SABATO 30 GENNAIO 2016
2 PRESIDI NO REMS (Residenze
Esecuzione Misura di Sicurezza
CHIUDERE TUTTI I MANICOMI! NO AI
MINI-OPG per la CHIUSURA delle REMS
- VOLTERRA ore 12 in piazza SAN
MICHELE
- BRA ore 15 in via CAVOUR
Sotto pubblichiamo il volantino del Collettivo
Antipsichiatrico “Francesco Mastrogiovanni” di Torino
Bra. Presidio No REMS Sabato 30 gennaio ore 15 in via Cavour (se piove sotto
i portici di via Principi)
Mai più manicomi! No alle Rems né qui né altrove
A Bra, da qualche mese, c’è una nuova prigione. Si chiama REMS. In altre epoche
le chiamavano “gabbie dei matti”, i posti dove si seppellivano vivi uomini e
donne che avevano “perso la ragione”, che “non sapevano quello che facevano”.
Oggi i nomi sono cambiati ma la sostanza resta.
Le REMS sono posti dove ti chiudono,ti drogano e ti legano per farti tornare
“normale”. Per lo Stato italiano chi non è “normale” è pericoloso. Al di là di
quello che fa, ma per quello che è. Con questi argomenti il terzo Reich
giustificava lo sterminio dei folli. E di tutti gli altri fuori norma.
Proviamo a capire di che si tratta.
La legge n. 81 del 2014 ha sancito la chiusura degli OPG (Ospedali psichiatrici
giudiziari) avvenuta solo formalmente il 31 marzo 2015 e il loro superamento nelle
REMS (Residenze Esecuzione delle Misure di Sicurezza). Gli OPG sono stati per
oltre 35 anni luoghi di segregazione per tutti gli individui ritenuti
pericolosi per la società, dimenticati in queste discariche sociali in
condizioni di disumano degrado come ben mostrato nelle immagini dell’Inchiesta
del Senato “Marino” del 2010 che ha poi portato all’iter legislativo per la
loro chiusura.
Oggi i 6 OPG (Castiglione delle Stiviere, Reggio Emilia, Montelupo fiorentino,
Napoli, Aversa e Barcellona Pozzo di Gotto) sono in via di chiusura: gli
internati non dimissibili dovrebbero essere spostati nelle REMS della regione
di provenienza. Ma questo sta accadendo molto lentamente.
Nella pratica le REMS sono dei miniOPG (max 20 posti) presenti in ogni regione
e affidati a personale sanitario, più simili a residenze psichiatriche che non
agli ospedali-carceri del passato. Queste strutture saranno gestite tramite un
sistema di appalti di cui non è difficile immaginare le sorti… al ribasso,
cercando di spendere il meno possibile sulla pelle dei “criminali-malati
mentali” che subiranno questo sistema tipico della sanità pubblica,
dell’accoglienza per i richiedenti asilo (CARA, CAS, SPRAR) e del sistema
detentivo (CIE, Carceri).
Le REMS vengono presentate come un passo avanti in termini di civiltà rispetto
agli OPG perché nuovi e perché non più gestiti dall’autorità giudiziaria ma
solo da personale sanitario. Nella realtà questi luoghi assolvono la stessa
funzione dei loro predecessori e anzi lo fanno in maniera molto più capillare,
perché presenti su tutto il territorio nazionale, e molto più discreta e
subdola, perché di piccole dimensioni e molto più simili a residenze che a
carceri.
Ma qual è la loro funzione? La funzione delle REMS coincide con la funzione
della Psichiatria Giudiziaria più in generale, ovvero quella di mantenere in
vita nella nostra società e nell’ordinamento giudiziario la figura del “folle
reo” ovvero di colui che infrange la legge non per propria libera scelta ma
perché malato di mente, quindi non capace di intendere e di volere (le proprie
azioni e le loro conseguenze), come se la sua malattia agisse al posto del suo
libero arbitrio. Tale focalizzazione sul soggetto che compie il reato più che
sul reato stesso (infatti nelle REMS si può finire tanto per il furto di un
portafoglio quanto per omicidio) ha una diretta discendenza dal positivismo
ottocentesco che ha portato ad affermarsi il concetto di “pericolosità
sociale”, tutt’ora operante e alla base di queste moderne istituzioni
psichiatrico-giudiziarie, come di tanti altri luoghi e procedure: lager
nazisti, CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione), campi rom, misure di
sorveglianza speciale…
Da questi esempi è facile capire come l’etichetta di “pericoloso socialmente”
venga affibbiata agli individui più per il loro status (folle, ebreo,
omosessuale, rom, handicappato, immigrato irregolare, oppositore politico e
sociale) che per le loro azioni concrete. In particolare chi finisce nelle REMS
non sconta un periodo di detenzione con intenti punitivi come nella
carcerazione ordinaria, ma viene recluso per disinnescarne la pericolosità,
riportando nella norma i suoi comportamenti deviati.
I metodi usati per raggiungere questo scopo sono gli stessi utilizzati dalla
psichiatria nei reparti ospedalieri (SPDC) e nelle cliniche e case di cura
psichiatriche. L’unica reale differenza è che nelle REMS è più difficile
monitorare e raccontare quello che accade, perché sono strutture detentive dove
l’accesso di esterni e l’uscita di informazioni è ancora più difficile rispetto
ad ospedali e cliniche civili. Lo strumento principe delle prigioni
psichiatriche è la psicofarmacologia che permette un controllo quasi totale sui
movimenti e sui comportamenti di chi vi è sottoposto attraverso l’assunzione
orale o l'iniezione di molecole psicoattive in grado di agire sui
neurotrasmettitori inibendo o alterando il loro funzionamento. Queste sostanze
danno un fortissima dipendenza e causano danni enormi all’organismo di chi li
assume già dopo pochi mesi, rovinando l’esistenza e la salute di chi è
obbligato a prenderli, riducendone l’aspettativa di vita. Altri strumenti
ancora in uso nei reparti come nelle REMS sono la contenzione fisica tramite
lacci che assicurano il “malato” al letto per molte ore se non per giorni e giorni
e l’elettroshock, terribile pratica psichiatrica che viene tutt’ora utilizzata
in diverse strutture pubbliche e private.
In molte regioni le REMS sono state da poco aperte e cominciano a operare, ad
oggi la Regione Piemonte, ente preposto alla loro apertura e gestione non ha
ancora aperto nessuna struttura ma si sta limitando ad affittare dei posti
nell’ex OPG trasformato in REMS di Castiglione delle Stiviere ed a utilizzare
provvisoriamente la clinica San Michele di Bra. Questo posto è stato svuotato negli
scorsi mesi per far posto ai detenuti piemontesi in arrivo dall’OPG di
Castiglione delle Stiviere. La Regione Piemonte da ormai un anno sta prendendo
tempo e non sembra ancora aver trovato soluzioni definitive per collocare le
sue due REMS. Questo è il momento migliore per contestare e contrastare
l’apertura di queste strutture ma soprattutto la legge e il sistema sociale che
le prevedono e che non possono farne a meno.
Siamo tutti pericolosi socialmente se questa è la società in cui ci obbligano a
vivere! Contro tutte le REMS e tutte le carceri, solidarietà a chi lotta contro
la psichiatria, solidarietà a chi tenta di evadere…
Collettivo Antipsichiatrico “Francesco Mastrogiovanni” di Torino
Le riunioni del Collettivo antipsichiatrico “Francesco Mastrogiovanni” si
tengono presso la federazione anarchica torinese ogni martedì alle 21 in corso
Palermo 46
telefono antipsichiatrico: 345 61 94 300
Per contatti: antipsichiatriatorino@inventati.org