MONZA ven 6 giugno c/o FOA BOCCACCIO: Serata ANTIPSICHIATRICA con presentazione del libro "ELETTROSHOCK"
Pubblicato da Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud alle 11:14
"ELETTROSHOCK" La storia delle terapie elettroconvulsive e i racconti di chi le ha vissute."
a cura del Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
Edizioni Sensibili Alle Foglie.
MONZA
venerdì 6 giugno
c/ o FOA Boccaccio 003via Rosmini 11
ore 20 aperitivo e Pizza a seguire presentazione del libro
GENOVA
sabato 7 giugno
c/o Casa Occupata Pellicceria vico Pellicceria 1
ore 19:30 apericena a seguire presentazione del libro
PONTEDERA
giovedì 12 giugno
c/o Centro Poliedro piazza Berlinguer
ore 21 presentazione del libro
per info:
antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org
Pubblicato da Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud alle 20:41
LA PSICHIATRIA RENDE LIBERI ? Come collettivo antipsichiatrico contrastiamo la logica proibizionista che alimenta la medicalizzazione di massa
e favorisce l'espandersi della psichiatria; motivo per cui anche quest'anno partecipiamo alla manifestazione/ street parade antiproibizionista CANAPISA
che si terrà a Pisa sabato 31 maggio in piazza S. Antonio alle ore 16 portando le nostre istanze
antipsichiatriche e ribadendo con forza il diritto a manifestare e ad esprimere le proprie opinioni.
Oggi l’istituzione psichiatrica continua ad essere uno strumento di esclusione e controllo, ed ha
enormemente ampliato il suo bacino d’utenza aumentando di anno in anno il numero delle
“malattie mentali” da curare, ossia dei comportamenti “devianti” da uniformare.
Tra questi rientra il consumo di sostanze psicoattive, che, se in passato era considerato un vizio, un piacere, oggi diviene sintomo di un disagio da trattare con cure
psichiatriche, trasformando un problema sociale in una questione sanitaria. Negli ultimi anni a causa del decreto Fini-Giovanardi ed alle nuove proposte di legge
in materia psichiatrica, si è rafforzato il legame proibizionismo-psichiatria ed i
consumatori di sostanze illegali sono diventati merce per le multinazionali farmaceutiche e per l'industria del recupero e della riabilitazione sulla base di una doppia
diagnosi che li vede “malati mentali” in quanto drogati e “drogati” a causa della loro
"malattia mentale". Nonostante si dimostri proibizionista nei confronti di chi consuma volontariamente sostanze, la psichiatria
diffonde sul mercato molecole psicoattive e somministra trattamenti farmacologici che, sono spesso introdotti
coercitivamente nel corpo delle persone. Gli psicofarmaci, oltre ad agire solo sui sintomi e non sulle cause della sofferenza della persona, alterano
il metabolismo e le percezioni, rallentano i percorsi cognitivi e ideativi contrastando la possibilità di fare
scelte autonome, generano fenomeni di dipendenza ed assuefazione del tutto pari, se non superiori,
a quelli delle sostanze illegali classificate come droghe pesanti, dalle quali si distinguono non per le loro
proprietà chimiche o effetti ma per il fatto di essere prescritti da un medico e commercializzate in farmacia. Siamo contro l'obbligo di cura, infatti non siamo a priori contro l'utilizzo di psicofarmaci ma pensiamo
che spetti all'individuo deciderne in libertà e consapevolezza l'assunzione. Sentiamo pertanto l'esigenza
di contrastare ancora una volta il perpetuarsi di tutte le pratiche psichiatriche e di smascherare l’interesse
economico che si cela dietro l’invenzione di nuove malattie per promuovere la vendita di nuovi farmaci. Il fine contenitivo di tali sostanze è evidente: la distribuzione di psicofarmaci è oramai prassi diffusa anche
all'interno di altre istituzioni totali. Nei CIE (centri identificazione ed espulsione) gli psicofarmaci vengono
spesso somministrati sia nascosti negli alimenti che forzatamente. Le carceri italiane favoreggiano l'uso diffuso, abituale (tre volte al giorno) ed indiscriminato di sedativi,
soprattutto benzodiazepine, per tenere a bada attraverso le cure psichiatriche i detenuti, che, pur non facendo
uso di stupefacenti , vengono così indirizzati verso la psicofamacologia. Invece di avere come fine primario la salute dei detenuti, i medici diffondono l'uso di psicofarmaci,
che permette di controllare chimicamente l'umore, di lenire l'ansia della carcerazione. L'istituzione carceraria
si serve della psichiatria per stemperare il conflitto, e garantirsi così un più semplice controllo della massa
dei detenuti, costretti a subire gravi situazioni di degrado e sovraffollamento.
Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud- Pisa per info: antipsichiatriapisa@inventati.org / www.artaudpisa.noblogs.org /3357002669
Pubblicato da Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud alle 13:05
Pubblicato da Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud alle 08:31
Schema-guida per "l’Ascolto-profondo"
Gli argomenti affrontati da questo laboratorio (di gruppo o individuale) toccano da vicino le tematiche rese note negli anni ’60-’70 dal movimento antipsichiatrico inglese. I riferimenti odierni ci vengono dal metodo biosistemico ideato da Jerome Liss ("La comunicazione ecologica" e "L’ascolto profondo").
I concetti di "simmetria" in "Insieme per vincere l’infelicità" ("siamo sulla stessa barca") "rivelazione"("posso liberare il nodo che è in me") "empatia" (condivisione del vissuto individuale) sono i punti di partenza che investono il problema della comprensione e collaborazione reciproca inteso come strategia
alternativa della psicoterapia (in Europa e in America) già dal 1986.
Tutto ciò ha presupposto nella sperimentazione di gruppo di affrontare la realtà emotiva di ciascuno in termini di "ascolto profondo" dell’io-altro e dell’io-me cambiando il proprio giudice interiore (o S.Io) e permettendo all’altro di ascoltarci come noi stessi vorremmo farlo (cura della parola o dell’ascolto).
Il metodo utilizzato prevede che nella comunicazione profonda il nostro corpo agisca come un diapason:
il riverbero dell’esperienza dell’altro è collegato ai cambiamenti di espressione corporea e viscerale, al ritmo del respiro, al tono muscolare e ai cambiamenti posturali.
Il nostro partner è il nostro soggetto:
evitiamo le interruzioni indirette. L’ascolto profondo presuppone un silenzio "disponibile" per poter imparare a "meta-comunicare" sviluppando una relazione di reciprocità. La scelta del partner d’ascolto è esercizio di comunicazione privilegiata ma anche ascolto del "represso" con spirito di accompagnamento
attento. La Teoria Biosistemica si avvale delle ricerche sulla psico-fisiologia delle emozioni e sulla sperimentazione diretta su di sé del metodo come già aveva fatto R. Laing.
L’empatia corporea è espressione di sintonia con l’altro e lavora in questa direzione (così come le tecniche di intensificazione, analisi del ricordo, ricezione dei punti-chiave).
Metodo di intensificazione:
Messaggio-Io Messaggio -Tu (identificazione)
Le radici corporeee delle emozioni seguendo la sequenza intensificazione-deintensificazione vengono individuate facendo pressione sul corpo: da una parte il contatto corporeo e dall’altra l’esplorazione dei sentimenti profondi relativi all’angoscia attraverso la "parola-chiave".
Ogni incontro di gruppo parte con l’attivazione corporea basata sulla "curva energetica" così come è data dall’alternanza del sistema nervoso autonomo simpatico e parasimpatico (SIA) nell’arco del quotidiano.
Il gruppo si dispone in cerchio con il conduttore per la condivisione iniziale. L’approccio della biosistemica parte dal "grounding" (o radicameto psico-visceral-muscolare sotteso alle posture del corpo) verticale, orizzontale, laterale fino al grounding simbolico che si traduce nello star seduti. Il grounding riguarda la
postura ma riassume in sé tutto un insieme di elementi corporei e mentali contemporaneamente. Le nuove strategie per una comunicazione ecologica considerano quindi il SIA, il problem-solving, l’empatia corporea, l’identificazione, l’epistemologia del rispetto, la living-learning experience (l’esperienza di vissuto e di
apprendimento integrata) conferendo al metodo biosistemico la prerogativa fondamentale di far comunicare le persone in modo davvero efficace nella prospettiva del cambiamento.
per info:
antipsichiatriapisa@inventati.org
Pubblicato da Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud alle 22:56
Pubblicato da Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud alle 12:27