A Pisa è nato il collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud contro gli usi ed abusi della psichiatria.
Nessuno di noi è psichiatra, psicologo o uno "specialista " della mente ma siamo tutte persone
interessate a contrastare gli effetti nefasti che questa scienza del controllo produce sull'intero corpo sociale.
Ci sembra necessario mettere in discussione le pratiche di esclusione e segregazione indirizzate
a tutti quelli che non accettano il sistema di valori imposto dalla società.
E' arrivato il momento di rompere il silenzio che permette il brutale perpetuarsi di tutte le
pratiche psichiatriche e di smascherare l'interesse economico che si cela dietro
l'invenzione di nuove malattie per promuovere la vendita di nuovi farmaci.
Ci proponiamo di fornire:
- un aiuto legale
- informazione sui farmaci e sui loro effetti
collaterali
- denunciare le violenze e gli abusi della psichiatria

Chiunque è interessato può intervenire alle nostre assemblee che si svolgano
tutti i martedì alle 21:30 c/o lo Spazio Antagonista Newroz in via Garibaldi 72 a PISA
per info : antipsichiatriapisa@inventati.org
3357002669

attivo il nuovo sito del collettivo
www.artaudpisa.noblogs.org

lunedì 31 ottobre 2011

LA STORIA DI MALIKA: NOI NON ARCHIVIAMO!!

vi chiediamo di diffondere la notizia il più possibile...

LA STORIA DI MALIKA: NOI NON ARCHIVIAMO!!

- sabato 12 novembre presidio 10.30 Piazza San Firenze
- a seguire conferenza stampa alle ore 11.30.

NON E' SUCCESSO NIENTE...

Nella giornata di mercoledì 12 ottobre abbiamo appreso dai legali di Malika Yacout che il medico legale e l'ufficiale Giudiziario imputati di "violenza privata" e "lesioni personali in concorso di reato" NON SONO STATI RINVIATI A GIUDIZIO, questa è la decisione del Giudice dell'Udienza Preliminare, quindi il caso è chiuso, e il procedimento archiviato...
Non è successo niente...
Il giorno dello sfratto il 3 dicembre del 2004, Malika (cittadina italiana e marocchina) era in avanzato stato di gravidanza (al sesto mese), viene bloccata, strattonata e gettata per terra da cinque uomini, e mentre la tengono ferma, le vengono praticate due iniezioni pesantissime per sedarla, si saprà, diversi giorni dopo, che i farmaci in questione sono due neurolettici, Largactil e Farganese. Questi farmaci possono avere, come sottolineato anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità effetti dannosi sul feto in qualsiasi periodo della gravidanza.
La donna viene accompagnata al reparto di Psichiatria di S.M.NUOVA con un TSO, mai convalidato da nessuno...eppure il Trattamento Sanitario Obbligatorio le è stato APPLICATO...
Oltre al danno la beffa! Infatti questa settimana Malika ha avuto, dopo 6 anni, la dichiarazione di Ballerini (psichiatra, all'epoca primario di S:M:Nuova, ma che non era presente al momento del TSO) che Malika non è e non era affetta da nessuna patologia psichiatrica. Dichiarazione fondamentale che nessun giudice e nessun avvocato ha mai preso in considerazione.
Insomma, una serie di abusi che vanno dal sequestro di Persona alle minacce, dalla violenza privata all'abuso d'ufficio, alle lesioni (quelle provocate alla figlia che oggi ha 6 anni) ma secondo il Giudice non è successo niente.
Insieme a Malika e al suo avvocato è stato deciso di fare ricorso in appello per riaprire il caso e, qualora si chiudessero tutti i gradi di giudizio, faremo anche ricorso alla corte di giustizia europea.
Intanto in questi giorni è stato informato il consolato del Marocco, che avrebbe il dovere di prendere posizione.
le donne del Movimento di Lotta per la Casa e il collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud continueranno la comune battaglia per richiedere VERITA' E GIUSTIZIA sul quel BARBARO episodio.


Le donne del movimento di lotta per la Casa di Firenze
Il collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud di Pi
sa

venerdì 28 ottobre 2011

domani sab 29/10 al csa next emerson di firenze: presentazione di "il carcere manicomio""

sabato 29 ottobre al
CSA nEXt EMERSON
in via bellagio a castello FIRENZE

ore 19 – 21: apericena
ore 21.30 presentazione del libro “Il carcere manicomio”
di Salvatore Verde
con la presenza dell'autore

Questo libro denuncia la proliferazione di nuovi luoghi dell’internamento,
indotta dal precipitare verso la forma carcere/manicomio di quel vasto panorama di istituzioni sociali nate con l’affermarsi dello stato sociale, e che avevano il compito di governare il disagio, la sofferenza, la devianza, la diversità.
Poiché si tratta di una dinamica estesa, diffusa, tendenzialmente prevalente, che dalla prigione e verso la prigione costruisce nuovi saperi e poteri di gestione della crisi sociale contemporanea, bisogna moltiplicare le vigilanze democratiche,
le azioni di tutela, le pratiche di aiuto a tutta quella umanità che è vittima, parafrasando Franco Basaglia, dei “crimini di pace”.

PER INFO:
www.csaexemerson.it
antipsichiatriapisa@inventati.org

giovedì 27 ottobre 2011

domani ven 28/11 al Refugio di livorno : Nicola Valentino e Salvatore Verde presentano due libri sul carcere

domani Venerdì 28 ottobre al Refugio di livorno :
Nicola Valentino e Salvatore Verde presentano due libri sul carcere.

ore 21,30 - teatrofficina refugio, scali del refugio,8 livorno

TEATROFFICINA REFUGIO + COLL.VO ANTIPSICHIATRICO A.ARTAUD + ZONE DEL SILENZIO
presentano

SENSIBILI ALLE FOGLIE

il racconto di un progetto editoriale indipendente

presentazione di "Ergastolo" di Nicola Valentino

presentazione de "Il Carcere Manicomio" di Salvatore Verde

saranno presenti gli autori
ingresso libero

per info:
teatrofficinarefugio@gmail.com
antipsichiatriapisa@inventati.org


lunedì 24 ottobre 2011

LIBERARSI DALLA NECESSITA' DEL CARCERE E DEI MANICOMI..

sotto il dossier "Liberarsi dalla necessità del carcere e dei manicomi" che abbiamo fatto per la presentazione del libro "il carcere manicomio" di s.verde che ci sarà a Pisa Livorno e Firenze il 27-28-29 ottobre.

Il numero delle persone recluse nelle carceri del nostro Paese al 31
dicembre 2010 era 67.971, al 31 maggio scorso 67.174. Questa lieve flessione, tuttavia, è ancor meno incoraggiante di quanto si potrebbe pensare: nel periodo tra una rilevazione e l’altra, infatti, circa 1.500 persone sono uscite dal carcere, per scontare l’ultimo anno di pena a domicilio, grazie alla Legge n. 199/2010, meglio nota come “legge sfolla-carceri” .

Se poi andiamo a vedere la capienza regolamentare delle nostre prigioni (ossia il numero massimo di soggetti che è possibile “ospitare” in una struttura senza violare gli «standard minimi fissati dalle normative internazionali in tema di rispetto dei diritti umani per le persone recluse»), il dato relativo al numero di detenuti effettivamente presenti nelle carceri risulta ancora più sconcertante: la capienza regolamentare era, infatti, pari a 44.073 persone/posti letto nel 2010 e attualmente è pari a 45.551.

Nel nostro Paese, sono sempre più numerose le persone private della libertà, l’intero “sistema di reclusione”, ossia il «complesso di quei luoghi, istituzionalmente normati, che coattivamente ospitano una certa quota della popolazione presente in un dato momento nel nostro territorio»; è un sistema che comprende non solo le prigioni (rimaste a quota 206, come nel 2010) e gli istituti penali minorili (più di 40, per un totale di 426 ragazzi “ospitati” al 23 marzo 2011), ma anche i centri di detenzione per immigrati C.I.E. (che nel 2010 ammontavano 78) e gli OPG.

Gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari sono i manicomi criminali di una volta che a distanza di trent’anni dalla riforma che porta il nome della legge Basaglia non hanno ancora chiuso i battenti. Gli internati sono 1535 (1433 uomini e 102 donne) nei sei ospedali psichiatrici giudiziari italiani (Aversa, Montelupo fiorentino, Napoli Sant’Eframo, Reggio Emilia, Castiglion delle Stiviere e Barcellona Pozzo di Gotto). Gli opg sono inutili luoghi di soprusi, isolamento prolungato, condizioni igieniche indecenti, di contenzione abituale e di trattamenti totalmente lesivi della dignità umana.

In questi luoghi vige l'incertezza della pena e non esiste proporzionalità della pena rispetto al reato. In queste strutture vengono internate persone che, dopo aver commesso un reato, vengono dichiarate tramite una perizia totalmente o parzialmente incapaci di intendere o volere ma che a causa di una presunta pericolosità sociale (definita in riferimento alla norma vigente che risale al codice Rocco del 1930, nostra pesante eredità fascista) vengono ugualmente rinchiuse e allontanate dalla società.

Per le persone prosciolte per totale incapacità mentale l’ OPG si presenta nella sua dimensione peggiore, l’ergastolo bianco: l’internamento viene stabilito dal giudice di due, cinque o 10 anni ma la durata effettiva del provvedimento è ad assoluta discrezionalità del magistrato, che può prorogarlo all'infinito ogni due,cinque o dieci anni.

Questi luoghi rappresentano l'apice di un sistema repressivo di classe, vista anche la chiara connotazione sociale degli “ospiti” di queste strutture, di certo non riservate ai rappresentanti delle classi dominanti, ai criminali di guerra che gestiscono il potere e ai responsabili dei misfatti finanziari o della crisi che pesa sulla vita della popolazione.

La risposta alla grave situazione in cui versano le carceri italiane è il piano carceri del Governo Berlusconi: chiatte galleggianti, aumento del numero delle carceri e della loro capienza.

Questo piano prevede due tipi di intervento:

* - la realizzazione di padiglioni detentivi in ampliamento delle strutture esistenti;
* - la realizzazione di nuovi istituti penitenziari

Un colossale giro di affari (ricordate quello della Protezione civile spa poi finito nelle inchieste della Magistratura) pari a quasi 700 milioni di euro stando solo alle cifre ufficiali. Si tratta di somme di denaro sottratte spesso ad ogni verifica, di spese gestite in maniera clientelare e senza le normali gare di appalto necessarie negli altri settori pubblici, un piano carceri che va nella direzione di ampliare gli istituti penitenziari ed in essi la differenziazione in strutture detentive più o meno speciali, come i reparti di tortura 41bis.

Si dimentica che la detenzione, oltre a piccoli reati reiterati, è anche per lo più causata da reati legati alla detenzione e al piccolo spaccio, infatti la repressione contro le sostanze proibite ha assunto le dimensioni di una vera e propria persecuzione di massa.

Dal 1991 al 2008 più di 880.000 persone sono state sottoposte a sanzioni penali e/o amministrative per detenzione di sostanze illecite.

Mentre il carcere diventa business, il Governo smantella pezzi della sanità carceraria, riduce i già minimi spazi di socialità intramuraria, e possibilità di impiego o di studio per i detenuti e taglia i fondi destinati al reinserimento sociale e lavorativo degli ex detenuti.

La vera emergenza è la abrogazione delle leggi Bossi-Fini, Fini-Giovanardi, della Cirielli e una modifica sostanziale all'articolo 4 Bis dell'ordinamento penitenziario che detta i motivi di esclusione o di limitazione dell’ accesso ai benefici di legge.

Sono queste le leggi vergogna che ci hanno consegnato una società fatta di ingiustizie, di aumento delle morti in carcere, della permanenza degli OPG e di carceri denominati CIE.

E' questa la base di un sistema repressivo, di criminalizzazione di interi settori sociali e di esclusione dalle misure alternative alla detenzione, ingiusto oltre che totalmente illegale, estraneo ai criteri costituzionali ai quali sarebbe in teoria vincolato, ciò è ancora più evidente pensando alla triste realtà dell'ergastolo ostativo, questa pena di morte bianca che colpisce centinaia di detenuti in Italia.

Sullo sfondo vediamo una società dove le disuguaglianze e la insicurezza crescono alimentando soluzioni autoritarie che colpiscono l'intera popolazione, misure repressive e proibizioniste che limitano la vita e le libertà sociali e personali di tutti.

Dopo la manifestazione del 15 Ottobre, numerosi esponenti del panorama politico, hanno invocato nuovi leggi repressive nei confronti dei manifestanti. Una su tutte, la proposta di Di Pietro che invoca una sorta di nuova legge Reale, una legge emanata negli anni settanta che rafforzava il potere delle forze dell'ordine con ampio ricorso al fermo preventivo e alle perquisizioni. La legge Reale permise alle forze dell'ordine l’uso delle armi "per il mantenimento dell'ordine pubblico" a sua applicazione ha permesso l'arbitraria chiusura di sedi politiche, giornali, spazi pubblici di movimento. Sulla stessa linea d'onda, il ministro dell’interno Maroni che invoca l’arresto in flagranza differita, il Daspo anche per i cortei ed uno specifico reato associativo per chi viene accusato di esercitare violenza all’interno delle manifestazioni.

La risposta per sbarrare la strada ai movimenti è sempre la stessa: carcere, repressione e criminalizzazione. Per raggiungere questi scopi, chi detiene il potere economico e politico necessità di un' arma supplementare: la divisione del movimento, proprio ciò che non dobbiamo loro permettere. Abroghiamo le leggi della vergogna, impediamo l'introduzione di nuove misure emergenziali, liberiamoci dalla necessità del carcere!



Collettivo antipsichiatrico A. Artaud antipsichiatriapisa@inventati.org

Zone del silenzio zonedelsilenzio@autistici.org

domenica 23 ottobre 2011

venerdì 21 ottobre 2011

presentazione del libro "il carcere manicomio" di s.verde

GIOVEDì 27 OTTOBRE 2011
c/o SPAZIO ANTAGONISTA NEWROZ
via garibaldi 72 pisa
il COLLETTIVO ANTIPSICHIATRICO ANTONIN ARTAUD
e ZONE DEL SILENZIO
presentano alle ore 20 APERICENA/BUFFET
e alle ore 21

IL CARCERE MANICOMIO
le carceri in italia tra violenza, pietà, affari e camicie di forza
di SALVATORE VERDE ed.sensibili alle foglie

saranno presenti l'autore e NICOLA VALENTINO
Direttore dell’Archivio di scritture, iscrizioni e arte irritata di Sensibili alle foglie. Svolge attività di ricerca socianalitica con particolare attenzione per le istituzioni sanitarie.


Questo libro denuncia la proliferazione di nuovi luoghi dell’internamento, indotta dal precipitare verso la forma carcere/manicomio di quel vasto panorama di istituzioni sociali nate con l’affermarsi dello stato sociale,
e che avevano il compito di governare il disagio, la sofferenza, la devianza, la diversità.


collettivo antipsichiatrico a.artaud-pisa

antipsichiatriapisa@inventati.org - www.artaudpisa.noblogs.org

giovedì 20 ottobre 2011

UN CONTRIBUTO ANTIPSICHIATRICO E ANTIPROIBIZIONISTA

CONTRIBUTO ALLA ASSEMBLEA NAZIONALE ANTIPROIBIZIONISTA
che si terrà a PISA – 22.10.2011

COLLETTIVO ANTIPSICHIATRICO ANTONIN ARTAUD

Nel Rapporto della Commissione delle Politiche sulle Droghe dell'ONU si dichiara il fallimento delle politiche proibizioniste mondiali auspicando la fine della criminalizzazione e della repressione dei consumatori e la conseguente legalizzazione delle droghe.
Secondo questo Rapporto della questione se ne deve occupare la medicina e non i tribunali e le polizie. E' necessario riservare ai consumatori di droghe adeguate cure mediche e non la reclusione. La repressione non ha fatto diminuire i consumi, nè la diffusione delle droghe, con il conseguente incremento dei fenomeni di abuso e di dipendenza oltre che dei volumi del mercato nero. I miliardi spesi per la War on Drug hanno contribuito ad aumentare i danni correlati alle droghe in termini sia economici che di sofferenza umana.
Il Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud non può che accogliere positivamente la notizia che un'Istituzione Sovranazionale di questo livello affermi in questi termini il fallimento del proibizionismo e ne chieda il superamento, ma allo stesso tempo guarda con seria preoccupazione il suo rivolgersi agli apparati medici.
Questa preoccupazione deriva non da un pregiudizio antimedico, ma da un'attenta osservazione e ricerca con la quale il Collettivo si confronta da diversi anni. Cercheremo in questa sede di narrare brevemente l'esperienza di un gruppo antipsichiatrico geograficamente e storicamente determinato, con l'obbiettivo esplicito di contaminare positivamente tutti i movimenti sociali che lottano per i diritti fondamentali degli esseri umani.
La genesi di questo cammino particolare sta nella costituzione di un momento di discussione e di confronto sul tema della Psichiatrica avvenuto nel 2000 nei locali dell'università di Pisa, che condusse ad una prima iniziativa di dibattito dal titolo “Drugs: farmaci&droghe” con la partecipazione dei membri del Telefono Viola di Milano, della Comunità degli Elfi di Pistoia e della Società Italiana per lo Studio degli Stati di Coscienza. Questo incontro fondamentale portò all'inserimento nel manifesto della prima edizione di Canapisa del 2001 del NO al TSO e all'Elettroshock. Non è del tutto casuale che proprio a Pisa si facessero certi discorsi visto che ha sede in questa città la più importante scuola psichiatrica di matrice organicista e lombrosiana che pratica l'elettroshock e sostiene l'origine genetica dei disturbi mentali; questo specifico filone di pensiero psichiatrico è intimamente legato alle multinazionali del farmaco statunitensi e ne diffonde ampiamente i suoi ritrovati.
Nel 2001 nasceva quindi un discorso che valicò i confini dell'antiproibizionismo, dando vita ad laboratorio antipsichiatrico che nel 2005 prende il nome di Antonin Artaud, attore, poeta, scrittore, pittore, in due parole artista poliedrico francese morto negli anni quaranta dopo anni di segregazione manicomiale e di molteplici applicazioni di elettroshock.

Le fonti per questa ricerca oltre ad essere state quelle classiche, come la letteratura, la storia, i giornali, le leggi del parlamento, ecc.., sono state i partecipanti stessi al collettivo con i loro vissuti ed esperienze insieme a tutte quelle persone che ci hanno narrato la loro storia all'interno della psichiatria come utenti o come lavoratori a vario livello in questa istituzione.

Dall'attività di ricerca sono affiorate vicende che negli anni hanno fatto luce su un quadro della psichiatria sconcertante, dalle tinte inquietanti e dalle sfumature insopportabili. Tante testimonianze mostrano come questa disciplina entrata a far parte della medicina solo nel '900, sia interessata al controllo e alla neutralizzazione delle persone e non si adoperi per la loro autonomia, sostegno e benessere. Quello che caratterizza la psichiatria contemporanea è l' uso di farmaci e ciò ha contribuito a stabilire un pericolo confine tra farmaci benefici che curano e droghe malefiche che ammalano. In questa ottica, se si viola questo confine, è legittimo l'uso della forza al fine di sostituire gli psicofarmaci alle droghe.
In Italia le politiche ultraproibizioniste hanno preso il posto ad ogni ipotesi di legalizzazione da far sembrare lontano anni luce il Rapporto della Commissione ONU, almeno sul versante della criminalizzazione e della repressione. Mentre sul versante della medicalizzazione assistiamo già da tempo ad un espandersi del numero dei consumatori di droghe che vengono psichiatrizzati. Se si auspica il superamento della criminalizzazione con la medicalizzazione possiamo assistere oggi alla coesistenza di questi due fenomeni. Le doppie diagnosi, per i Consumatori di sostanze stupefacenti illecite, crescono di numero insieme alle sanzioni amministrative e penali. Ma se da queste ultime esiste qualche possibilità di difesa, per le seconde questa possibilità si assottiglia e per le prime non esiste nessuno strumento reale di tutela contro eventuali abusi. Con la psichiatria abbiamo conosciuto un potere assoluto ed arbitrario, che si ammanta del discorso scientifico per giustificare il suo operato e dal quale una volta entrati dai suoi cancelli diventa impossibile uscirne, se non per casi singoli ed isolati, favorendo la cronicizzazione di particolari situazione di vita.
Nell'istituzione preposta al controllo della follia non ci sono avvocati e giudici, codici scritti a cui fare riferimento, processi che conducono all'accertamento dei fatti cercando di arrivare ad una qualche verità, esistono solo le diagnosi, provenienti da una miriade di manuali, che funzionano come sentenze di privazione della libertà personale; basta l'accordo di un medico qualunque ed un medico psichiatra del C.I.M. (Centro di Igiene Mentale) o di un SPDC ( Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura) di un qualunque Ospedale. Il coordinamento dei CIM e degli SPDC avviene nei DSM (Distretti di Salute Mentale), in questi enti la massima autorità é il giudizio medico psichiatrico. Quest'ultimo negli anni sessanta e settanta attraversò un forte periodo di crisi perchè psichiatri della stessa scuole accademica di un determinato paese non riuscivano a mettersi d'accordo sulle diagnosi e quindi sulla definizione stessa di malattia mentale, immaginate l'accordo che si poteva trovare tra psichiatri di scuole diverse od addirittura tra paesi diversi. Come lo conosciamo adesso in Italia, l'apparato psichiatrico proviene dalla riforma degli OPP (Ospedali Psichiatrici Provinciali) istituiti nel 1904 ed avvenuta tra il 1965 ed il 1978. Questa riforma fu impropriamente soprannominata legge Basaglia e venne accolta come l'abolizione dei manicomi. In sostanza tale riforma è risultata essere il superamento del vecchio sistema manicomiale di tipo asilare tramite l'affermarsi di un nuovo e più efficace modello di manicomio, che da noi è stato soprannominato manicomio diffuso. Quello che è avvenuto è stato il perfezionamento ed il potenziamento del dispositivo fondamentale di azione psichiatrica, la diagnosi, con il suo dilagare all'esterno dei manicomi, direttamente sui territori, in famiglia, a lavoro, a scuola, nella nostra stessa mente (si diffonde l'autodiagnosi e i termini psichiatrici diventano di uso comune), rendendo quindi obsolete ed inefficaci le strutture manicomiali, oltre che insopportabili agli occhi degli osservatori che ne scoprivano i raccapriccianti retroscena ( gli ultimi OPP sono stati chiusi nel 1995 dall'intervento dei carabinieri in seguito ad una inchiesta parlamentare). Il sistema manicomiale italiano nella sua evoluzione ha visto la scomparsa delle grandi strutture reclusive e la nascita e la diffusione di una miriade di piccole e medie strutture che costituiscono quell'arcipelago della contenzione non penale fatto di case famiglia, comunità e residenze protette per accogliere la vecchia e la nuova utenza manicomiale. In questo quadro storico hanno un ruolo centrale i farmaci che negli anni cinquanta vengono utilizzati con successo, tra virgolette, dagli psichiatri per il trattamento degli internati in manicomio. Da allora la loro diffusione non si è mai arrestata, rendendo l'industria farmaceutica un colosso imponente in continua espansione e consolidamento, che non conosce crisi (per fare degli esempi Solvay ha iniziato a produrre farmaci negli anni novanta e Siemens, l'anno prima della crisi mondiale dell'auto, vendeva questo suo comparto per investire in farmaceutica).
La confusione psichiatrica negli anni ottanta si attenua grazie al progetto del APA (Associazione Psichiatrica Americana) di produrre un manuale unico per gli psichiatri di tutto il mondo, il progetto prende il nome di DSM, un manuale diagnostico che tra un po' arriverà alla sua quinta edizione e che ha visto lievitare vertiginosamente il numero dei sintomi psichiatrici al susseguirsi di ogni sua edizione.



Questo è il luogo adatto per cercare risposte concrete e praticabili ad uno stato di cose che troviamo inaccettabile. Quello che da potere all'istituzione, al di là della legge e della propaganda, siamo tutti noi con le nostre azioni e credenze, nel caso delle istituzioni totali la loro forza viene anche dalle nostre omissioni ed ignoranze.
E' importante avere una visione ed un'analisi comune come punto di partenza per dar vita a pratiche efficaci in difesa dei diritti fondamentali. Quello che ci rende più deboli di fronte alle istituzioni Totali è l'isolamento e l'esclusione dei soggetti che vi si ritrovano coinvolti come utenti involontari. La ricomposizione di un tessuto di solidarietà che non lascia soli i soggetti rappresenta un fondamentale argine di difesa dagli abusi. Queste parole possono sembrare frasi fatte e di circostanza per avere facili consensi, ma quello che qui si cerca non è il consenso o un opinione favorevole, ma la collaborazione attiva, l'attivismo, l'iniziativa di sempre un maggior numero di persone che si adoperi per la tutela reale dai rischi che corre la propria stessa vista ed esistenza, consapevole del fatto che questa è intrinsecamente legata a quella degli altri che ci circondano come marinai sulla stessa barca.

Con la nostra attività abbiamo cercato in questi anni di difendere ed aiutare le persone internate od a rischio internamento, quelle che voglio smettere con i farmaci o che hanno bisogno di mediatori in famiglia, non senza insuccessi e fallimenti. Per fare una forte autocritica la nostra attività di azione diretta antipsichiatrica ha avuto solo piccoli e a volte brevi successi, il sistema istituzionale psichiatrico è un enorme essere contro il quale i singoli sono costretti a soccombere od ad adeguarsi ad esso, senza alternative. Ma questo non vale per i gruppi, i collettivi e le comunità, questi sono entità sovrumane verso cui la psichiatria ha meno potere. Per questo il nostro obiettivo è quello di creare reti sociali di discussione e di intervento che non facciano sentire sole ed abbandonate le persone che si connettono ed impediscono che un'etichetta definisca ogni aspetto della propria esistenza. Questo forse ridurrebbe i suicidi e la totale esclusione sociale che rende i soggetti proprietà delle istituzioni preposte al loro controllo.

collettivo antipsichiatrico a.artaud-pisa

- antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org
www.artaudpisa.blogspot.com

mercoledì 19 ottobre 2011

3 incontri in Toscana per presentare "il carcere manicomio" il nuovo libro di Salvatore Verde ed. sensibili alle foglie

ZONE DEL SILENZIO E
IL COLLETTIVO ANTIPSICHIATRICO ANTONIN ARTAUD

organizzano 3 incontri in Toscana per presentare il nuovo libro di Salvatore Verde

“IL CARCERE MANICOMIO”
le carceri in Italia tra violenza,pietà affari e camicie di forza.
edizioni sensibili alle foglie

Salvatore Verde, sociologo e giudice onorario al Tribunale dei minori di Napoli, autore di “massima sicurezza”
e numerosi saggi e articoli sulle istituzioni totali.

Nicola Valentino, direttore dell'archivio di scritture, iscrizioni e arte irritata per sensibili alle foglie.
Svolge attività di ricerca socio analitica con particolare attenzione per le istituzioni sanitarie.

Questo libro denuncia la proliferazione di nuovi luoghi dell’internamento, indotta dal precipitare
verso la forma carcere/manicomio di quel vasto panorama di istituzioni sociali nate con l’affermarsi dello stato sociale,
e che avevano il compito di governare il disagio, la sofferenza, la devianza, la diversi

-Giovedì 27 ottobre con Salvatore Verde e Nicola Valentino
c/o spazio antagonista NEWROZ via garibaldi 72 PISA
ore 20 apericena ore 21 presentazione del libro

-Venerdì 28 ottobre ORE. 21 c/o il teatro officina REFUGIO scali del refugio 8 LIVORNO
in questa serata verrà presentato anche “ergastolo” di N.Valentino e il progetto editoriale sensibili alle foglie

-Sabato 28 ottobre ore 20 presentazione del libro a seguire “tango da matti”
c/o il csa NexT EMERSON via di bellagio 15 FIRENZE


per liberarsi dalla necessità del carcere e dei manicomi...DICIAMO NO alle istituzioni totali

per info: antipsichiatriapisa@inventati.org- www.artaudpisa.nopblogs.org_______________________________________________

lunedì 17 ottobre 2011

SABATINO CATAPANO: MONOLOGO PER SORDI

DOMENICA 23 OTTOBRE 2011

IL COLLETTIVO ANTIPSICHIATRICO ANTONIN ARTAUD
E IL TEATRO OFFICINA REFUGIO
presentano

SABATINO CATAPANO in

MONOLOGO PER SORDI
imparare ad ascoltare

c/o il teatro officina refugio
scali del refugio 8 LIVORNO

ORE 19 APERICENA E PRESENTAZIONE DEL "IL SOPRAVVISSUTO"

ORE 21:30 VIDEO "quando la dignità diventa follia"
la storia di Sabatino Catapano regia di A.Searle Villaroel

ORE 22 MONOLOGO PER SORDI di e con SABATINO CATAPANO (posto unico 5 euro)


per info: antipsichiatriapisa@inventati.org

martedì 11 ottobre 2011

LA STORIA DI MALIKA

Questa è la storia di una giovane donna marocchina (all'epoca dei fatti incinta di 6 mesi) che nel 2004 ha subito un TSO, durante uno sfratto, con potenti antipsicotici.
Malika, e soprattutto sua figlia che oggi ha 6 anni, stanno ancora pagando le conseguenze di quei tragici fatti; infatti la bambina soffre di una malformazione cerebrale strettamente connessa alla somministrazione di Largactil e Farganesse in gravidanza.

Sotto un articolo che spiega i fatti della vicenda,
in particolare le cose avvenute nel 2004 quando le fu fatto il TSO-sfratto;
dopo due anni è stata processata per calunnia e poi prosciolta.
Negli anni successivi c'è stato un susseguirsi di 'errori giudiziari'
volti ad archiviare il caso e una serie di tentativi di copertura
anche da parte dei servizi sanitari perfino con cartelle cliniche contraffatte.

movimento di lotta per la casa- Firenze
collettivo antipsichiatrico a.artaud- Pisa


LA STORIA DI MALIKA

Questa è la storia di una giovane donna, incinta di sei mesi, mamma di una bimba di 10 anni, di origine marocchina e cittadina italiana da quindici anni. Trovandosi in difficoltà a pagare 1200 euro di affitto al mese, si rivolge ai servizi sociali per avere un aiuto economico. L’assistente sociale, anziché proporre una soluzione abitativa, le fissa un appuntamento con lo psichiatra. Siamo a febbraio del 2004.
Intanto il tempo passa senza che la situazione cambi. Il giorno dello sfratto, fissato per il 3 dicembre, nonostante l’ufficiale giudiziario avanzi l’ipotesi di rinviare il provvedimento di un mese, l’assistente sociale insiste per una soluzione inadeguata e crudele: il ricovero coatto in psichiatria!
Quindi arriva un’ambulanza e, nonostante la donna mostri un certificato medico che le prescrive riposo per il rischio di aborto, viene bloccata in un angolo da cinque uomini, gettata sul letto e, tenuta ferma, le vengono praticate due iniezioni pesantissime per sedarla. Si saprà, diversi giorni dopo, che i farmaci in questione sono due neurolettici (antipsicotci), Largactil e Farganesse, quest’ultimo è un antistaminico che amplifica e potenzia l’effetto degli antipsicotici, con il risultato di una sedazione immediata. Questi farmaci, che provocano in genere gravi conseguenze, possono avere, come sottolineato anche dal Ministero della Salute, “effetti dannosi sul feto in qualsiasi periodo della gravidanza. E’ importante tenere sempre presente questo aspetto prima di effettuare una prescrizione in una donna in età fertile. Questi farmaci possono alterare la crescita e lo sviluppo funzionale del feto, o avere effetti tossici sui tessuti fetali”(fonte OMS).
Subito dopo, con una diagnosi di “agitazione psicomotoria dovuta allo sfratto”(oltre al danno la beffa!), la donna viene ricoverata nel reparto di psichiatria a S. M. Nuova con una proposta di T.S.O. In realtà il medico e gli infermieri dell’ambulanza, oltre a tutti i presenti, complici del violento sfratto, hanno messo in pratica un vero e proprio sequestro di persona! Non si può parlare di trattamento sanitario obbligatorio infatti perché: non c’è stata una visita psichiatrica, non é stato convalidato il T.S.O. da un secondo medico del servizio pubblico, come d’obbligo di legge, quindi mancava ovviamente anche il provvedimento del Sindaco e la conseguente notifica. Come se tutto questo non bastasse, la persona non è stata informata né su quali psicofarmaci le hanno forzatamente iniettato, né sulla struttura di ricovero.
Al risveglio, diverse ore dopo, lo psichiatra di turno in reparto non le comunica il regime di ricovero e, mentendo, dice che deve rimanere lì per sette giorni come se fosse in T.S.O., compiendo così un abuso in atti d’ufficio. Dopo tre giorni di reclusione, le conseguenze dei maltrattamenti subiti le provocano una minaccia d'aborto: passerà dodici giorni in ginecologia a Torregalli.

Purtroppo Malika subisce ancor oggi le conseguenze di quei tragici fatti, e soprattutto sua figlia, che oggi ha 6 anni, e che soffre di una malformazione cerebrale strettamente connessa (la perizia è del dott. Montinari) alla somministrazione di Largactil e Farganesse in gravidanza.

Nel 2004 fu aperto un primo procedimento per “violenza privata”, e nel 2006 un secondo procedimento per “lesioni personali in concorso di reato”.
Oggi i due procedimenti sono stati riaperti, dopo numerose richieste di archiviazione da parte del giudice, che non ha mai chiesto di approfondire i fatti, dopo innumerevoli e inspiegabili errori di notifica delle richieste di archiviazione (si tenga conto che per fare richiesta di opposizione all’archiviazione ci sono solo 10 giorni), avvocati che non hanno mai richiesto le cartelle cliniche attestanti una visita psichiatrica (che, lo ricordiamo, non è mai stata fatta a Malika prima dello sfratto/TSO), cartelle cliniche contraffatte, con date sbagliate ecc. Se non siamo un popolo di incompetenti sorge il dubbio che questo caso si voglia insabbiare.
Ci sono in gioco poteri ben più forti dei diritti di una immigrata e di sua figlia. Servizi sociali, medici, industrie del farmaco, non si sa chi difende chi, ma Malika e sua figlia sono state lasciate sole da tutti.

martedì 4 ottobre 2011

PSICHIATRIA: NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE!

saremo presenti con la mostra ”Nuoce gravemente alla salute>
mostra di scritti e foto sulle istituzioni totali (carcere-cie-opg e psichiatria) e vittime dello Stato nelle varie istituzioni

alla 5a Vetrina dell’editoria anarchica e libertaria che si terrà
a Firenze al Teatro Tenda Saschall di Via Fabrizio De Andrè dal 7 al 9 ottobre 2011

COLLETTIVO ANTIPSICHIATRICO ANTONIN ARTAUD – PISA -

Collettivo Antipsichiatrico "Antonin Artaud" Pisa - 2007 antipsichiatriapisa@inventati.org