Arriva nelle sale la vita di Bobò, dal manicomio al palcoscenico
Arriva nelle sale la vita di Bobò, dal manicomio al palcoscenico. Quando l’arte restituisce luce e diventa Politica
Dal 27 novembre 2025 arriva nelle sale italiane “Bobò”, un film-documentario di Pippo Delbono sulla vita di Vincenzo Cannavacciuolo, in arte Bobò, attore e anima silenziosa del teatro contemporaneo, uomo sordomuto, analfabeta e microcefalo che ha vissuto per 46 anni nel manicomio di Aversa (Caserta), sino a quando, nel 1995, un incontro con Pippo Delbono darà inizio ad un legame umano e artistico destinato a cambiare per sempre le loro vite. Dopo il trionfo all’anteprima mondiale di Locarno e la partecipazione al DocLisboa di Lisbona, Bobò è tra i protagonisti del 43° Torino Film Festival ed è stato selezionato per l’IDFA di Amsterdam.
Bobò, il film-documentario di Pippo Delbono, è tra i protagonisti del 43° Torino Film Festival e arriverà nelle sale italiane il 27 novembre. Dopo il trionfo all’anteprima mondiale di Locarno e la partecipazione al DocLisboa di Lisbona, il documentario prosegue il suo viaggio internazionale con la selezione imminente all’IDFA di Amsterdam (il trailer, della durata di 1.31 minuti, è visibile a questo link https://www.mimmomorabito.it/film_uscita_2025/BOBO/Bobo_Trailer.mp4). Un racconto toccante e potente che dalla vita al manicomio di Aversa (Caserta) conduce ai più prestigiosi riflettori europei. La storia di Vincenzo Cannavacciuolo (1936-2019), attore e anima silenziosa del teatro contemporaneo, un viaggio di arte, umanità e resistenza, un atto d’amore e memoria.
«Bobò era un poeta del silenzio, un’anima pura che ci ha insegnato l’umanità. Questo film l’ho fatto per lui, per farlo conoscere al mondo e dargli quello che si merita. È un gesto d’amore per custodirne la luce», racconta Pippo Delbono.
C’è un silenzio che non svanisce, ma resta. Risuona. È la traccia lasciata da Bobò, anima muta e visibile del teatro contemporaneo, protagonista dell’omonimo film documentario diretto da Pippo Delbono che, dopo la straordinaria accoglienza al Festival di Locarno 78, sarà presentato in concorso al prestigioso 43° Torino Film Festival (23 novembre). Subito dopo, arriverà nelle sale cinematografiche italiane dal 27 novembre 2025, con la distribuzione affidata a Luce Cinecittà. Presentato in anteprima mondiale il 7 agosto nella Selezione Ufficiale Fuori Concorso del Festival di Locarno, Bobò ha conquistato critica, pubblico e professionisti internazionali con la sua profondità, umanità e radicalità dello sguardo. Un’opera definita “atipica”, “potente e personale”, capace di restituire dignità a un’esistenza emarginata e di toccare temi universali come la diversità, l’inclusione e la forza trasformatrice dell’arte. Dopo l’anteprima a Locarno, Bobò ha proseguito il suo percorso internazionale approdando, lo scorso ottobre, al DocLisboa — festival interamente dedicato al cinema documentario — e, tra qualche settimana, nella sezione internazionale “Best of Fests”, all’IDFA di Amsterdam, il più importante appuntamento mondiale per il documentario.
Una
storia straordinaria
Il
film racconta la vita di Bobò (Vincenzo Cannavacciuolo), uomo
sordomuto, analfabeta e microcefalo che
ha vissuto per 46
anni nel manicomio di Aversa.
La sua esistenza prende una svolta inaspettata nel 1995,
quando Pippo Delbono lo incontra durante una visita nella struttura e
ne rimane profondamente colpito. Da quell’incontro nasce un legame
umano e artistico destinato
a cambiare per sempre le loro vite.
«Eravamo due vite distrutte che si sono scoperte» racconta Delbono. «Avevamo tutti e due bisogno di uscire dal buio. Eravamo due persone ferite, che volevano vivere».
Attraverso
questo incontro, Bobò – fino a quel momento invisibile al mondo –
diventa figura
centrale nel
teatro e nel cinema di Delbono per
oltre vent’anni,
rivelandosi interprete sorprendente, capace di comunicare
con forza e poesia anche senza parole.
La sua presenza ridefinisce il linguaggio artistico del regista,
trasformando il suo modo di raccontare, di guardare, di
creare.
Per «Le Monde» è stato «l’incomparabile
attore microcefalo e sordomuto, un piccolo re incerto»; «Avvenire» lo
ha definito «icona poetica di libertà e
resistenza»; «Doppiozero» ha scritto che «trasforma il
caos in archetipo»; mentre «Il Manifesto» ha parlato di
«linguaggio silenzioso che tocca l’essenza della vita». E come ha
ricordato Teatro.it, «era l’anima del teatro di Delbono,
capace di trasformare la fragilità in forza universale».
L’accoglienza
della critica internazionale
L’opera
ha ricevuto consensi unanimi dalla critica internazionale presente al
Festival di Locarno, che ne ha sottolineato:
la
profondità e l’umanità: il
film scava nella condizione umana, mostrando la forza e la dignità
di Bobò nonostante le sue difficoltà;
lo
sguardo politico e personale: un’opera
fortemente personale che affronta con coraggio temi come
l’emarginazione, la diversità e la resistenza;
il
linguaggio universale di Bobò: la
straordinaria capacità di comunicare ed esprimersi attraverso il
corpo e lo sguardo, anche senza l’uso della parola;
un’eredità
artistica preservata: il
tentativo riuscito di custodire l’eredità artistica di Bobò
attraverso materiali d’archivio e registrazioni teatrali.
La
critica ha anche accostato il cinema di Delbono a quello
di Fellini per
la visionarietà e la fascinazione per il “circo” umano, pur
sottolineando l’originalità e l’unicità dell’approccio del
regista.
Il
film
Bobò (regia,
soggetto e sceneggiatura di Pippo Delbono) si compone di materiali
d’archivio raccolti
lungo oltre vent’anni: riprese originali, estratti di spettacoli,
interpretazioni teatrali e momenti di vita quotidiana che
restituiscono con delicatezza
e intensità la
figura di Bobò. La digitalizzazione di oltre 300 ore di repertorio
s’intreccia con nuove riprese realizzate tra
Napoli e Aversa,
nei luoghi dove tutto è cominciato. La voce narrante è quella dello
stesso Delbono, guida sensibile in un dialogo profondo tra memoria e
presente.
«Bobò ballava a ritmo di musica, ma era sordo. È un
mistero», racconta Delbono a «Il Venerdì». «Mettevi dal pop
a Chopin e lui cambiava danza. Bobò toccava molto il senso
del sacro.
Lo toccava nella profondità della sua presenza, anche se
inconsapevole. Lui non aveva idea del prima e del dopo, era lì,
nell’attimo
presente,
concentrato solo nella vita di ogni piccolo istante. Qualcosa di
sacrale, ma anche vicino all’arte dell’attore».
Un
gesto d’amore
Bobò
si è spento il 1° febbraio 2019 ad
Aversa, all’età di 83 anni. Questo film ne restituisce lo sguardo
e l’eredità
artistica,
arrivando nelle sale in un momento simbolicamente significativo,
subito dopo la Giornata
Mondiale della Salute Mentale,
che si celebra ogni anno il 10 ottobre.
«Siamo orgogliosi
dell’accoglienza ricevuta da questa storia al pubblico
internazionale di Locarno», affermano i produttori Renata
Di Leone e Giovanni
Capalbo.
«È la testimonianza viva del potere dell’arte di restituire
dignità e voce a chi è stato dimenticato, e ora siamo felici di
portarla al pubblico italiano».
Con le musiche originali
di Enzo
Avitabile,
la fotografia di Cesare
Accetta e
il montaggio di Marco
Spoletini, Bobò è
una produzione Fabrique
Entertainment, Luce Cinecittà, Inlusion Creative Hub, Vargo, con Rai
Cinema.
L’opera
è stata realizzata con il contributo del Fondo per lo sviluppo degli
investimenti nel cinema e nell’audiovisivo, Ministero della Cultura
– Direzione generale Cinema e Audiovisivo. Con il contributo ex
L.R. 30/2016 della Regione Campania e Film Commission Regione
Campania.
Produttori sono: Renata
Di Leone, Giovanni Capalbo, Fabio Volpentesta, Marco Garavaglia,
Gianluca Varriale e Alessandro Riccardi. Mentre la distribuzione è
di Luce Cinecittà.
Nota
sulla distribuzione nelle sale di Pisa e Livorno
Impegnati
rispettivamente sui temi dello stop
all’istituzionalizzazione e
dell’antipsichiatria, Informare
un’h – Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli e
il Collettivo
Antipsichiatrico Antonin Artaud invitano
caldamente quante più persone possibile ad andare a vedere Bobò,
per lo straordinario valore
artistico dell’opera,
per omaggiare
l’uomo e
per il dirompente
messaggio politico che
il suo percorso di vita riesce a trasmettere a chiunque sappia
mettersi in ascolto.
Bobò sarà proiettato a Pisa
al
Cinema
Arsenale dal
4 al 07 dicembre 2025 ed
a Livorno al Cinema
Teatro 4 Mori il 12,
14 e 17 dicembre 2025 (per
dettagli, orari di programmazione e acquisto biglietti consultare il
sito del cinema).
(S.L.)