CANAPISA 2019 - PSICOFARMACI e PSICHIATRIA: ATTENZIONE all' EPIDEMIA!
sotto il volantino che distribuiremo come Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
alla STREET PARADE ANTIPROIBIZIONISTA CANAPISA 2019
SABATO 18 MAGGIO ore 16 zona STAZIONE
alla STREET PARADE ANTIPROIBIZIONISTA CANAPISA 2019
SABATO 18 MAGGIO ore 16 zona STAZIONE
PSICOFARMACI e PSICHIATRIA: ATTENZIONE ALL’EPIDEMIA!!
Anche quest'anno parteciperemo a Canapisa per sostenere la lotta
antiprobizionista e ribadirne l'affinità
con quella antipsichiatrica. Rivendichiamo la libertà di scegliere per
noi stessi e rifiutiamo qualsiasi forma di patologizzazione dei comportamenti,
tesa a creare categorie sociali discriminate e emarginate come quelle di
"drogato" e "pazzo".
L’istituzione psichiatrica è uno dei principali strumenti che il sistema
usa per ostacolare l’autodeterminazione degli individui, per arginare qualsiasi
critica sociale e normalizzare quei comportamenti ritenuti “pericolosi” poiché
non conformi al mantenimento dello status quo, intervenendo nel complesso
ambito della sofferenza. Assistiamo oggi ad una sistematica diffusione della
crisi, sia sociale, economica e personale; le cui cause vanno ricercate nella
società in cui viviamo e nello stile di vita che ci viene imposto e non nei
meccanismi biochimici della mente. La logica psichiatrica sminuisce le nostre
sofferenze, riducendo le reazioni dell’individuo al carico di stress cui si
trova sottoposto a sintomi di malattia e
medicalizzando gli eventi naturali della vita.
La psichiatria ha
rimodellato, in profondità, la nostra società. Attraverso il suo Manuale
Diagnostico e Statistico (DSM), la psichiatria traccia la linea di confine tra
ciò che è normale e ciò che non lo è. La nostra comprensione sociale della
mente umana, che in passato nasceva da fonti di vario genere, ora è filtrata
attraverso il DSM. Quello che finora ci ha proposto la psichiatria è la
centralità degli “squilibri chimici” nel funzionamento del cervello, ha
cambiato il nostro schema di comprensione della mente e messo in discussione il
concetto di libero arbitrio. Ma noi siamo davvero i nostri neurotrasmettitori?
Gli psicofarmaci, oltre ad agire solo sui sintomi e non sulle cause della
sofferenza della persona, alterano il metabolismo e le percezioni, rallentano i
percorsi cognitivi ed ideativi contrastando la possibilità di fare scelte
autonome, generano fenomeni di dipendenza ed assuefazione del tutto pari, se
non superiori, a quelli delle sostanze illegali classificate come droghe
pesanti, dalle quali si distinguono non per le loro proprietà chimiche o
effetti ma per il fatto di essere prescritti da un medico e commercializzate in
farmacia. Siamo qui a chiedere dunque: qual’é la vera differenza fra le droghe
illegali e gli psicofarmaci?
Sappiamo bene che le persone trattate con psicofarmaci aumentano la
probabilità di trasformare un episodio di sofferenza in una patologia cronica.
Molti coloro che ricevano un trattamento farmacologico vanno incontro a nuovi,
e più gravi, sintomi psichiatrici, a patologie somatiche e a una compromissione
cognitiva.
L’allargamento dei confini diagnostici favorisce il reclutamento, in
psichiatria, di un numero sempre più alto di bambini e adulti. Oggi a scuola
sono sempre di più i bambini che hanno una diagnosi psichiatrica e ci è stato
detto che hanno qualcosa che non va nel loro cervello e che è probabile che
debbano continuare a prendere psicofarmaci per il resto della loro vita,
proprio come un “diabetico che prende l’insulina”.
Poiché la risposta psichiatrica è sempre la stessa per tutte le situazioni
- diagnosi - etichetta e cura farmacologica - crediamo che rivendicare il
diritto all'autodeterminazione in ambito psichiatrico significhi
“riappropriarsi” della follia e della molteplicità di maniere per affrontarla,
elaborandola in maniera autonoma.
Siamo contro l'obbligo di cura e contro il Trattamento Sanitario
Obbligatorio (TSO), non condanniamo a priori l'utilizzo di psicofarmaci ma
pensiamo che spetti all'individuo deciderne in libertà e consapevolezza
l'assunzione.
Il TSO, la cui applicazione avviene nei reparti ospedalieri preposti (i
cosiddetti SPDC), ha effetti coercitivi che vanno ben oltre le mura della
stanza d'ospedale: è usato, presso i CIM o i Centri Diurni, anche come
strumento di ricatto quando la persona chiede di interrompere il trattamento o
sospendere/scalare la terapia; infatti oggi l' obbligo di cura non si limita
più alla reclusione in una struttura, ma si trasforma nell'impossibilità
effettiva di modificare o sospendere il trattamento psichiatrico per la
costante minaccia di ricorso al ricovero coatto cui ci si avvale alla stregua
di strumento di oppressione e punizione. Per questo ancora una volta diciamo NO
ai TSO, perché i trattamenti sanitari non possono e non devono essere
coercitivi e affinché nessuno più debba morire di psichiatria.
Sentiamo
pertanto l'esigenza di contrastare ancora una volta il perpetuarsi di tutte le
pratiche psichiatriche e di smascherare l’interesse economico che si cela
dietro l’invenzione di nuove malattie per promuovere la vendita di nuovi
farmaci. Il
percorso di superamento di queste pratiche e di tutte le pratiche non
terapeutiche deve essere portato avanti e difeso in tutti i servizi
psichiatrici, in tutti i luoghi e gli spazi di cultura e formazione dove il
soggetto principale è una persona, che insieme ai suoi cari, soffre una
fragilità.
È
giusto lottare anche contro trattamenti considerati obsoleti ma che invece sono
ancora usati e stanno tornando di moda, come l’Elettroshock. L’elettroshock oggi viene
chiamato TEC (terapia elettroconvulsiva) ma rimane la stessa tecnica inventata
nel 1938 da Cerletti e Bini. Si tratta sempre di far passare la corrente
elettrica per la testa di una persona, che passando attraverso il cervello, produce
una convulsione generalizzata. Migliorandone le garanzie burocratiche, così
come introducendo alcune modifiche nel trattamento, vedi anestesia totale e
farmaci miorilassanti , non si cambia la sostanza della TEC.
A più di ottanta anni dalla sua
invenzione, possiamo affermare che l’elettroshock è l’unico trattamento, che
prevede come cura una grave crisi organica dei soggetti indotta a tale scopo,
mai dichiarato obsoleto. Uno
dei luoghi in cui l’elettroshock viene praticato è l’Ospedale Santa Chiara a Pisa. Per
questo saremo lì davanti, in un presidio di contro-informazione e di denuncia
di quella pratica come di altre, tutte orientate alla costruzione di un futuro
che si vorrebbe fatto di persone annichilite e ammansite, non oppositive e
quindi facili da gestire.
Invitiamo tutti/e a
partecipare ai seguenti appuntamenti:
-
PRESIDIO
INFORMATIVO CONTRO L’USO DELL’ELETTROSHOCK
SABATO 1 GIUGNO alle ore 16 c/o
Ingresso Ospedale S. Chiara in Via Paolo Savi angolo via Niccolò Pisano
-
ASSEMBLEA
NAZIONALE ANTIPSICHIATRICA DOMENICA 2 GIUGNO alle ore 10:30 c/o Spazio
Antagonista Newroz in via garibaldi 72
Collettivo Antipsichiatrico Antonin
Artaud
via San Lorenzo 38 56100 Pisa antipsichiatriapisa@inventati.org /
www.artaudpisa.noblogs.org / 335 7002669