FANO: TI RIFIUTI DI METTERE LA MASCHERINA IN CLASSE? TI FACCIO IL TSO!
TI RIFIUTI DI METTERE LA MASCHERINA IN CLASSE? TI FACCIO IL TSO!!
Siamo sconcertati e ci vergogniamo dell’operato delle
Istituzioni. Davvero non si poteva agire diversamente? Bisognava proprio
attuare un TSO?
La legge 180/78 stabilisce che il trattamento sanitario obbligatorio
deve essere disposto con provvedimento del Sindaco del Comune di residenza su proposta
motivata da un medico e convalidata da uno psichiatra operante nella struttura
sanitaria pubblica. Dopo aver firmato la richiesta di TSO, il Sindaco deve
inviare il provvedimento e le certificazioni mediche al Giudice Tutelare
operante sul territorio il quale deve notificare il provvedimento e decidere se
convalidarlo o meno entro 48 ore. Il TSO
si può effettuare se si presentano contemporaneamente tre condizioni:
- quando la persona si trova in alterazione psichica tale da richiedere urgenti
interventi terapeutici
- quando tali interventi terapeutici vengono rifiutati dalla persona
- quando tali interventi non si possono garantire nel proprio domicilio
Premesso che per noi il TSO andrebbe abolito, in questo caso non ci sembra pertinente e legittimo attuare un trattamento sanitario
obbligatorio, sottrarre lo studente con un'ambulanza.
Se, in teoria, la legge prevede il ricovero coatto solo in casi limitati e dietro il rispetto rigoroso di alcune condizioni, la realtà testimoniata da chi la psichiatria la subisce è ben diversa. Con grande facilità le procedure giuridiche e mediche vengono aggirate: nella maggior parte dei casi i ricoveri coatti sono eseguiti senza rispettare le norme che li regolano e seguono il loro corso semplicemente per il fatto che quasi nessuno è a conoscenza delle normative e dei diritti del ricoverato.
Molto spesso prima arriva l' ambulanza per portare le persone in
reparto psichiatrico (spdc) e poi viene fatto partire il provvedimento; accade
anche che il paziente non viene informato di poter lasciare il reparto dopo lo
scadere dei sette giorni ed è trattenuto inconsapevolmente in regime di TSV
(Trattamento Sanitario Volontario). Persone che si recano in reparto in regime
di TSV sono poi trattenute in TSO al momento in cui richiedono di andarsene.
Diffusa è la pratica di far passare, tramite pressioni e ricatti, quelli che
sarebbero ricoveri obbligati per ricoveri volontari: si spinge cioè l’individuo
a ricoverarsi volontariamente minacciandolo di intervenire altrimenti con un
TSO.
La vicenda di Fano crea un precedente preoccupante nell’uso della
repressione come metodo educativo. Dato l’elevato numero di ricoveri coatti
praticati ogni anno in Italia, non possiamo fare a meno di chiederci: appena un
individuo si discosta da quella che i più definiscono normalità è a rischio
TSO?
Collettivo Antipsichiatrico
Antonin Artaud-Pisa antipsichiatriapisa@inventati.org / www.artaudpisa.noblogs.org / 335 7002669