A Pisa è nato il collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud contro gli usi ed abusi della psichiatria.
Nessuno di noi è psichiatra, psicologo o uno "specialista " della mente ma siamo tutte persone
interessate a contrastare gli effetti nefasti che questa scienza del controllo produce sull'intero corpo sociale.
Ci sembra necessario mettere in discussione le pratiche di esclusione e segregazione indirizzate
a tutti quelli che non accettano il sistema di valori imposto dalla società.
E' arrivato il momento di rompere il silenzio che permette il brutale perpetuarsi di tutte le
pratiche psichiatriche e di smascherare l'interesse economico che si cela dietro
l'invenzione di nuove malattie per promuovere la vendita di nuovi farmaci.
Ci proponiamo di fornire:
- un aiuto legale
- informazione sui farmaci e sui loro effetti
collaterali
- denunciare le violenze e gli abusi della psichiatria

Chiunque è interessato può intervenire alle nostre assemblee che si svolgano
tutti i martedì alle 21:30 c/o lo Spazio Antagonista Newroz in via Garibaldi 72 a PISA
per info : antipsichiatriapisa@inventati.org
3357002669

attivo il nuovo sito del collettivo
www.artaudpisa.noblogs.org

mercoledì 23 maggio 2007

CANAPISA 2007 PER LE VITTIME DELLA PSICHIATRIA

volantino che distribuiremo alla street parade antiproibizionista CANAPISA
che ci sarà sabato 26 maggio in piazza Sant'Antonio a Pisa dalle ore 16

ALLE VITTIME DELLA PSICHIATRIA
Non c'è da stupirsi che una street-parade antiproibizionista sia dedicata alle vittime della psichiatria. Antipsichiatria e antiproibizionismo coesistono infatti da tempo all'interno di un percorso che contrasta con la logica proibizionista che appoggia la medicalizzazione di massa. L'attuale decreto Fini Giovanardi non ha fatto altro che rinforzare il legame proibizionismo-psichiatria etichettando il consumatore di sostanze psicoattive come malato mentale da trattare con cure psichiatriche. I “drogati” diventano così merce per l'industria del recupero e della riabilitazione sulla base di una doppia diagnosi che li vede malati mentali in quanto drogati e drogati a causa della loro malattia mentale. Una doppia ragione per il ricorso alle cure psichiatriche e un drastico cambio di prospettiva nell'affrontare la questione del consumo di sostanze che è ora trasformata da una questione sociale a una questione sanitaria e penale. L'assuntore di sostanze non è più visto come il “ribelle”, il “disadattato sociale”, lo “psiconauta alla ricerca di esperienze altre”, ecc, ma come un malato mentale da curare e la gestione delle tossicodipendenze è delegata alla macchina psichiatrica.
Nuovi orizzonti di business si aprono così per gli imprenditori della reclusione e della cura della salute mentale. Dietro a tutto ciò la forte spinta delle multinazionali del farmaco, veri potentati in grado di influenzare scelte politiche e segmenti di mercato, ma anche un notevole tornaconto per le istituzioni politiche che vedono nel farmaco un potente strumento di controllo.
Massiccio è l'uso di psicofarmaci in ogni ambiente e fascia sociale, come a dimenticare la pericolosità delle sostanze con le quali si ha a che fare. Gli psicofarmaci generano fenomeni di dipendenza e di assuefazione talvolta assai più gravi delle sostanze illegali classificate come droghe pesanti; inoltre i meccanismi attraverso cui agiscono sono tutt’altro che noti e spesso causa di vere e proprie malattie neurologiche.
È un paradosso difficilmente spiegabile vietare da un lato l'uso di sostanze psicoattive classificate illegali e dall'altro prescrivere sostanze psicoattive legali per curare le tossicodipendenze.
Viene da chiedersi quale sia la reale differenza tra droghe e psicofarmaci, differenza che sembra davvero ridursi alla prescrizione medica.

Collettivo Antipsichiatrico "Antonin Artaud" Pisa - 2007 antipsichiatriapisa@inventati.org