDIO GIOVEDì 13 OTTOBRE ORE 11 P.zza Risorgimento - ROMA

IL CAPITALISMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE!

















IL CAPITALISMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE


Una buona salute mentale consente alle persone di lavorare in modo produttivo e di realizzare appieno il proprio potenziale. Al contrario, una cattiva salute mentale interferisce con la capacità di lavorare, studiare e apprendere nuove competenze. Essa ostacola i risultati scolastici dei bambini e può avere un impatto sulle prospettive occupazionali future.

I ricercatori stimano che solo a causa della depressione e dell'ansia si perdono ogni anno 12 miliardi di giorni lavorativi produttivi, per un costo di quasi 1.000 miliardi di dollari. Questo dato comprende i giorni persi per assenteismo, presenzialismo (quando si va al lavoro ma non si lavora) e turnover del personale.” (World mental Health report. Tranforming mental health for all; Cap. 4.3.2 Economic Benefits; OMS 2022).


Il 13 e 14 ottobre 2022 si terrà a Roma l’incontro internazionale promosso dall’OMS (Organizzazone Mondiale della Sanità) in cui si presenterà il World Mental Health Report.

È in questa occasione che nasce la chiamata a scendere in piazza a Roma Giovedì 13 Ottobre.



    OCCUPARSI DELLE CAUSE NON GENERA PROFITTO

    La gestione sanitaria dell’emergenza pandemica ha evidenziato una totale assenza di interventi diretti ad approfondire le cause che l’hanno determinata, occupandosi esclusivamente dei sintomi. Focalizzare l’attenzione sulla ricerca delle cause avrebbe significato inevitabilmente attuare una radicale trasformazione delle politiche sociali, economiche, ambientali, sanitarie, relazionali. Troppo costoso e quindi, poco produttivo. La psichiatria funziona con le stesse modalità: al presentarsi di una crisi non vengono prese in considerazione le cause che l’hanno determinata, la persona viene espropriata della possibilità di esprimere i propri significati e di autodeterminarsi attraverso un potere del tutto arbitrario il cui interesse non é affatto quello dichiarato della cura, ma piuttosto la progressiva medicalizzazione e cronicizzazione della crisi.
    Lo Stato in questi due anni si è comportato allo stesso modo: in nome di una presunta irresponsabilità collettiva ha imposto le sue direttive dall’alto imponendosi come organo iper-razionale, una mente che ‘decide’ e sovradetermina il ‘corpo’ sociale, che in quanto ‘corpo’ è ad esso subordinato secondo un dualismo riduzionista para-psichiatrico appunto. Lo Stato e i suoi tecnici hanno valutato lo ‘stato di necessità’ secondo le leggi dell'economia, e gestito l’emergenza/crisi con la contenzione – l’esproprio della salute – esattamente come avviene in psichiatria. Allo stesso modo si è imposto un trattamento farmacologico col ricatto, impedendo alle persone di esprimere il proprio consenso, assicurando l’immediato introito per Big Pharma e lasciando solo chi ha subito le conseguenze sulla propria salute degli effetti collaterali del vaccino.

    PER LA LIBERTÀ DI SCELTA CONTRO L’OBBLIGO DI CURA


L’attuale prassi nelle istituzioni psichiatriche prevede l’assunzione obbligatoria di psicofarmaci che a lungo termine risultano il più delle volte essere dannosi e invalidanti. La progressiva cronicizzazione della sofferenza è funzionale da un lato alla presa in carico a vita dall’altro al profitto delle multinazionali del farmaco.
La parola della persona non viene presa in considerazione o addirittura giudicata come sintomo della malattia, mentre vivere in una società fondata sulla prestazione e l’individualismo, la solitudine e l’assenza di una dimensione comunitaria sembra cosa del tutto normale. Si interviene sui sintomi categorizzandoli come espressione di “malattia mentale” ricorrendo ai TSO, alla contenzione fisica, meccanica e farmacologica. Nei CIM i colloqui sono troppo brevi e non c’è nessuna possibilità di essere ascoltatз o di esprimere dubbi e difficoltà.
Crediamo che rivendicare il diritto ad avere parola e ad autodeterminarsi significhi anche riappropriarsi delle proprie esperienze, delle difficoltà, della sofferenza e della molteplicità di modi
per affrontarla. Siamo convintз che ci siano persone, tra coloro che operano all’interno delle strutture sanitarie, che si rifiutano di essere complici di questo sistema di oppressione e che
preferiscono slegare piuttosto che contenere, ascoltare piuttosto che mettere a tacere con i farmaci, essere solidali con chi si sottrae alle logiche di competizione. Sono loro che vorremmo al nostro fianco.


TECNOLOGIE E DIGITALIZZAZIONE: LA RELAZIONE NEGATA


Si parla di “salute mentale digitale”, un processo che strumentalizza le retoriche dell’innovazione, dell’accessibilità e dell’inclusione, introducendo invece forme sempre più specializzate di controllo, disciplinamento ed esclusione. Una “salute” sempre più delegata al dispositivo tecnico, costruita intorno alle esigenze del mercato dell’industria tecnologica e all’inesorabile sottrazione di reali spazi di soggettivazione, autodeterminazione e solidarietà dal basso.


    CONTRO IL PROIBIZIONISMO PER LA RIDUZIONE DEL DANNO


C’è un’evidente contraddizione nei proclami dell’OMS, da un lato si promuove il consumo di sostanze “psicotrope” legali con effetti disastrosi, dall’altro si criminalizza l’autoconsumo di sostanze psicoattive. Al mondo un detenuto su cinque è in carcere per violazioni delle leggi sulle droghe. In Italia circa un terzo della popolazione detenuta è in carcere per questo motivo. Il proibizionismo non solo ha fallito, ma è esclusivamente funzionale al controllo sociale e a finanziare narco-mafie e narco-stati utili al riciclo e alla riproduzione del Capitale. E’ fondamentale dare voce allз consumatorз, attivando politiche dal basso improntate alla riduzione del danno e al consumo consapevole.

    PER L’ABOLIZIONE DELLA CONTENZIONE E DELL’ELETTROSHOCK


Nonostante le belle parole dell’OMS nei reparti psichiatrici si continua a morire legati nei letti di contenzione. Continuano ad essere praticati dispositivi manicomiali e coercitivi come l’uso dell’elettroshock, l’obbligo di cura, la contenzione farmacologica, le porte chiuse, le grate alle finestre, le limitazioni e il controllo della libertà personale.

Non c’è salute nei CPR, nelle carceri, negli SPDC, luoghi di tortura e annientamento delle persone. Non c’è salute dove c’è violenza e discriminazione di genere, senza diritto effettivo all’aborto e supporto alla genitorialità. Non c’è salute nelle politiche economiche che finanziano armamenti e guerre, sottraendo risorse alla collettività e ai bisogni delle persone.

La salute che vogliamo si basa su percorsi di solidarietà, autogestione e mutualismo dal basso. E’ il frutto dell’interdipendenza tra corpi, condizioni sociali e ambientali.

Non si può garantire salute per tuttз, senza lavoro, scuola e università, spazi comuni e di socialità liberati dalle logiche del profitto neoliberista. Crediamo che non ci sia bisogno di uno Stato né di un’organizzazione Mondiale che si proponga di riorganizzare e che sovradetermini la nostra salute e le nostre vite. Siamo convintз che ritrovarsi, ricostruire delle relazioni e delle comunità, riprendersi strade e spazi, possa essere un primo passo per aprire un orizzonte nel quale dar vita a luoghi liberi dalle dinamiche individualistiche, di sfruttamento e mercificazione.


PRESIDIO COMUNICATIVO

Giovedì 13 ottobre alle ore 11.00 - Piazza del Risorgimento – Roma


INVITIAMO TUTT3 A PARTECIPARE!


Assemblea Antipsichiatrica



Collettivo Antipsichiatrico "Antonin Artaud" Pisa - 2007 antipsichiatriapisa@inventati.org