ELETTROSHOCK? STACCHIAMO LA SPINA!
ELETTROSHOCK? STACCHIAMO LA SPINA!!
Negli ultimi anni è
aumentato in Italia l’uso dell’elettroshock per i pazienti psichiatrici, ad
oggi in Italia i presidi sanitari che praticano l'elettroshock sono 91 tra
cliniche pubbliche e private; dieci anni
fa erano 9. Nel 2008, un gruppo di psichiatri convinti sostenitori dei benefici
della TEC rivolsero una petizione al Ministero della Salute affinché si aprisse
«almeno» un istituto per la somministrazione dell’elettroshock per ogni milione
di abitanti. Visto che le strutture che oggi eseguono la TEC sono novantuno,
ora esiste un presidio attrezzato per effettuarla per ogni 500.000 abitanti.
Ovvero il doppio dell’obiettivo che voleva essere raggiunto.
All’interno delle strutture
sanitarie vengano fatte campagne di screening preventivi finalizzate
all’incentivazione di tale terapia soprattutto per quanto riguarda ipotetici
problemi di depressione post partum dove
la TEC viene addirittura proposta quale terapia adeguata e meno invasiva per le
neo mamme rispetto ad un Trattamento Sanitario Obbligatorio o volontario che
impieghi gli psicofarmaci.
Le modifiche nel trattamento (anestesia totale e farmaci miorilassanti
che impediscono le contrazioni muscolari, in precedenza diffuse a tutto il
corpo con la conseguente rottura di denti ed ossa) riescono solo a camuffare
gli effetti esteriori dell’operazione rendendola forse più ammissibile da un
punto di vista estetico, ma non cambiandone la sostanza: una scarica di
corrente elettrica costante di 0,9 ampere sui lobi frontali o sull'emisfero
cerebrale non dominante -TEC monolaterale- che provoca un’intensa crisi
convulsiva durante la quale il cervello aumenta il suo metabolismo, il flusso e
la pressione sanguigna. Tutto questo provoca un danneggiamento alla barriera
emato-encefalica (la barriera di protezione contro le sostanze nocive) e
all’equilibrio biochimico del nostro cervello (viene inibita la sintesi delle
proteine e di RNA e aumenta notevolmente il livello di neuro-trasmettitori e di
alcuni enzimi).
A
seguito del trattamento si riscontrano molti e gravissimi effetti collaterali,
quali gravi e ampie perdite di memoria, la rottura di vasi sanguigni cerebrali
(micro emorragie cerebrali), regressione della capacità discorsiva, persistenti
emicranie, problemi cardio-circolatori e riduzione della massa cerebrale
(atrofia cerebrale).
La terapia elettroconvulsivante viene portata avanti da psichiatri di
impronta organicista che, con i loro metodi autoritari, invasivi ed offensivi
della dignità umana, compromettono seriamente la salute di milioni di persone,
prima prescrivendo farmaci e poi, quando questi non producono nel paziente i
risultati sperati, o meglio, quando non si sa più che pesci prendere,
suggerendo l'elettroshock, che giova alla “cura” della depressione e della
tristezza nella misura in cui provoca vuoti di memoria, apatia e demenza.
L’elettroshock è l’unico
trattamento delle shock terapie, che prevede come cura una grave crisi
convulsiva, mai dichiarato obsoleto. Anzi, si è cercato di modernizzarlo, sin
dai primi anni.
È proprio relativamente
all’attuale e globalizzato panorama d’impiego dell’elettroshock, poco
trasparente e condiviso, che continuiamo a porci domande come queste:
Perché questo trattamento
medico – che per stessa ammissione di molti psichiatri che lo hanno applicato e
che continuano ad applicarlo – utilizzato in passato come metodo di
annichilimento dell’umano, come strumento di tortura, come mezzo repressivo
contro la disobbedienza, non
viene dichiarato superato
dalla storia?
È sufficiente praticare
un’anestesia totale per rendere più umana e dignitosa e legittima la sua
applicazione?
Durante la sua applicazione
pratica, si sta ancora immettendo corrente elettrica verso il cervello di un
proprio simile oppure si effettua un intervento equiparato ad ogni altra
operazione chirurgica peraltro senza usare bisturi? Possono dei benefici
temporanei, che per avere effetto devono comunque essere accompagnati
dall’assunzione di psicofarmaci, essere un valido motivo per usare questo
trattamento?
Si possono ignorare gli
effetti negativi dell’elettroshock?
La validità scientifica del metodo
ancora oggi non è provata e i meccanismi di azione della TEC non sono noti. Per
la psichiatria «rimane irrisolto il problema di come la convulsione cerebrale
provochi le modificazioni psichiche» e «non è chiaro quali e in che modo queste
modificazioni (dei neurotrasmettitori e meccanismi recettoriali) siano correlate
all’effetto terapeutico» (G.B.Cassano, Manuale di Psichiatria).
Ci teniamo a
ribadire che nonostante le vesti moderne l’elettroshock rimane una tortura, una
disumana violenza e un attacco all'integrità psicologica e culturale di chi lo
subisce. Insieme ad altre pratiche della psichiatria come il TSO (trattamento
sanitario obbligatorio), l’elettroshock è un esempio se non l’icona della
coercizione e dell’arbitrio esercitato dalla psichiatria.
Collettivo Antipsichiatrico
Antonin Artaud
GIOVEDI 12 GIUGNO 2014
PRESENTAZIONE DEL LIBRO
“ ELETTROSHOCK.
La storia delle terapie elettroconvulsive e i racconti
di chi le ha vissute.”
EDIZIONI SENSIBILI ALLE FOGLIE
ORE 21 CENTRO POLIEDRO
PIAZZA BERLINGUER
PONTEDERA
per info:
antipsichiatriapisa@inventati.org
335 7002669