ANCORA MANICOMI...
ANCORA MANICOMI
R.E.M.S in via Terracini 31 – BOLOGNA
Nel 2011
la degradante situazione che vivevano gli internati dei sei ospedali psichiatrici giudiziari(O.P.G),è
fuoriuscita da quelle mortificanti strutture “terapeutiche”,rompendo
quell'agghiacciante silenzio imposto da gran parte della psichiatria e della
magistratura,complice una società”civile” per lo più indifferente e ancora
pronta a legittimare le innumerevoli
atrocità che tuttora compie professionalmente la pseudo-scienza psichiatrica
all'interno dei propri servizi manicomiali gestiti autonomamente dai D.S.M
(dipartimenti di salute mentale)o da compiacenti cooperative sociali(tra cui comunità,reparti
ospedalieri,centri diurni e ambulatoriali).
L'impatto
mediatico ottenuto dalle riprese effettuate all'interno dei vari O.P.G ha
certamente favorito l'approvazione della
legge 81, la quale sancisce in data 31.3.2015 la chiusura dei sei manicomi
giudiziari(cinque tuttora funzionanti) e obbliga ogni Regione a predisporre sul proprio
territorio nuove strutture,le R.E.M.S(residenze
per l'esecuzione della misura di sicurezza).
Ma fin
quando non si avrà la volontà di cancellare dal codice penale la cosiddetta
“pericolosità sociale”, i
giudici sulla base dell'”incapacità di intendere e volere” definita da
un perito psichiatra all'interno di un processo penale, applicheranno una
“misura di sicurezza detentiva”, ovverosia un internamento nelle R.E.M.S o “non
detentiva”(libertà vigilata) con la presa in carico troppo spesso vitalizia e
asfissiante dei servizi psichiatrici territoriali.
Sostituire
la targa esterna del manicomio(vedi“ex”-O.P.G di Castiglione delle Stiviere ora
R.E.M.S), rimbiancare le pareti o le mura di cinta, sostituire le inferiate con
vetri antisfondamento e capillari sistemi di sorveglianza, sostituire le porte
blindate con alti dosi di psicofarmaci e l'uso dei letti di contenzione,
diminuire il numero delle persone internate, sostituire l'”ergoterapia”
ovverosia il lavoro imposto nei vecchi manicomi con le “attività occupazionali
terapeutiche”(solo efficaci nel sopportare il misero e lento trascorrere del
tempo),sostituire le divise della polizia penitenziaria con le divise della
sicurezza privata,con i camici bianchi dei “medici” e degli operatori
sanitari(oltre a un numero insignificante di figure educative troppo spesso
appartenenti alla ciurma dei sorveglianti),sono tutte misure utili a
mistificare la conservazione dello status quo.
Cambiare
tutto per non cambiare nulla...
Anche a
Bologna AUSL,magistratura di sorveglianza e compiacenti giornalisti,hanno il
coraggio e l'arroganza di presentare il
neo-manicomio di via Terracini come un luogo nel quale si concretizza un reale percorso di
“superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari”.
Le
testimonianze e le regole imposte dai vari responsabili/carcerieri, presentano
una situazione ben distinta dall'immagine che in questi mesi si è forzatamente
costruita. Purtroppo per loro ci sono persone che non si sottomettono a questo stato di cose e denunciano l'esistenza
di regole di natura esclusivamente
carceraria e manicomiale.
Le visite
dei parenti possono essere effettuate
solo una ogni due settimane(mentre nell'O.P.G di Reggio Emilia sono concesse
sei visite ogni mese),ogni internato può ricevere ed effettuare solo una telefonata alla settimana e solo a
numeri autorizzati dai responsabili i quali non sono certamente propensi a
richiedere,al magistrato di sorveglianza,“permessi di uscita”dal
neo-manicomio(all'O.P.G di Castiglione delle Stiviere si concedono “permessi di
uscita” con più frequenza e per più ore o giorni).
Altro che
superamento degli O.P.G...
Altro che
reinserimento sociale...
In tale
struttura l'approccio degli operatori non valorizza le diversità ma le
patologizza secondo i loro ristretti parametri di giudizio. La loro misera e
“indiscutibile” Normalità. L'autorità di chi si autoproclama “terapeuta”.
Le logiche
manicomiali,in grado di creare stigma e isolamento dal mondo esterno
sono ben radicate in questa struttura a loro dire“di cura e custodia”.Ma
sappiamo bene che tutti i castelli di sabbia,presto o tardi crollano
inesorabilmente.
Impediamo
che i tentacoli asfissianti della psichiatria continuino ad allargarsi in ogni
dove, violentando la sfera spirituale, umana, sociale, del disagio, della
sofferenza, del proprio essere... della vita.
I Telefoni
Viola con le realtà con cui collaborano, continueranno a porre impegno nel
rendere sempre più agibili i percorsi di chi esprime la volontà di liberarsi una
volta per tutte dalla morsa
psichiatrica. Continueremo sempre con maggior tenacia ad offrire un concreto sostegno umano,medico
e legale a chi lo riterrà opportuno in pieno rispetto della libertà e
della dignità dell'individuo.
Telefono Viola di Piacenza,Reggio Emilia
e Bergamo
Collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud
- Pisa
Centro Relazioni umane - Bologna
Collettivo antipsichiatrico Camap - Brescia
Proposte pratiche per un reale
superamento dell'O.P.G/R.E.MS e dai servizi psichiatrici territoriali :
leggi il Comunicato:”Siamo tutti socialmente
pericolosi”