CANAPISA 2016 sab 28 Maggio piazza S.Antonio ORE 16 PISA
come
collettivo antipsichiatrico anche quest'anno parteciperemo a Canapisa.
sotto il volantino che distribuiremo durante la street parade.
CANAPISA STREET PARADE 2016 Sabato 28 maggio
ore 16 Piazza Sant’Antonio – PISA
LA FOLLIA DI CURARE LA PAZZIA
Ovvero sulla crisi , sul controllo sociale e sulla diffusione degli psicofarmaci.
L’istituzione
psichiatrica è uno dei principali strumenti che il sistema usa per
ostacolare l’autodeterminazione degli individui, per arginare qualsiasi
critica sociale e normalizzare quei comportamenti ritenuti “devianti”
poiché non conformi al mantenimento dello status quo, intervenendo nel
complesso ambito della sofferenza.
Assistiamo
oggi ad una sistematica diffusione della crisi, di matrice economica,
politica, sociale e personale; le cause di questa crisi vanno ricercate
nella società in cui viviamo e nello stile di vita che ci viene imposto;
non nei cosiddetti disturbi biochimici della mente.
La
logica psichiatrica sminuisce invece le nostre sofferenze, riducendo le
reazioni dell’individuo rispetto al carico di stress cui si trova
sottoposto a sintomi di una malattia e medicalizzando gli eventi
naturali della vita.
Poiché
la risposta psichiatrica è sempre la stessa per tutte le situazioni –
ovvero diagnosi/etichetta e cura farmacologica – noi crediamo che
rivendicare il diritto all'autodeterminazione in ambito psichiatrico
significhi “riappropriarsi” della follia e della molteplicità di maniere
per affrontarla, elaborandola in maniera autonoma.
La
psichiatria moderna è diventata una tecnica di repressione tramite
psicofarmaci. Che bisogno c’è della camicia di forza quando oggi basta
una pillola o un'iniezione?
Sicuramente
l’uso della violenza (non del tutto scomparso, laddove ancora si
pratica la contenzione meccanica) è un approccio più appariscente e
rumoroso. Ecco perché oggi gli si preferisce la tecnica farmacologica,
più silenziosa, incontrollabile e accettabile. È molto più semplice
convincere qualcuno a prendere delle pasticche o a farsi fare iniezioni
che a farsi legare ad un letto.
In
questa epoca post-basagliana, in cui si chiudono gli OPG (Ospedali
Psichiatrici Giudiziari) ma si aprono le REMS (Residenze Esecuzione
Misura di Sicurezza), in cui si continua a praticare l’elettroshock
avendogli solamente cambiato nome in TEC (Terapia Elettro Convulsiva)
non c'è evoluzione o cambiamento (né democrazia, per chi ne parli ancora
in questi termini) nell'affrontare la follia senza legarla ad un letto
ma sostenendo l'obbligo di cura.
L’istituzione
psichiatrica continua a compiere la sua funzione di esclusione e
controllo sociale, ed ha enormemente ampliato il suo bacino d’utenza
aumentando di anno in anno il numero di “malattie mentali” da curare,
ossia dei comportamenti “devianti” da uniformare. Tra questi rientra il
consumo di sostanze psicoattive, che oggi diviene sintomo di un disagio
da trattare con cure psichiatriche, trasformando un fenomeno culturale e
sociale in una questione sanitaria. Negli ultimi anni a causa del
decreto Fini-Giovanardi e delle nuove proposte di legge in materia
psichiatrica, si è rafforzato il legame proibizionismo-psichiatria ed i
consumatori di sostanze illegali sono diventati merce per le
multinazionali farmaceutiche e per l'industria del recupero e della
riabilitazione sulla base di una doppia diagnosi che li vede “malati
mentali” in quanto drogati e “drogati” a causa della loro "malattia
mentale".
Nonostante
si dimostri proibizionista nei confronti di chi consuma volontariamente
sostanze, la psichiatria diffonde sul mercato molecole psicoattive e
somministra trattamenti farmacologici che sono spesso introdotti
coercitivamente nel corpo delle persone.
Gli
psicofarmaci, oltre ad agire solo sui sintomi e non sulle cause della
sofferenza della persona, alterano il metabolismo e le percezioni,
rallentano i percorsi cognitivi ed ideativi contrastando la possibilità
di fare scelte autonome, generano fenomeni di dipendenza ed assuefazione
del tutto pari, se non superiori, a quelli delle sostanze illegali
classificate come droghe pesanti, dalle quali si distinguono non per le
loro proprietà chimiche o effetti ma per il fatto di essere prescritti
da un medico e commercializzate in farmacia.
Siamo
contro l'obbligo di cura. Non siamo a priori contro l'utilizzo di
psicofarmaci e non demonizziamo alcuna delle sostanze. Riteniamo che
spetti all'individuo deciderne in libertà e consapevolezza l'assunzione.
Sentiamo pertanto l'esigenza di contrastare ancora una volta il
perpetuarsi di tutte le pratiche psichiatriche e di smascherare
l’interesse economico che si cela dietro l’invenzione di nuove malattie
per promuovere la vendita di nuovi farmaci.
Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
via San Lorenzo 38 56100 Pisa
antipsichiatriapisa@inventati.org www.artaudpisa.noblogs.org / 335 7002669