L’8 MARZO, LOTTO SEMPRE!
Il collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud di Pisa aderisce e partecipa
allo sciopero globale femminista dell’8 marzo 2017.
Il movimento antipsichiatrico, come il femminismo e il transfemminismo,
lotta da sempre per il diritto all’autoderminazione di tutte e tutti, contro la
psichiatria come scienza del controllo sociale.
Religione e psichiatria
si sono sempre preoccupate di esercitare il loro repressivo controllo su tutti quei
comportamenti che, nelle differenti epoche, hanno suscitato e suscitano
scandalo: dalla sessualità non convenzionale, al pensiero libertino; dalla
disobbedienza alla famiglia, alla dissidenza politica; dalla diversità, alla stravaganza
o incomprensibile stranezza. Ogni comportamento che si discosta dalla norma in
una società che richiede efficienza, produttività e concorrenzialità, viene
definito patologico.
Le carenze individuali della persona che vive una situazione di squilibrio
vengono ricercate ed esaltate, anche quando si riconoscono le cause sociali del
disagio. Ne è un chiaro esempio la categoria diagnostica del PTSD (disturbo da
stress post-traumatico) che valuta il difetto della persona nel reagire a
esperienze fortemente traumatiche, anziché il dramma sociale vissuto,
invertendo così i termini di causa ed effetto.
I Manuali Diagnostici e
Statistici dei Disturbi Mentali, DSM 1°, 2° e 3° includevano l’omosessualità
tra le malattie mentali con annesse spiegazioni “scientifiche”. Solo nel DSM 4°
del 1994, dopo un lungo dibattito e scontri interni, l’omosessualità come
patologia non apparirà più, così come non vi si troverà l’isteria, che portò
alla reclusione di migliaia di donne negli istituti manicomiali. Ma quante
altre presunte malattie mentali sono state classificate col medesimo metodo
“scientifico”?
Sopravvive ad esempio, seppur cambiato di nome, il disturbo dell’identità
di genere, oggi disforia di genere. Proliferano le categorie diagnostiche
associate alla vita della donna, dalla depressione post-partum, al disturbo
disforico premestruale, e il sesso femminile è addirittura
considerato un fattore di rischio nella depressione.
Anche l’infanzia è sotto i riflettori della psichiatria, così come il mondo
migrante e quello precario: i soggetti improduttivi o socialmente “deboli”
incarnano oggi tutta la sintomatologia del divario economico e sociale che
viviamo e diventano destinatari di “cure”, anche obbligatorie, giacché la
famigerata chiusura dei manicomi non ha intaccato il ricovero coatto e il
trattamento sanitario obbligatorio (TSO).
Gli psichiatri si ergono
a “curatori dell’infelicità” a sostegno dell’industria farmaceutica: più la
nostra esistenza si complica, più ci propongono di alleviare le nostre
difficoltà con molecole (psicofarmaci) che diluiscono silenziosamente la nostra
capacità di reazione. Veniamo spinte a ricorrere al camice bianco come
sostituto della solidarietà spontanea fra le persone. Si risponde alla
necessità di riconoscimento delle esperienze drammatiche e delle sofferenze
esistenziali, con diagnosi che vanificano la volontà di riprendere in mano le
nostre vite, perché il problema siamo noi, che siamo “malate”.
CONTRO CHI CI VUOLE SUCCUBI, OBBEDIENTI E INQUADRATE.
CONTRO OGNI ETICHETTA
PSICHIATRICA. CONTRO L’OBBLIGO DI CURA.
CONTRO LA PSICHIATRIA
SCIENZA DEL CONTROLLO SOCIALE.
PER IL DIRITTO ALL’AUTODETERMINAZIONE E IL RICONOSCIMENTO DELLE DIFFERENZE:
NOI SCIOPERIAMO!!!
Collettivo
Antipsichiatrico Antonin Artaud Pisa
www.artaudpisa.noblogs.org