DISEGNI e SCRITTE MURARIE sull'INTONACO del REPARTO di PSICHIATRIA di PISA
Disegni e scritte murali sull’intonaco del muro del reparto di psichiatria SPDC (Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura) dell’Ospedale Santa Chiara di Pisa.
In seguito alla ristrutturazione del reparto di psichiatria dell’Ospedale santa Chiara di Pisa è stato rimosso, e gettato nell’immondizia, l’intonaco che andava a rivestire le pareti della stanza “ricreativa” dove è permesso fumare (fig. 1-7). L’intonaco, la cui superficie è rivestita in lineolum, è stato trovato, recuperato e donato al collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud.
È stato staccato dal muro a luglio 2020. L’attuale SPDC ha aperto nel 2013 ma non sappiamo quantificare con precisione a quali anni risalgano le scritte. Ipotizziamo che il muro sia stato scritto e cancellato più volte, e che queste scritte arrivate a noi possano avere all’incirca tre o quattro anni; vi sono riportate delle date del 2016 e del 2017.
L’intonaco va inserirsi nel contesto dell’Arte Ir-ritata, che raccoglie in sè linguaggi e manifestazioni espressivi prodotti da persone che si trovano costrette e obbligate in contesti istituzionali di reclusione, mortificanti e afflittivi (il carcere, un reparto o un istituto psichiatrico ecc).1
Per dirla con le parole di Antonin Artaud, a cui il collettivo si inspira, l’atto creativo rappresenta per l’autore una risorsa vitale e per la società il documento significativo di una relazione non acquiescente a una condizione mortificante.
Il secondo pezzo d’intonaco rinvenuto è largo 5,80 m e alto 1,91 (fig.6-7) ed è segnato solo nella parte superiore, pensiamo che sotto c’erano le panchine sulle quali gli internati potevano sedersi. Anche in questo ci sono disegni, molto belli, di persone, visi di donna, di bambine, di pesci, di uccelli, oltre che scritte con invocazioni, offese, motti, imprecazioni, citazioni, poesie, slogan, graffiti e molti scarabocchi. Abbiamo notato che nessuno di questi si sovrappone agli altri, nessuna scritta va a coprire un’altra, alcune scritte sono state aggiunte vicino ad altre, dando ulteriore valore alle prime. Ci sono richieste di aiuto e di uscire, di non essere obbligati a prendere psicofarmaci e di non essere considerati cartelle cliniche ma persone. Ci sono invocazioni alla libertà, slogan e scritte politiche come “stop omofobia” e anche scritte da stadio.
Varie sono le citazioni che ci hanno colpito: “la pazzia è relativa, chi stabilisce la normalità” di Charles Bukowski. Un altra citazione è: “un’ape non è impaurita da me, conosco la farfalla. Il grazioso popolo dei boschi mi riceve cordialmente, i ruscelli ridono più forte quando arrivo, più folle giocano le brezze, perché il tuo argento mi appanna la vista, perché oh giorno d’estate” tratta da una poesia di Emily Dickinson. Ci sono anche delle poesie di Baudelaire e di Walt Whitman, molte citazioni e disegni recano la firma Sil. Ipotizziamo che l’autore avesse potuto avere con sé uno strumento, forse il telefono, dove leggere e trovare queste citazioni. Sono citazioni colte tratte da poeti e scrittori famosi, come una voglia di ispirarsi alla poesia.
Nel complesso alcuni disegni sono molto ben fatti, tipo una “bambina fra le stelle” ben realizzata. C’è un disegno raffigurante quattro triangoli, simboli dei 4 elementi con sotto una specie di corpo in viola (fig.8). Nella teoria della Globalità dei linguaggi3, che riprende la simbologia di Goethe, il colore viola simboleggia l’urgenza di esprimersi.
Ci sono quattro occhi disegnati che sono sbarrati, cancellati, con delle x nere (fig.9), i quali crediamo possano prestarsi almeno a due, fra le varie, letture. La prima è che l’occhio possa simboleggiare il controllo, il fatto di essere osservati, controllati, di conseguenza la sua negazione, attraverso le croci, crediamo possa essere espressione di ribellione nei confronti del controllo, forse l’istituzione ospitante stessa. Dato che non è certo che gli occhi e le croci siano state realizzate dalla medesima mano, un’altra lettura possibile è che la cancellatura possa esprimere un atto di prepotenza, uno sgarbo; nella street art questa pratica è, appunto, detta crossing.
C’è una poesia che ci ha colpito molto sul tempo, sullo scorrere di esso; immaginiamo che in un reparto psichiatrico il tempo sia molto rallentato:
“ scorre il tempo, scorre come nuvole di ovatta, amalgamando di sorrisi corpi vuoti come gusci di noce, occhi persi nello sguardo sulla realtà scandita dal filo di fumo di quella sigaretta fuori il tempo” (fig.10).
Poesia in tedesco è dichtung, parola che significa appunto ingannare il tempo, attraverso la poesia si inganna il tempo.
Sulla questione delle sigarette troviamo una scritta un po' più in alto rispetto alla poesia: “fammi fumare per favore!”. Occorre a questo punto aprire una piccola parentesi sulla gestione delle sigarette, un dispositivo che si ritrova spesso in luoghi come le istituzioni totali. Il tempo dentro al reparto di psichiatria è scandito da una sigaretta. La sigaretta serve a scandire il tempo, come dice la poesia, è l’unica cosa che scandisce il tempo. Ha un’ importanza fondamentale per le persone recluse, gli infermieri lo sanno bene e usano la sigaretta come punizione o come premio. Le sigarette sono gestite esclusivamente da loro. In alcune comunità terapeutiche psichiatriche o per tossicodipendenti se la persona si comporta bene le mantengono le sigarette che le spettano, ma se si comporta male, secondo lo staff che dirige queste comunità, per punizione gliele tolgono4. Ci sono persone che non fumano iniziano a fumare dentro il reparto, per poi smettere una volta uscite. Fumare in luoghi chiusi è un metodo contro la noia, come elemento di di socialità e per scandire il tempo. Quando siamo andati in quel reparto psichiatrico di Pisa abbiamo visto varie volte il rito della sigaretta: l’infermiera con in mano un pacchetto e davanti a lei, in fila come delle galline, tutti i pazienti in attesa, l’infermiera distribuisce ad ognuno una sigaretta e poi l’accende una per una e le persone vanno nella stanza fumatori (fig.11).
Registriamo una forte urgenza ad esprimersi, sentita da persone che, nonostante si trovino rinchiuse all’interno di un reparto psichiatrico, hanno una spinta, un bisogno a manifestare e condividere la propria esperienza ed esistenza, come per affermare “ci sono, sono vivo, esisto”. Consapevoli di stare attraversando un momento delicato della propria vita , un momento che richiede un guizzo creativo, una spinta alla creazione di una diversa e nuova narrazione di sé.5
Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
via
San Lorenzo 38, 56100
Pisa
antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org
3357002669
1Valentino N.,L’Arte Ir-ritata, Sensibili alle Foglie, Roma, 2017
2Dalla canzone “Ti regalerò una rosa” di Simone Cristicchi
3 S. Guerra Lisi, G. Stefani, Globalità dei Linguaggi – Manuale di MusicArterapia, Carrocci Faber, Roma, 2006
4 N.Valentino, La Contessina (a cura di), Sensibili alle foglie, Roma, 2012
5 N. Valentino,L’Arte Ir-ritata, op. cit.