articolo on line su incontro antipsichiatrico in 2 scuole superiori fiorentine
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Psichiatria; il collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud
interviene al dibattito al forum del Machiavelli-Capponi
(2 scuole superiori di Firenze)
Il Collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud di Pisa solleva un dibattito serrato sulla funzione della psichiatria: storie raccolte dai volontari sul campo, informazioni e tipologia dei farmaci utilizzati. Toccato anche il nodo dell'uso, tuttora vigente, dell'elettroshock
Psichiatria, dibattito al forum del Machiavelli-Capponi Firenze - Un dibattito sulla psichiatria, sul suo significato, evoluzione, sulla sua stessa ragion d’essere si è tenuto mercoledì 23 e sabato 26 novembre al liceo classico Machiavelli e al liceo linguistico Capponi nell’ambito dei 4 giorni di Forum organizzato dagli studenti.
Il collettivo antipsichiatrico di Pisa Antonin Artaud, associazione che da anni si batte contro la visione di una psichiatria ridotta a controllo sociale e mezzo di contenzione piuttosto che di cura, ha esposto brevemente le motivazioni che hanno indotto i suoi componenti a lavorare in team, delienando i due campi di azione su cui incentrano la loro attività: ascolto e difesa delle persone psichiatrizzate che si rivolgono all’associazione per chiedere aiuto, e ricerca e informazione sui farmaci utilizzati in psichiatria.
Infine il dibattito si è fatto serrato, in particolare quando sono state raccontate storie vissute sul campo dai volontari. In discussione, molti pregiudizi legati alle patologie mentali, alle istituzioni preposte a curarle (diffuso ad esempio il pregiudizio che chi viene “psichiatrizzato” sia ormai al di fuori di qualsiasi aiuto sociale, come se perdesse una parte di umanità). Da rilevare anche la spiccata paura e il disagio che solleva la malattia psichiatrica nella cosidetta “normalità”.
Un confronto proficuo anche a detta dei volontari, che hanno corretto alcune lacune informative circa il mondo della psichiatria. Come la pratica dell’elettroshock, da molti erroneamente ritenuta obsoleta e caduta in disuso, mentre viene ancora utilizzata nelle strutture “con finalità – ricordano i volontari – sostanzialmente punitive e legate a un business preciso che ne sostiene l’uso”.
stefania valbonesi