A Pisa è nato il collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud contro gli usi ed abusi della psichiatria.
Nessuno di noi è psichiatra, psicologo o uno "specialista " della mente ma siamo tutte persone
interessate a contrastare gli effetti nefasti che questa scienza del controllo produce sull'intero corpo sociale.
Ci sembra necessario mettere in discussione le pratiche di esclusione e segregazione indirizzate
a tutti quelli che non accettano il sistema di valori imposto dalla società.
E' arrivato il momento di rompere il silenzio che permette il brutale perpetuarsi di tutte le
pratiche psichiatriche e di smascherare l'interesse economico che si cela dietro
l'invenzione di nuove malattie per promuovere la vendita di nuovi farmaci.
Ci proponiamo di fornire:
- un aiuto legale
- informazione sui farmaci e sui loro effetti
collaterali
- denunciare le violenze e gli abusi della psichiatria

Chiunque è interessato può intervenire alle nostre assemblee che si svolgano
tutti i martedì alle 21:30 c/o lo Spazio Antagonista Newroz in via Garibaldi 72 a PISA
per info : antipsichiatriapisa@inventati.org
3357002669

attivo il nuovo sito del collettivo
www.artaudpisa.noblogs.org

mercoledì 18 aprile 2007

Comune di Pisa :quello che le cifre non dicano!

riceviamo e pubblichiamo l'intervento di un gruppo di lavoratori
del servizio dell'assistenza domiciliare sull'estrenalizzazioni e la gestione della cosidetta "marginalità sociale" da patre del Comune di Pisa che risparmia e specula sulla pelle dei lavoratori e sui bisogni delle persone...

Comune di Pisa: quello che le cifre non dicono

Leggiamo dall'articolo del Tirreno del 29 marzo che il Comune di Pisa si prodigherebbe nel campo del sostegno e assistenza alle categorie dell'”alta marginalità” o a rischio disagio spendendo anche cifre considerevoli.

La categoria sociologica che sottende questa definizione è di per sé discutibile perché creata ad hoc per tenere ai “margini” della società tutte e tutti coloro che non sono utili o produttivi. La “normalità” diventa solo la capacità di vendere la propria forza lavoro e la sanità in generale assomiglia sempre più ad una catena di montaggio dove “il pezzo” usurato viene sostituito per permettere un veloce rientro nel mondo del lavoro o, peggio ancora, la capacità lavorativa viene mantenuta tramite supporto “farmacologico” indipendentemente dal fatto che la somministrazione del farmaco possa essere precursore di nuova malattia. Ovviamente questo modello di sanità comporta dei costi molto elevati per i cittadini.
Per la cura di quelle malattie che non potranno mai riportare l’individuo ad essere produttivo, bisogna invece risparmiare al massimo, abbattendo, tanto per cominciare, il costo del lavoro. Ma se il paradigma di “normalità” è quello del soggetto “improduttivo”, sono sempre più i soggetti a rischio disagio tanto più quanto il lavoro si trasforma in precario e flessibile e l’accesso al lavoro presuppone una continua e totale disponibilità alle esigenze dei datori di lavoro. Ecco che il numero degli assistiti aumenta sempre più, e con essi il lievitare dei costi.

Come lavoratori e lavoratrici impegnati in questo settore vorremmo innanzitutto chiarire che tutto ciò che riguarda il lavoro di cura e di assistenza è già da tempo stato appaltato al sistema delle cooperative con il solo scopo di abbassare il costo del lavoro, decurtando diritti e salari.
Ma è il sistema dell'assistenza domiciliare indiretta per i diversamente abili che dimostra di quanto possano essere lesi i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici.

Tramite il servizio territoriale della ASL, consociata del Comune nella cosiddetta “Società della Salute” duecento persone (218 per la precisione), ovvero gli educatori domiciliari, lavorano senza che del loro lavoro vi sia traccia: non hanno nessun contratto con l’ente che da parte sua si limita ad erogare un misero assegno mensile (si parla di 150-300 euro al mese) alla famiglia del portatore di handicap.
L'EDUCATORE (stiamo parlando di personale ovviamente qualificato, spesso si tratta di studenti della facoltà di scienze sociali) E' EQUIPARATO AD UN AUSILIO. Nonostante ciò il lavoro è monitorato dall'assistente sociale che se ne occupa e a cui arriva puntualmente una relazione.
Siamo oltre la soglia del lavoro nero, siamo ai lavoratori fantasma !!! Tutto questo per risparmiare e speculare su bisogni e necessità di categorie sentite e fatte sentire come più deboli!!!

Cobas cooperative e Educatori e educatrici domiciliari

Collettivo Antipsichiatrico "Antonin Artaud" Pisa - 2007 antipsichiatriapisa@inventati.org