A Pisa è nato il collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud contro gli usi ed abusi della psichiatria.
Nessuno di noi è psichiatra, psicologo o uno "specialista " della mente ma siamo tutte persone
interessate a contrastare gli effetti nefasti che questa scienza del controllo produce sull'intero corpo sociale.
Ci sembra necessario mettere in discussione le pratiche di esclusione e segregazione indirizzate
a tutti quelli che non accettano il sistema di valori imposto dalla società.
E' arrivato il momento di rompere il silenzio che permette il brutale perpetuarsi di tutte le
pratiche psichiatriche e di smascherare l'interesse economico che si cela dietro
l'invenzione di nuove malattie per promuovere la vendita di nuovi farmaci.
Ci proponiamo di fornire:
- un aiuto legale
- informazione sui farmaci e sui loro effetti
collaterali
- denunciare le violenze e gli abusi della psichiatria

Chiunque è interessato può intervenire alle nostre assemblee che si svolgano
tutti i martedì alle 21:30 c/o lo Spazio Antagonista Newroz in via Garibaldi 72 a PISA
per info : antipsichiatriapisa@inventati.org
3357002669

attivo il nuovo sito del collettivo
www.artaudpisa.noblogs.org

martedì 6 giugno 2023

PISA: martedì 20 Giugno ore 14 PRESIDIO presso il Tribunale in SOLIDARIETA’ alle Vittime dei Maltrattamenti alla Stella Maris

MARTEDI’ 20 GIUGNO ORE 14 presso il Tribunale di Pisa in Piazza della Repubblica

PRESIDIO di SOLIDARIETA’

VERITA’ SUGLI ABUSI ALLA STELLA MARIS!

SOLIDARIETA’ ALLE VITTIME DEI MALTRATTAMENTI !

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud

antipsichiatriapisa@inventati.org

 

domenica 4 giugno 2023

PISA martedì 20 Giugno: NUOVO PRESIDIO in SOLIDARIETA’ alle VITTIME dei MALTRATTAMENTI alla Stella Maris

 

VERITA’ SUGLI ABUSI ALLA STELLA MARIS, SOLIDARIETA’ ALLE VITTIME DEI MALTRATTAMENTI !

Il 20 giugno 2023 alle ore 14 saremo un’altra volta davanti al Tribunale di Pisa dove si terrà una nuova udienza per i maltrattamenti avvenuti nella struttura di Montalto di Fauglia gestita dalla Fondazione STELLA MARIS. In questa ulteriore udienza dovrebbero venire sentiti gli imputati, se non ci sarà l’ennesimo rinvio funzionale evidentemente al raggiungimento della prescrizione.

Nell’estate del 2016, in seguito alla denuncia dei genitori di un giovane ospite, la struttura è stata posta sotto controllo con l’installazione di microcamere e, dopo tre mesi di intercettazioni, la Procura di Pisa, avendo prove evidenti (segnalate anche da alcune lettere anonime di dipendenti che denunciavano abusi e insabbiamenti di prove), ha configurato l’ipotesi di reato per maltrattamenti.

Tra gli ospiti della struttura, ricordiamo Mattia, morto successivamente nel 2018 per soffocamento, in seguito al blocco della glottide dovuto a un prolungato e eccessivo uso di psicofarmaci; vicenda per la quale è in corso un altro processo penale.

Il processo per maltrattamenti sta andando avanti da più di 5 anni con estrema lentezza: le udienze sono troppo diradate se si considera l’elevatissimo numero di persone invitate a testimoniare. Si tratta, infatti, del più grande processo sulla disabilità in Italia che nel periodo della pandemia (caso unico nella storia della giustizia pisana) è stato ospitato nel Palazzo dei Congressi di Pisa. Tra le numerosissime parti civili si segnala la presenza di tre associazioni: ANMIC (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili) AGOSM (Associazione Genitori Ospiti Montalto) e Telefono Viola di Roma.

Al momento gli imputati sono 15, tra essi le due dottoresse che gestivano la struttura e il Direttore Sanitario della Stella Maris. Due imputati sono usciti di scena: un operatore che ha patteggiato la pena e il Direttore generale Roberto Cutajar che, avendo scelto il rito abbreviato, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione. Nonostante questo Cutajar in Toscana continua ad avere un ruolo di primo piano ed è ancora Direttore generale della struttura.

I genitori e i tutori e altri testimoni già ascoltati hanno riportato le violenze subite dai ragazzi di Montalto e documentate dalle videoregistrazioni che testimoniano 208 episodi di violenza in meno di quattro mesi, una violenza –quindi- non episodica ma strutturale.

Come ha scritto nella sua relazione il Consulente Tecnico, Professor Alfredo Verde, chiamato a relazionare sui fatti avvenuti: “Leggendo gli atti del presente procedimento abbiamo rinvenuto sicuramente la menzione di una lunga tradizione di abuso e violenza da parte degli operatori, radicata negli anni, e in parte tollerata, in parte ignorata della direzione delle strutture”. Ed ancora: “In queste situazioni si sviluppano degenerazioni in cui la violenza e la sopraffazione divengono gli strumenti usati ogni giorno, e l'istituzione perde le sue caratteristiche terapeutiche per divenire un luogo meramente coercitivo e afflittivo”.

Per questi motivi e per onorare tutte le vittime degli abusi psichiatrici che ancora vengono perpetrati ai danni di persone private della libertà personale, non in grado di difendersi da sole, riteniamo che sia opportuno che l’opinione pubblica segua con attenzione le vicende di questo processo. Invitiamo tutti e tutte a partecipare al

PRESIDIO in SOLIDARIETA’ alle VITTIME dei MALTRATTAMENTI

MARTEDI’ 20 GIUGNO ORE 14 presso il Tribunale di Pisa in Piazza della Repubblica

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
via San Lorenzo 38, 56100 Pisa
antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org 3357002669





giovedì 18 maggio 2023

LINK INTERVISTA a Radio BlackOut sui MALTRATTAMENTI alla STELLA MARIS e sul Presidio del 16/05

 https://radioblackout.org/podcast/45-anni-di-legge-basaglia-del-16-05-2023/

Questo è il link per sentire la puntata di Ri-Congiunzioni su Radio BlackOut. Al minuto 33 l’intervista che abbiamo fatto, come collettivo Artaud, sui maltrattamenti a persone autistiche avvenute nel 2016 all’interno della struttura di Montalto di Fauglia in provincia di Pisa gestita dalla Fondazione STELLA MARIS e sul presidio che abbiamo fatto martedì 16 maggio durante il processo.

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
via San Lorenzo 38, 56100 Pisa
antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org 3357002669

mercoledì 17 maggio 2023

RESOCONTO PRESIDIO in SOLIDARIETA’ ALLE VITTIME DEI MALTRATTAMENTI alla STELLA MARIS a Pisa


Nonostante l’ennesimo rinvio dell’udienza prevista martedì 16 maggio, funzionale evidentemente al raggiungimento della prescrizione, si è svolto ugualmente il presidio sotto il tribunale di Pisa per i maltrattamenti avvenuti nell’estate del 2016 all’interno della struttura di Montalto di Fauglia gestita dalla Fondazione STELLA MARIS. Sono 25 le famiglie coinvolte, genitori delle ragazze e dei ragazzi con autismo maltrattati, insultati e picchiati per mesi all’interno della struttura di Fauglia.
È stata un'ottima occasione d’incontro con diversi familiari che hanno avuto figli vittime di maltrattamenti e con altri parenti che hanno attraversato la violenza di strutture psichiatriche analoghe. Negli interventi al microfono che si sono susseguiti è stato affrontato anche il problema dell’eccessiva proliferazione di diagnosi e della conseguente prescrizione e somministrazione di psicofarmaci in età evolutiva.
Continueremo ad essere presenti alla prossima udienza del 20 giugno 2023.

VERITA’ SUGLI ABUSI ALLA STELLA MARIS, SOLIDARIETA’ ALLE VITTIME DEI MALTRATTAMENTI !



Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
via San Lorenzo 38, 56100 Pisa
antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org 3357002669

domenica 14 maggio 2023

PISA: martedì 16/05 PRESIDIO in SOLIDARIETA' alle VITTIME dei MALTRATTAMENTI alla STELLA MARIS!


 MARTEDI’ 16 MAGGIO ORE 14 presso il Tribunale di Pisa in Piazza della Repubblica

PRESIDIO di SOLIDARIETA’
VERITA’ SUGLI ABUSI ALLA STELLA MARIS!
SOLIDARIETA’ ALLE VITTIME DEI MALTRATTAMENTI !

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
antipsichiatriapisa@inventati.org

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

 Riceviamo e pubblichiamo la lettera anonima che trovate sotto.

Ciao. Ho tra i 20 e i 30 anni e vi scrivo da una cittadina dell'Emilia-Romagna. Mi sono imbattuta nella vostra esistenza navigando nel web alla ricerca di tematiche relative alla violenza psichiatrica. Ciò che mi ha spinta é stato il fatto di averla subita sulla mia pelle, alcuni anni fa, anche se a me sembra passato un mese. Perché la mia vita si é fermata a quel momento, da allora non é più stata la stessa, io non sono più stata la stessa, e il mondo come lo conoscevo non é più stato lo stesso. Ho toccato gli abissi più profondi della sofferenza, conosciuto la cattiveria umana e di Stato, il sadismo e il delirio di onnipotenza di certi detentori del potere, il potere psichiatrico, e ancora mi chiedo come sia possibile che tutto questo sia di questo mondo. Mi posso ritenere fortunata, rispetto ad altri, perché la stessa persona che mi ha "consegnata" agli aguzzini col camice ha poi fatto uno straordinario dietrofront, risvegliandosi dal sonno dell'animo e realizzando cosa aveva fino ad ora consentito senza protestare. Mia madre infatti, che ha preso la decisione di sottopormi alle cure di quelli che lei aveva sempre considerato specialisti che aiutano le persone, alleviano le loro sofferenze, ha sollecitato il loro intervento, che si é tradotto in un ricovero "volontario" in cui volontario sta per "se non vieni tu ti facciamo un TSO con l'ambulanza e i carabinieri". Nessuna esperienza che abbia mai vissuto é stata cosí terribile. La sensazione di essere una preda braccata da tutti i lati, senza possibilità di scampo, senza potersi difendere (chiamando chi, i carabinieri, quelli che sarebbero venuti insieme all'ambulanza? Bella battuta!), il terrore di quello che mi avrebbero fatto ingoiare, la sensazione stuprante di non avere più la facoltà di decidere del proprio corpo, della propria esistenza, la degradazione di essere trattata come un subumano mentre piangevo e supplicavo di poter stare a casa mia, di non essere rinchiusa in un carcere ospedaliero, per un disturbo che, sapevo e ne ero lucidamente convinta, non avevo, perché era stato tutto un grande gigantesco equivoco, un granchio enorme che avrei voluto spiegare, se solo me ne avessero dato la possibilità. Ma ovviamente il matto, quando prova a spiegare che non é matto, non fa altro che provare ancora di più la sua pazzia. Così mi sono avviata "volontariamente" al macello come farebbe un bue spinto a suon di percosse verso la morte. Tante persone, la maggior parte, una volta entrate in questo girone dell'inferno sulla Terra, non ne escono più. Sarà stato per la mia ferma determinazione, la fortissima convinzione del supremo diritto alla libertà e all'inviolabilità sacra del corpo, il mio carattere battagliero e la mia eloquenza, sarà stato per lo spirito reconditamente ribelle e sensibile di mia madre, sono riuscita a farle capire quello che dovevo. Abbiamo tagliato i rapporti con il CSM, Centro Sevizie Medicali, della mia città. Insieme ad un avvocato molto sensibile e "non inquadrato" ho sporto denuncia. Uno psichiatra fuori regione ha redatto una perizia dopo avermi convocata nel suo studio varie volte e avermi somministrato diversi test. Risultato: nessun problema psichiatrico. Come avevo sempre sostenuto, semplicemente aspetti del carattere che, sollecitati dalla situazione familiare per me difficoltosa, si traducevano in un disagio psicologico adolescenziale. Sono stata convocata al Palazzo di Giustizia per esporre i fatti a un'ispettrice di Polizia. Il fascicolo é stato rubricato come notizia di reato, nello specifico sequestro di persona. Sto aspettando avanzamenti nell'indagine. Non ho fiducia alcuna nella giustizia, nella magistratura, che altre non sono che i compagni di merende di pubblici ufficiali e della casta dei medici criminali, ma sforzarmi di sperare nella giustizia é l'unico modo che ho per andare avanti. Vorrei fare qualcosa di utile e concreto per aiutare i malcapitati ingabbiati in questa tortura di Stato, ma non riesco a fare i conti con la mia sconfinata sofferenza e il coinvolgimento emotivo: dopo aver spulciato le storie degli sfortunati riportati dal vostro sito non ho fatto che piangere e maledire questo mondo. Non ho nemmeno le forze per pensarci eppure non riesco a fare a meno di farlo. Ammiro tantissimo il vostro operato, il vostro pensiero, la vostra tenacia, il vostro coraggio.

giovedì 11 maggio 2023

LINK intervista a Radio ONDAROSSA sul presidio del 16/05 in SOLIDARIETA’ ALLE VITTIME DEI MALTRATTAMENTI AVVENUTI ALLA STELLA MARIS!

 

http://www.ondarossa.info/newsredazione/2023/05/presidio-solidarieta-alle-vittime

Questo è il link per ascoltare l’intervista fatta a radio OndaRossa, come collettivo Artaud,
per parlare del presidio previsto martedì 16 maggio 2023 presso
il Tribunale di Pisa dalle ore 14 in solidarietà alle vittime dei maltrattamenti avvenuti
nella struttura di Montalto di Fauglia gestita dalla fondazione Stella Maris.

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
via San Lorenzo 38, 56100 Pisa
antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org 3357002669

martedì 9 maggio 2023

Il PROSSIMO SPORTELLO D’ASCOLTO CI SARA’ MERCOLEDì 17 MAGGIO

 

Vi informiamo che lo SPORTELLO D’ASCOLTO ANTIPSICHIATRICO previsto per martedì 16 maggio 2023 non sarà effettuato perché saremo al presidio presso il Tribunale di Pisa dalle ore 14 in solidarietà alle vittime dei maltrattamenti avvenuti nella struttura di Montalto di Fauglia gestita dalla fondazione Stella Maris. Lo SPORTELLO si terrà regolarmente mercoledì 17 maggio 2023 allo stesso orario, dalle ore 15:30 alle 18 presso la nostra sede in via San Lorenzo 38 a Pisa. Per eventuali urgenze e per fissare eventuali incontri telefonateci al 335 7002669 oppure contattateci via mail a antipsichiatriapisa@inventati.org

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
via San Lorenzo 38, 56100 Pisa
antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org 3357002669

mercoledì 3 maggio 2023

PISA: 16 Maggio PRESIDIO presso il Tribunale in SOLIDARIETA' alle Vittime dei Maltrattamenti alla Stella Maris



MARTEDI’ 16 MAGGIO ORE 14 presso il Tribunale di Pisa in Piazza della Repubblica

PRESIDIO di SOLIDARIETA’

VERITA’ SUGLI ABUSI ALLA STELLA MARIS!

SOLIDARIETA’ ALLE VITTIME DEI MALTRATTAMENTI !

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud

antipsichiatriapisa@inventati.org

giovedì 27 aprile 2023

PISA martedì 16 Maggio: PRESIDIO in SOLIDARIETA’ alle VITTIME dei MALTRATTAMENTI alla Stella Maris

 

VERITA’ SUGLI ABUSI ALLA STELLA MARIS, SOLIDARIETA’ ALLE VITTIME DEI MALTRATTAMENTI !

Il 16 maggio 2023 alle ore 14 presso il Tribunale di Pisa si terrà una nuova udienza per i maltrattamenti avvenuti nella struttura di Montalto di Fauglia gestita dalla Fondazione STELLA MARIS.

Nell’estate del 2016, in seguito alla denuncia dei genitori di un giovane ospite, la struttura è stata posta sotto controllo con l’installazione di microcamere e, dopo tre mesi di intercettazioni, la Procura di Pisa, avendo prove evidenti (segnalate anche da alcune lettere anonime di dipendenti che denunciavano abusi e insabbiamenti di prove), ha configurato l’ipotesi di reato per maltrattamenti.

Tra gli ospiti della struttura, ricordiamo Mattia, morto successivamente nel 2018 per soffocamento, in seguito al blocco della glottide dovuto a un prolungato e eccessivo uso di psicofarmaci; vicenda per la quale è in corso un altro processo penale.

Il processo per maltrattamenti sta andando avanti da più di 5 anni con estrema lentezza: le udienze sono troppo diradate se si considera l’elevatissimo numero di persone invitate a testimoniare. Si tratta, infatti, del più grande processo sulla disabilità in Italia che nel periodo della pandemia (caso unico nella storia della giustizia pisana) è stato ospitato nel Palazzo dei Congressi di Pisa. Tra le numerosissime parti civili si segnala la presenza di tre associazioni: ANMIC (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili) AGOSM (Associazione Genitori Ospiti Montalto) e Telefono Viola di Roma.

Al momento gli imputati sono 15, tra essi le due dottoresse che gestivano la struttura e il Direttore Sanitario della Stella Maris. Due imputati sono usciti di scena: un operatore che ha patteggiato la pena e il Direttore generale Roberto Cutajar che, avendo scelto il rito abbreviato, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione. Nonostante questo Cutajar in Toscana continua ad avere un ruolo di primo piano ed è ancora Direttore generale della struttura.

I genitori e i tutori e altri testimoni già ascoltati hanno riportato le violenze subite dai ragazzi di Montalto e documentate dalle videoregistrazioni che testimoniano 208 episodi di violenza in meno di quattro mesi, una violenza –quindi- non episodica ma strutturale.

Come ha scritto nella sua relazione il Consulente Tecnico, Professor Alfredo Verde, chiamato a relazionare sui fatti avvenuti: “Leggendo gli atti del presente procedimento abbiamo rinvenuto sicuramente la menzione di una lunga tradizione di abuso e violenza da parte degli operatori, radicata negli anni, e in parte tollerata, in parte ignorata della direzione delle strutture”. Ed ancora: “In queste situazioni si sviluppano degenerazioni in cui la violenza e la sopraffazione divengono gli strumenti usati ogni giorno, e l'istituzione perde le sue caratteristiche terapeutiche per divenire un luogo meramente coercitivo e afflittivo”.

Per questi motivi e per onorare tutte le vittime degli abusi psichiatrici che ancora vengono perpetrati ai danni di persone private della libertà personale, non in grado di difendersi da sole, riteniamo che sia opportuno che l’opinione pubblica segua con attenzione le vicende di questo processo. Invitiamo tutti e tutte a partecipare al

PRESIDIO in SOLIDARIETA’ alle VITTIME dei MALTRATTAMENTI

MARTEDI’ 16 MAGGIO ORE 14 presso il Tribunale di Pisa in Piazza della Repubblica

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
via San Lorenzo 38, 56100 Pisa
antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org 3357002669

sabato 22 aprile 2023

MILANO domenica 7 maggio: incontro/dibattito "OLTRE LA CONTENZIONE" c/o Cascina Torchiera Senz'acqua

 


nell’ambito della tre giorni che ci sarà a
MILANO dal 5 al 7 maggio “CONTATTO” 

organizzata da Brigata Basagliac/o Cascina Torchiera Senz’acqua  

DOMENICA 7 MAGGIO alle ore 11:30 ci sarà un incontro/dibattito “Oltre la contenzione” linee comuni contro carcere, TSO e CPR con Assemblea Antipsichiatrica, Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud, Rete Mai più lager – NO ai CPR

Per il programma e info sulla tre giorni: https://www.brigatabasaglia.org/contatto-23/

giovedì 20 aprile 2023

24h di STAFFETTA RADIOFONICA ANTICARCERARIA Sabato 22 Aprile

 


Sabato 22 aprile dalle 8 del mattino fino alle 20 e poi in replica dalle 20 alle 8 di domenica ci sarà  una staffetta radiofonica anticarceraria su 5 radio di movimento. Da sempre pensiamo che non si può vivere in un mondo di galere, da sempre lottiamo per abbatterle queste galere, giorno dopo giorno. Questa necessità è ancora più forte in questo periodo grazie anche allo sciopero della fame di Alfredo Cospito che ha centrato nel 41bis e nell'ergastolo due forme di tortura dello stato carcerario. Per rilanciare la sua lotta e non far cadere i riflettori. Come collettivo Artaud faremo un'intervento, alle ore 16 su Radio OndaRossa, su carcere, psichiatria, Rems, contenzione meccanica e farmacologia.

SABATO 22 APRILE STAFFETTA RADIOFONICA ANTICARCERARIA 
Radio Ondadurto (che trasmetterà dalle 8 alle 10.30),
Radio Blackout (h.10.30-13),
Radio Wombat (13-15.30),
Radio Ondarossa (15.30-18)
Radio Eustachio (18-20),

e con Radio  Ciroma, Radio Spore, Radio Neanderthal, Radio Gramma, Radio Città Pescara e Radio Quar che manderanno dei contributi e rimanderanno il segnale. Vogliamo dare un segnale forte, unitario contro tutti i carceri! Sintonizzatevi sullo streaming di queste radio e telefonate al numero unitario 06491750 per lanciare un messaggio anche a chi si trova al di là di queste galere. Rompiamo questi muri. 

martedì 18 aprile 2023

PROSSIMA ASSEMBLEA del Collettivo Artaud LUNEDì 24 APRILE

 Vi informiamo che l’ ASSEMBLEA del Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud prevista per martedì 25 aprile 2023 non sarà effettuata. L’ASSEMBLEA si terrà regolarmente lunedì 24 Aprile 2023 allo stesso orario 21:30 presso lo Spazio Antagonista Newroz in via Garibaldi 72 a Pisa.

Per ulteriori informazioni telefonateci al 335 7002669 oppure contattateci via mail a antipsichiatriapisa@inventati.org


Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
via San Lorenzo 38, 56100 Pisa
antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org 3357002669

lunedì 10 aprile 2023

LINK INTERVISTA a Radio ONDAROSSA: Medicalizzazione, controllo e profitto all'interno della scuola pubblica

 http://www.ondarossa.info/redazionali/2023/04/medicalizzazione-controllo-e-profitto

A partire da libro "Divieto d'infanzia. Psichiatria, controllo, profitto" di Chiara Gazzola e Sebastiano Ortu, come collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud, abbiamo parlato a Radio OndaRossa della tendenza all'interno della scuola pubblica di un aumento di certificazioni sancite per catalogare ogni difficoltà dell’età evolutiva che inducono alla prevaricazione dell’approccio clinico danneggiando la relazione educativa. Quali le possibilità di opposizione alla diffusione degli screening e a obiettivi formativi che limitano la libertà professionale degli insegnanti? Quali le alternative per i genitori?

venerdì 24 marzo 2023

GENOVA 2 APRILE: INCONTRO con il COLLETTIVO ARTAUD c/o Libera Collina di CASTELLO

nell’ambito della tre giorni che ci sarà a GENOVA dal 31 marzo al 2 aprile

LUNA Luce nella notte illumina la rotta” 

dedicata a Irene

DOMENICA 2 APRILE c/o Libera Collina di Castello alle ore 15

ci sarà un INCONTRO con il Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud

 

giovedì 23 marzo 2023

BOTTE a una PAZIENTE nel REPARTO di PSICHIATRIA di PISA

 Apprendiamo dal quotidiano Il Tirreno che un infermiere del reparto di psichiatria dell’ospedale Santa Chiara di Pisa sarebbe stato condannato ad un anno per aver preso a botte una paziente nel gennaio 2017.

https://www.iltirreno.it/pisa/cronaca/2023/03/11/news/pisa-botte-a-una-paziente-psichiatrica-infermiere-condannato-a-un-anno-1.100258550

Addirittura nell’articolo, uscito in data 11 marzo 2023, si riporta la presunta diagnosi psichiatrica fatta in adolescenza alla signora etichettata come una persona disturbata, agitata e aggressiva.

Fra le motivazioni della condanna all’infermiere ci sono abuso di mezzi di correzione per aver picchiato la paziente; si legge: “Prima gli schiaffi in faccia, poi un calcio all’addome con tanto di capelli tirati in un corpo a corpo”. Dall’articolo si apprende anche che la donna era stata legata su una poltrona con una cinghia.

Sia l’infermiere sia l’azienda ospedaliera in sede processuale si sono giustificati dicendo che la donna era aggressiva.

Dal racconto della vittima : “Quando intervennero le infermiere ero a terra con l’infermiere che mi teneva per i capelli e loro sono sopraggiunte e gli dicevano “basta, basta”. Lui mi prese per i capelli e iniziò a strattonarmi, mi fece cadere a terra tenendomi sempre per i capelli e cominciò a darmi degli schiaffi molto forti...Era molto agitato, era in uno stato molto aggressivo e mi ha dato anche un calcio nello stomaco».

Vogliamo ricordare che quando si svolge un lavoro di cura non si dovrebbe perdere la pazienza, né soprattutto esercitare violenza verso le persone con cui lavori. Ci è difficile credere alla teoria delle mele marce, sappiamo che le prassi psichiatriche sono spesso coercitive piuttosto che rivolte all’ascolto della persona e il ricorso a dispositivi manicomiali (obbligo di cura, contenzione fisica, meccanica e chimica) è purtroppo sempre più diffuso.

Ad oggi in Italia abbiamo 329 reparti psichiatrici, gli SPDC (Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura) e circa 3200 strutture psichiatriche residenziali e centri diurni sul territorio dove in molti casi si sono conservati gli strumenti propri dei manicomi, quali il controllo del tempo, dei soldi, l’obbligo delle cure, il ricorso alla contenzione e l’elettroshock. Ci teniamo a ribadire che nonostante le vesti moderne l’elettroshock rimane una terapia invasiva, una violenza, un attacco all'integrità psicologica e culturale di chi lo subisce. Insieme ad altre pratiche psichiatriche come il TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio), l’elettroshock è un esempio, se non l’icona, della coercizione e dell’arbitrio esercitato dalla psichiatria. Il percorso di superamento dell’elettroshock e di tutte le pratiche non terapeutiche (obbligo di cura, contenzione meccanica e farmacologica, internamento) deve essere portato avanti e difeso in tutti i servizi psichiatrici, in tutti i luoghi e gli spazi di cultura e formazione dove il soggetto principale è una persona, che insieme ai suoi cari, soffre una fragilità. Nei reparti psichiatrici italiani si continua a morire di contenzione meccanica, sia in regime di degenza che durante le procedure di TSO. La contenzione non è un atto medico e non ha alcuna valenza terapeutica: è un evento violento e dannoso per la salute mentale e fisica di chi la subisce; offende la dignità delle persone e compromette gravemente la relazione terapeutica. Ribadiamo la necessità di proibire, senza alcuna eccezione, la contenzione meccanica nelle istituzioni sanitarie, assistenziali e penitenziarie italiane.

Un altro inganno del sistema psichiatrico sta nel credere che un Trattamento Sanitario Obbligatorio duri in fondo solo sette giorni, o quattordici nel caso peggiore. La verità è che il TSO implica una coatta presa in carico della persona da parte dei Servizi di salute mentale del territorio che può durare per decenni. Una volta entrato in questo meccanismo infernale, una volta bollato con l’infamia della malattia mentale, il paziente vi rimane invischiato a vita, costretto a continue visite psichiatriche e soprattutto, a trattamenti con farmaci obbligatori pena un nuovo ricovero. Per i ricoverati in TSO e considerati “agitati” si ricorre ancora all’isolamento e alla contenzione fisica, mentre i cocktails di farmaci somministrati mirano ad annullare la coscienza di sé della persona, a renderla docile ai ritmi e alle regole ospedaliere. Il grado di spersonalizzazione ed alienazione che si può raggiungere durante una settimana di TSO ha pochi eguali, anche per il bombardamento chimico a cui si è sottoposti. Ecco come l’obbligo di cura oggi non significhi più necessariamente la reclusione in una struttura, ma si trasformi nell’impossibilità di modificare o sospendere il trattamento psichiatrico sotto costante minaccia di ricorso al ricovero coatto sfruttato come strumento di ricatto e repressione.

Continueremo a lottare con forza contro ogni forma di manicomio e di coercizione (obbligo di cura, trattamento sanitario obbligatorio, uso dell’elettroshock, contenzione meccanica, farmacologica e ambientale, ecc) e per il superamento e l’abolizione di ogni pratica lesiva della libertà personale. Uno concreto percorso di superamento delle pratiche psichiatriche passa necessariamente da uno sviluppo di una cultura non etichettante, senza pregiudizi e non segregazionista, largamente diffusa, capace di praticare principi di libertà, di solidarietà e di valorizzazione delle differenze umane contrapposti ai metodi repressivi e omologanti della psichiatria.


Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud

via San Lorenzo 38, 56100 Pisa
antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org 3357002669



giovedì 16 marzo 2023

Link intervista Radio BlackOut a Sebastiano Ortu e Chiara Gazzola sulla medicalizzazione nelle scuole

 

Questo sotto è il link per ascoltare l’intervista fatta a Radio BlackOut da Sebastiano Ortu e Chiara Gazzola sulla medicalizzazione nelle scuole.

Che le diagnosi siano in aumento nell’età evolutiva non è un mistero:
ma le comunità scientifiche ed educative si interrogano sulle cause,
le cure e le conseguenze di un fenomeno che caratterizza fortemente il nostro tempo...

https://radioblackout.org/podcast/medicalizzazione-nelle-scuole-del-14-03-2023/

Gazzola e Ortu sono autori di “Divieto d’infanzia. Psichiatria, controllo e profitto” BFS edizioni, 2018

domenica 19 febbraio 2023

LETTERA dal 41BIS: FUCILATEMI!

 Pur se datata ci sembra attuale e interessante pubblicare la Lettera aperta al Presidente della Repubblica da un condannato all’ergastolo che per 28 anni è stato recluso ininterrottamente in 41 bis. La lettera è stata resa pubblica dall’associazione Yairaiha e messa in rete da Osservatorio Repressione a luglio 2020.

Lettera dal 41bis: Fucilatemi!

Alla S.V. Illustrissima affinchè intervenga a far eseguire la condanna inflittami dalla Corte d’Assise di Catania e Milano cioè la condanna a morte nascosta dietro la parola ERGASTOLO, con FINE PENA 9999, cioè FINE PENA MAI!

Chiedo che la condanna venga eseguita perchè dopo 29 anni, di cui 28 passati al 41 bis, SONO MORTO già tante di quelle volte che non lo sopporto più; ogni volta che lo rinnovano muoio; quando guardo gli occhi dei miei figli, dei miei cari, di mia moglie penso che la condanna a morte è anche per loro.

E non voglio che muoiano tutte le volte lo rinnovano con scuse banali e senza fondamento, per questo chiedo di morire.

No, non intendo impiccarmi o suicidarmi perchè l’ho visto fare tante di quelle volte che non voglio pensarci.

Siete voi che dovete eseguire la sentenza perciò chiedo che venga eseguita tramite fucilazione nel cortile dell’istituto, così la facciamo finita perché, dopo 29 anni, non voglio più morire tutti i giorni, voglio morire una sola volta perché non basta che tu stia scontando l’ergastolo, non basta che lo sconti pure con la tortura del 41 bis, c’è anche la cattiveria. Che so..sei un 41 bis? Non puoi farti nemmeno un uovo fritto. È questa la lotta alla mafia?

Tu hai preso 30 anni (senza uccidere nessuno) per estorsione ed associazione? Con l’art. 4 bis li sconti tutti senza benefici; ma se tu hai ucciso un bambino, lo hai violentato, sconti 20 anni e niente 41 bis, niente restrizioni. Questo è lo stato italiano! Che so, rubi un tonno per fame? Sconti dai 3 ai 5 anni; poi c’è chi ruba milioni di euro, quelli vanno a Rebibbia in attesa dei domiciliari! E sono peggio dei mafiosi perchè loro hanno giurato fedeltà allo stato. No sig. Presidente, non sono un santo, sono, o meglio, ero, un delinquente. Ma sono 10 anni che ho dato un taglio a tutto per amore dei miei figli e dei miei cari. Ma ciò non è servito a niente perché le procure non vogliono che tu dia un taglio al passato, o ti penti o sei sempre un mafioso da sfruttare tutte le volte che fanno un blitz sfruttando il nome tutte le volte che fanno un blitz sfruttano il tuo nome per dare più risalto per dare più peso al blitz e tu ci vai di mezzo solo perché un megalomane fa il tuo nome; non vogliono nemmeno che i tuoi figli lavorano perché vogliono che seguono le “orme del padre”, se trovano lavoro vanno dal datore di lavoro e gli dicono che stanno facendo lavorare il figlio di un mafioso. Se non lavorano dicono che non lavorano. Ma, ringraziando Dio, i miei figli lavorano tutti, lavori umili, ma lavorano, e fanno sacrifici per venirmi a trovare. Se chiedo la fucilazione lo faccio anche per loro, per non dargli più problemi.

Sa cosa vuol dire ricevere una telex che dice che tua figlia è ricoverata in fin di vita, vedi se puoi telefonare? No al 41 bis non posso chiamare; ho un solo colloquio al mese o una telefonata. Se avevo ucciso un bambino non ero “mafioso”, non avevo 4 bis, allora si, assassino di bambini se ricevevo un telex tipo “mamma ha la febbre”, allora potevo telefonare, chiedere colloqui e tutto.

Questa è la legge italiana!

Signor Presidente, sono 28 anni che non ho una carezza dei miei genitori, che non abbraccio i miei figli, che non tocco la mano di mia moglie, perciò mi chiedo “è questa la vita che devo fare fino alla morte”? Ed allora facciamola finita subito, FUCILATEMI!

P.S. NON RESTITUITE IL CORPO ALLA MIA FAMIGLIA, SAREBBERO PER LORO ALTRI PROBLEMI. GRAZIE


sabato 18 febbraio 2023

Resoconto del presidio antipsichiatrico al carcere della Dozza del 28 gennaio 2023

Resoconto del presidio antipsichiatrico al carcere della Dozza

Sabato 28 gennaio a Bologna sotto la Dozza siamo arrivate in moltissime davanti le sezioni femminili per portare il nostro calore e la nostra solidarietà alle detenute, per contestare l'articolazione tutela salute mentale e la recente sezione "nido" costruita accanto. Non abbiamo ricevuto risposte dall'interno perché la posizione più vicina alle sezioni non permette di comunicare, ma abbiamo testimonianza che le nostre voci da fuori sono riuscite ad arrivare dentro. Abbiamo condiviso con le recluse la nostra ostilità verso la sezione psichiatrica - affinché nessuna mai finisca isolata in un repartino! Inoltre, nonostante gli Opg siano stati chiusi sulla carta i reparti psichiatrici in carcere oggi rischiano di estendersi. Proprio di recente la sezione psichiatrica alla Dozza è stata millantata sui giornali come modello da allargare a tutto il carcere per la "gestione degli eventi critici” e dei "comportamenti problema" e come addirittura tutto il femminile sia stato indicato come esempio di "come dovrebbe essere il carcere", il "carcere che funziona". Al contrario è un'istituzione totale dove chi non si adatta al contesto, esprime disagio, difficoltà emotive o squilibri a causa della stessa reclusione rischia trenta giorni di trattamento sanitario obbligatorio prorogabili, che possono tradursi in mesi di isolamento. Abbiamo ribadito la nostra ostilità ad ogni contenzione psicologica, fisica, farmacologica, al carcere, alla psichiatria e ad ogni gabbia! Per quanto istituzioni e media tentino di mistificare la realtà, sappiamo che la quotidianità in carcere rimane impossibilità ad accedere a misure alternative, isolamento e psichiatrizzazione. Lavori e progetti sono presso che assenti, ridotti a sfruttamento e a stereotipi di genere. C'è una concreta difficoltà ad accedere a cure, visite specialistiche e a scegliere i propri percorsi terapeutici.
Abbiamo condiviso la nostra avversità alla recente sezione "nido", costruita accanto all'articolazione tutela salute mentale in piena emergenza sanitaria, quando la direzione del carcere di Bologna al posto di scoraggiare la detenzione ha investito nell’allestimento di una sezione per detenute madri con bambini fino a tre anni.
Abbiamo condiviso l'assoluta necessità che madri e bambini stiano insieme ma fuori dal carcere e che se persino il garante ha dichiarato di sentirsi preoccupato per la vicinanza con l'articolazione psichiatrica, da dove giorno e notte uscirebbero grida e lamenti, noi siamo sconvolte, allarmate, arrabbiate, che questa condizione venga normalizzata.
Sui media di recente è stato detto che "sembra di non essere in carcere", come se qualche ninnolo appeso e le pareti dipinte di lillà possano cancellare l'oppressione dell'isolamento e della detenzione.
Abbiamo salutato le recluse con la promessa di tornare presto, dopo di che ci siamo spostate al maschile, dove la posizione permette di comunicare con i detenuti.

Appena sotto al maschile le grida di aiuto hanno iniziato ad esplodere. In moltissimi hanno subito segnalato il nome di un detenuto in protesta per l'impossibilità di accedere al lavoro "Si è cucito la bocca!! Aiutatelo!!". Ci hanno raccontato di uno sciopero della fame e della sete di una settimana. Ci hanno detto che non solo è impossibile accedere al lavoro, ma anche allo studio e alle più elementari esigenze. Hanno denunciato l'assenza di acqua o che dai rubinetti ne esce pochissima. Hanno raccontato non solo del numero ridotto, ma anche della mancanza di fiducia verso quei pochissimi medici ed educatori presenti, letteralmente al servizio della penitenziaria.
Un recluso si è molto esposto, ha riportato che tantissimi non hanno nessuno da incontrare "Non vedono mai nessuno, non fanno colloqui con nessuno!". Ha detto che sono letteralmente abbandonati dentro, che in moltissimi potrebbero uscire ma scontano pene oltre la detenzione perché i magistrati di sorveglianza sono in ferie, non ci sono e non scarcerano. "Non rispondono a nessuna richiesta!", tanti hanno pene pari o inferiori a tre anni, ma a causa delle condizioni ostative non possono accedere a benefici o a misure alternative. Ha sottolineato come moltissimi rimangano dentro perché non hanno disponibilità economica per pagarsi la difesa, mentre chi ha soldi e potere riesce a ottenere sconti facilmente. Ha denunciato la presenza di persone in condizioni di fragilità psichica, disabili e gravemente malati senza cure o assistenza, che secondo lui non dovrebbero trovarsi in carcere. Gli abbiamo detto che esponendosi così tanto dalla cella avrebbe potuto avere ripercussioni, ci ha detto che erano passati, che aveva appena ricevuto un richiamo, gli avevano chiesto se era stato lui a chiamarci. Ci ha raccontato della figlia che non vede da un anno e mezzo e di aver provato anche lui "a fare la corda" (impiccarsi). Abbiamo interagito e portato tutto il calore e la solidarietà possibile.
E' stato un presidio duro da portare a casa. Abbiamo lasciato alcuni indirizzi a cui scrivere e preso i riferimenti necessari per sostenere le gravi situazioni segnalate, con la promessa che saremmo tornate.
Continueremo a lottare contro il carcere, la psichiatria, la tortura del 41 bis e delle misure ostative, per il definitivo superamento di ogni forma di prigionia!

Assemblea Antipsichiatrica


venerdì 17 febbraio 2023

PERUGIA sabato 4 marzo presentazione di "MORTI IN UNA CITTA' SILENTE" c/o Circolo Island

 

 PERUGIA SABATO 4 MARZO 2023 c/o Circolo Island (fermata minimetrò Madonna Alta)
alle ore 18 il Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud e il Circolo ISLAND presentano:
MORTI IN UNA CITTA’ SILENTE.
La strage dell’8marzo 2020 nel carcere Sant’Anna di Modena
di Sara Manzoli edizioni Sensibili alle Foglie
sarà presente l’autrice
 
 a seguire Aperitivo e proiezione in loop del cortometraggio "Ottarde" con Filippo Timi di Olivia, Feligioni, Zanchi
 
Il giorno 8 marzo 2020 alle porte del primo lockdown nazionale, scoppiano rivolte in tutte le carceri della penisola. I detenuti si ribellano alla sospensione dei colloqui con i familiari, delle attività trattamentali con gli operatori esterni, e alla paura dei contagi in un luogo in cui è praticamente impossibile mantenere – quello che da lì a poco risuonerà come un mantra – il “distanziamento sociale”. Nella Casa Circondariale di Modena si conteranno nove morti, tredici in tutta Italia. Quella del Sant’Anna diventerà la rivolta carceraria che conterà più morti della storia repubblicana. A corpi ancora caldi queste morti verranno attribuite a overdose di metadone e benzodiazepine, ipotesi che verrà confermata senza un dibattimento processuale quindici mesi dopo. Morti i cui corpi freddi parlano di violenze subite, morti di cui non parlerà quasi nessuno, morti in un contesto sociale totalmente indifferente al destino dei migranti, in mare come in carcere. Solo una piccola parte di questa città decide di non tacere e dà vita al Comitato Verità e Giustizia per i morti del Sant’Anna, che fin dai primi momenti s’impegnerà a tenere alta l’attenzione su questa tragica pagina di storia cittadina e nazionale, e da cui nasce anche l’idea di questo libro.
 
 
 

lunedì 6 febbraio 2023

PISA 25/02 TRILOGIA DELLA CICATRICE di Guido Celli c/o Cantiere San Bernardo


 PISA SABATO 25 FEBBRAIO c/o Cantiere San Bernardo in via Pietro Gori

dalle ore 21 il Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud presenta:

TRILOGIA DELLA CICATRICE 

di Guido Celli Performance Poetica per voce sola

a seguire dj set con dj Hope

Per info: Collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud
via San Lorenzo 38, 56100 Pisa
antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org 3357002669

mercoledì 1 febbraio 2023

sab 4/02 giornata di mobilitazione contro 41bis e ergastolo!

 


Venerdi 3 e sabato 4 febbraio giornate di mobilitazione nazionale contro il 41bis, l’ergastolo e per liberare Alfredo dalla tortura del regime del 41bis.

 👉🏽 Le iniziative saranno a carattere territoriale. Qui troverete tutti gli appuntamenti: https://www.osservatoriorepressione.info/event/41bis-no-allergastolo-alfredo-41bis/

👉🏽 A Pisa appuntamento sabato 4 febbraio alle 11.00 in piazza Ciro Menotti ✒️

La Piattaforma Morire di Pena ha lanciato un appello da firmare e diffondere: https://abolizioneergastoloe41bis.wordpress.com/griglia-di-articoli-3x2/

domenica 29 gennaio 2023

LINK INTERVISTA a Radio OndaRossa IN DIRETTA da sotto il Carcere della Dozza a Bologna

 http://www.ondarossa.info/newsredazione/2023/01/bologna-presidio-antipsichiatrico-e


questo è il link per ascoltare l'intervista fatta ieri, sabato 28 gennaio, 
in diretta dal presidio sotto il carcere la Dozza a Bologna.

Sabato 28 gennaio la rete di collettivi antipsichiatrici e singoli ha organizzato una giornata antipsichiatrica che è iniziata con un presidio sotto il carcere della Dozza a Bologna dal quale vi proponiamo una corrispondenza. La giornata è proseguita poi a Imola, alla Brigata Prociona, con la presentazione del libro "Divieto di infanzia. Psichiatria, controllo e profitto" di Chiara Gazzola e Sebastiano Ortu.

giovedì 26 gennaio 2023

PISA: 04/02 presentazione di MORTI IN UNA CITTA' SILENTE di Sara Manzoli c/o S. A. Newroz

 PISA SABATO 4 FEBBRAIO 2023 c/o Spazio Antagonista NEWROZ in via Garibaldi 72

alle ore 18 il Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud presenta:

MORTI IN UNA CITTA’ SILENTE. La strage dell’8marzo 2020 nel carcere Sant’Anna di Modena

di Sara Manzoli edizioni Sensibili alle Foglie

sarà presente l’autrice

Il giorno 8 marzo 2020 alle porte del primo lockdown nazionale, scoppiano rivolte in tutte le carceri della penisola. I detenuti si ribellano alla sospensione dei colloqui con i familiari, delle attività trattamentali con gli operatori esterni, e alla paura dei contagi in un luogo in cui è praticamente impossibile mantenere – quello che da lì a poco risuonerà come un mantra – il “distanziamento sociale”. Nella Casa Circondariale di Modena si conteranno nove morti, tredici in tutta Italia. Quella del Sant’Anna diventerà la rivolta carceraria che conterà più morti della storia repubblicana. A corpi ancora caldi queste morti verranno attribuite a overdose di metadone e benzodiazepine, ipotesi che verrà confermata senza un dibattimento processuale quindici mesi dopo. Morti i cui corpi freddi parlano di violenze subite, morti di cui non parlerà quasi nessuno, morti in un contesto sociale totalmente indifferente al destino dei migranti, in mare come in carcere. Solo una piccola parte di questa città decide di non tacere e dà vita al Comitato Verità e Giustizia per i morti del Sant’Anna, che fin dai primi momenti s’impegnerà a tenere alta l’attenzione su questa tragica pagina di storia cittadina e nazionale, e da cui nasce anche l’idea di questo libro.

a seguire APERICENA

per info:

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud

via San Lorenzo 38, 56100 Pisa
antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org 3357002669


 

Collettivo Antipsichiatrico "Antonin Artaud" Pisa - 2007 antipsichiatriapisa@inventati.org