A Pisa è nato il collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud contro gli usi ed abusi della psichiatria.
Nessuno di noi è psichiatra, psicologo o uno "specialista " della mente ma siamo tutte persone
interessate a contrastare gli effetti nefasti che questa scienza del controllo produce sull'intero corpo sociale.
Ci sembra necessario mettere in discussione le pratiche di esclusione e segregazione indirizzate
a tutti quelli che non accettano il sistema di valori imposto dalla società.
E' arrivato il momento di rompere il silenzio che permette il brutale perpetuarsi di tutte le
pratiche psichiatriche e di smascherare l'interesse economico che si cela dietro
l'invenzione di nuove malattie per promuovere la vendita di nuovi farmaci.
Ci proponiamo di fornire:
- un aiuto legale
- informazione sui farmaci e sui loro effetti
collaterali
- denunciare le violenze e gli abusi della psichiatria

Chiunque è interessato può intervenire alle nostre assemblee che si svolgano
tutti i martedì alle 21:30 c/o lo Spazio Antagonista Newroz in via Garibaldi 72 a PISA
per info : antipsichiatriapisa@inventati.org
3357002669

attivo il nuovo sito del collettivo
www.artaudpisa.noblogs.org

venerdì 7 novembre 2025

CREARE una ASSEMBLEA PERMANENTE dei PAZIENTI PSICHIATRICI

 

Riceviamo e volentieri pubblichiamo…


Vorrei mi aiutaste a pubblicizzare la proposta di creare una "Assemblea Permanente dei Pazienti Psichiatrici". Chi fosse interessato a sostenere e partecipare a questa assemblea può scrivere a:cantodellesirene@gmail.com

Mi chiamo Luigi Gallini e sono nato nel 1964. Sono in trattamento psichiatrico da circa 40 anni. Da 5 anni compiuti sono internato all'ergastolo bianco, ovvero in stato libertà vigilata senza limite massimo di privazione della libertà. Ho iniziato da settembre scorso il 6° anno di internamento. Attualmente sono recluso agli arresti domiciliari presso una "Struttura Psichiatrica Residenziale a Media Intensità" del Torinese.

Dal 2005 partecipo ad attività anti-psichiatriche legate al mutevole contesto dei diversi movimenti spontanei dei pazienti psichiatrici che si sono succeduti in italia: "No Pazzia", "Osservatorio Italiano Salute Mentale" e "Torino Mad Pride".

Non sono sempre stato giudicato dalla società un pericolosissimo "pazzo criminale" come da 6 anni a questa parte.

Ho 23 anni di scolarizzazione: sono in possesso di una maturità tecnica agraria, una scuola estiva per tecnico e dirigente di società cooperative, una laurea magistrale in scienze della terra, un dottorato in chimica e mineralogia del suolo e una sorta di post-dottorato all'italiana in geo-microbiologia svolto presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche. Da 2 anni seguo il corso di laurea in Scienze Politiche e Sociali presso il polo carcerario dell'università degli studi di Torino. Dal 1999 al 2021 vita ho insegnato nelle scuole secondarie della provincia di Torino Matematica,
Geometria, Chimica, Biologia, Scienze Naturali e Geografia Astronomica; sia come titolare di cattedra sia come insegnante di sostegno. Sono autore di una dozzina di pubblicazioni scientifiche e ho firmato il testo autobiografico: "Socialmente Pericoloso. La triste ma vera storia di un
ergastolo bianco", edito dalla Contrabbandiera Editrice per conto del Collettivo Informacarcere del Centro Evangelico Valdese di Firenze.

Scrivo questo appello in quanto vorrei il vostro aiuto per trovare un gruppetto di internati psichiatrici decisi ad impegnarsi in un collettivo focalizzato a svolgere attività politiche e sociali. In particolare, a lavorare per creare le basi di una ampia "Assemblea Permanente dei Pazienti Psichiatrici", autonoma e indipendente dai poteri economici e politici.

Attualmente, dal panorama associativo italiano, sono assenti le organizzazioni indipendenti  di pazienti psichiatrici. Le uniche associazioni di pazienti psichiatrici che esistono, sono emanazioni di
interessi politici ed economici forti e sono gestite da fondazioni bancarie o dalle Aziende Sanitarie Locali.

Gli obiettivi dell'Assemblea Permanente dei Pazienti Psichiatrici per la quale cerco collaboratori, sono molteplici, ma fondamentalmente il suo scopo sarebbe quello di costituire una struttura associativa atta a rappresentare politicamente, e a difendere in modo corporativo, i diritti dei pazienti psichiatrici; atta a rappresentare socialmente e politicamente la voce dei pazienti psichiatrici in modo indipendente dalle Banche e dalle Aziende Sanitarie Locali.

Attualmente, in questo progetto sono solo. Se fosse possibile, vorrei il vostro aiuto per poter raggiungere e contattare altri internati psichiatrici, come me interessati a lavorare ad un progetto di associazione nazionale.

Chi fosse interessato ad aiutare a far nascere una Assemblea Permanente dei Pazienti Psichiatrici, può scrivere a: cantodellesirene@gmail.com.

Grato dell'attenzione fin qui dimostrata e confidando in un vostro gentile riscontro, vi porgo i miei migliori auguri di buona prosecuzione di tutte le vostre attività.

Con preghiera di diffusione,

Luigi Gallini

Link per ascoltare intervista a radio Onda D’Urto con il commento sulla sentenza del processo per il maltrattamenti

 


https://www.radiondadurto.org/2025/11/06/pisa-maltrattamenti-e-abusi-su-persone-autistiche-10-condanne-alla-stella-maris-assolti-i-vertici/

Questo è il link per ascoltare l’intervista che abbiamo fatto, come collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud, a radio Onda D’Urto per commentare la sentenza di primo grado del processo sui maltrattamenti alla Stella Maris. Abbiamo approfondito anche altri aspetti: la lotta antipsichiatrica, l’orizzonte e il significato sociale di una sentenza del genere.

PISA: MALTRATTAMENTI E ABUSI SU PERSONE AUTISTICHE. 10 CONDANNE ALLA STELLA MARIS, ASSOLTI I VERTICI

Martedì 4 novembre si è concluso il processo di primo grado in merito all’inchiesta che vedeva imputata la Fondazione Stella Maris per i maltrattamenti e gli abusi subiti dagli utenti ospitati nella struttura per persone autistiche a Montalto di Fauglia (PI). 15 le persone coinvolte, tra operatori e figure apicali della  Fondazione.

Il Tribunale di Pisa – presieduto dalla giudice monocratica Susanna Messina – ha condannato 10 tra operatori e operatrici, ma assolto i vertici della Fondazione.

Un esito che ha lasciato l’amaro in bocca, soprattutto alle famiglie delle persone che hanno subito abusi e maltrattamenti, e che arriva dopo un lunghissimo proccesso iniziato a seguito della denuncia dei genitori di un assistito e alla conseguente introduzione di telecamere, da parte delle forze dell’ordine, all’interno della struttura. Riprese che alzeranno poi il velo sugli abusi e i maltrattamenti a lungo sospettati da alcuni famigliari, facendo emergere pratiche contenitive inaccettabili, come il tappeto contenitivo, e dando il via all’inchiesta.

In occasione dell’udienza, il Collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud ha organizzato il 22esimo presidio solidale davanti al Tribunale di Pisa, in sostegno e solidarietà alle famiglie delle vittime dei maltrattamenti”.

Per il collettivo l’obiettivo è offrire una supporto solidale a chi ha attraversato questa vicenda dolorosa, ma anche mantenere alta l’attenzione sia sui meccanismi e le dinamiche che regolano queste strutture psichiatriche – vere e proprie “istituzioni totali“, al pari di carceri e Cpr, finanziate da fondi pubblici – sia sul fenomeno della “psichiatrizzazione sociale, che avanza un po’ ovunque nel silenzio generale”.

giovedì 6 novembre 2025

link per ascoltare intervista a Radio BlackOut con il commento alla sentenza sul processo Stella Maris

 

https://radioblackout.org/2025/10/maltattamenti-stella-maris-mite-decisione-del-tribunale-di-pisa-chiude-il-primo-grado-del-piu-grande-processo-italiano

Maltrattamenti Stella Maris: mite decisione del tribunale di Pisa chiude il primo grado del più grande processo italiano per abusi su ragazzi autistici.

Sopra il link per ascoltare l'intervista che, come collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud abbiamo fatto a radio BlackOut partendo da un resoconto del processo per i maltrattamenti nella struttura della Stella Maris – reputata un’eccellenza del settore sanitario toscano – arrivando a parlare di strumenti di contenimento fisico e farmacologico all’interno dei luoghi di contenimento.

280 gli episodi di maltrattamento in soli 4 mesi. 7 anni di processi e una decisione in primo grado che condanna solamente gli operatori, lasciando cadere ogni responsabilità per medici e dirigenti ai vertici della struttura.

In parallelo al processo per maltrattamenti presso il Tribunale di Firenze si è tenuta la sentenza d’Appello per la morte di Mattia Giordani che ha confermato, come in primo grado, l'assoluzione della dottoressa imputata. Mattia ha perso la vita nel 2018 dopo un soffocamento, dovuto probabilmente al prolungato ed eccessivo uso di psicofarmaci.

Osservare e raccontare cosa accade nei luoghi di limitazione o privazione della libertà, è l’unica via per evitare abusi e maltrattamenti .

mercoledì 5 novembre 2025

"Una sentenza che non fa giustizia" - link per ascoltare intervista a Radio Ondarossa con il commento alla sentenza sul processo Stella Maris


https://www.ondarossa.info/newsredazione/2025/11/sentenza-che-non-fa-giustizia

Questo è il link per ascoltare l'intervista che abbiamo fatto, come collettivo Artaud, a radio Ondarossa con il commento della sentenza di primo grado per il processo per i maltrattamenti nei confronti di ragazzi con autismo avvenuti nella struttura di Montalto di Fauglia, in provincia di Pisa, gestita dalla fondazione Stella Maris.

martedì 4 novembre 2025

LINK per ascoltare intervista in DIRETTA dal presidio al processo Stella Maris di martedì 4 novembre

 

https://www.ondarossa.info/newsredazione/2025/11/verita-sulle-violenze-alla-stella-maris

Questo è il link per ascoltare l’intervista che abbiamo fatto, come collettivo Artaud, martedì 4 novembre a Radio Ondarossa in diretta dal presidio sotto il tribunale di Pisa per il processo sui maltrattamenti alla Stella Maris aspettando la sentenza di primo grado.

mercoledì 29 ottobre 2025

PISA: martedì 4/11PRESIDIO di SOLIDARIETÀ BASTA ABUSI! BASTA USO del TAPPETO CONTENITIVO!


 MARTEDÌ 4 NOVEMBRE 2025 ORE 10:30

presso il Tribunale di Pisa in Piazza della Repubblica

PRESIDIO di SOLIDARIETÀ

BASTA ABUSI! BASTA USO del TAPPETO CONTENITIVO!

VERITÀ SULLE VIOLENZE ALLA STELLA MARIS!

SOLIDARIETÀ ALLE VITTIME DEI MALTRATTAMENTI!

Anche se vi credete assolti siete per sempre coinvolti...


COLLETTIVO ANTIPSICHIATRICO ANTONIN ARTAUD

antipsichiatriapisa@inventati.org

martedì 28 ottobre 2025

PISA: martedì 4 novembre PRESIDIO di SOLIDARIETÀ – VERITÀ SULLE VIOLENZE ALLA STELLA MARIS!

 VERITÀ SULLE VIOLENZE ALLA STELLA MARIS, SOLIDARIETÀ ALLE VITTIME DEI MALTRATTAMENTI !

Il prossimo martedì 4 novembre dovrebbe concludersi il primo atto del lungo processo per i maltrattamenti nei confronti di ragazzi con autismo avvenuti nella struttura di Montalto di Fauglia in provincia di Pisa, gestita dalla fondazione Stella Maris.

La giudice infatti con molta probabilità pronuncerà la sentenza di primo grado dopo aver ascoltato la risposta del pubblico ministero alla requisitoria degli avvocati delle due dottoresse imputate esposta nel corso della precedente udienza.

Come collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud saremo presenti martedì 4 novembre a partire dalle ore 10:30 per il ventiduesimo presidio davanti al Tribunale di Pisa, in sostegno e solidarietà alle famiglie delle vittime dei maltrattamenti.

Nell’estate del 2016, in seguito alla denuncia dei genitori di un giovane, la struttura è stata posta sotto controllo con l’installazione di microcamere e, dopo tre mesi di intercettazioni, la Procura di Pisa ha configurato l’ipotesi di reato per maltrattamenti. Si tratta del più grande processo per maltrattamenti a persone con disabilità in Italia. Il processo va avanti lentamente da oltre 7 anni: le udienze sono state molto diradate a causa dell’elevato numero di testimoni.

Gli imputati sono 15, tra cui due dottoresse che gestivano la struttura e il Direttore Sanitario della Stella Maris. Due imputati sono usciti di scena: un operatore che ha patteggiato la pena e il Direttore generale che, dopo il rito abbreviato, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi per poi essere assolto nel processo d’Appello.

I genitori, i tutori e altri testimoni ascoltati hanno raccontato le violenze subite dai ragazzi di Montalto. Le videoregistrazioni hanno documentato e testimoniato gli oltre 280 episodi di violenza in meno di 4 mesi; violenza non episodica dunque, ma strutturale. In una delle ultime udienze una delle dottoresse ha dichiarato che a Montalto di Fauglia venivano usati, in caso di crisi, i "tappeti contenitivi” nei quali il paziente veniva arrotolato, immobilizzato e contenuto. Durante il processo è stato inoltre dichiarato che a Fauglia esisteva una stanza con un letto dotato di cinghie per la contenzione meccanica.

Tra gli ospiti della struttura ricordiamo Mattia, morto nel 2018 per soffocamento, dovuto probabilmente al prolungato ed eccessivo uso di psicofarmaci. I continui cambi di terapia avevano comportato disfunzionalità e rischi per la deglutizione al momento dei pasti, ma la famiglia afferma di non esserne mai stata informata né tantomeno istruita su eventuali accortezze o manovre salvavita da mettere in atto. Per questa vicenda vi è un altro procedimento penale: il processo in primo grado si è chiuso con nessuna responsabilità da parte dei medici e della struttura. Il processo d’Appello si terrà presso il Tribunale di Firenze, nello stesso giorno del processo di Pisa, il 4 novembre.

Come riporta la relazione del consulente tecnico, professor Alfredo Verde: “Leggendo gli atti del presente procedimento abbiamo rinvenuto sicuramente la menzione di una lunga tradizione di abuso e violenza da parte degli operatori, radicata negli anni, e in parte tollerata, in parte ignorata dalla direzione delle strutture”. E ancora: “In queste situazioni si sviluppano degenerazioni in cui la violenza e la sopraffazione divengono strumenti usati ogni giorno, e l'istituzione perde le sue caratteristiche terapeutiche per divenire un luogo meramente coercitivo e afflittivo. Il comportamento degli operatori è apparso tipico delle istituzioni totali”.

La presunta eccellenza della Stella Maris è un grande bluff. A Fauglia non si mettevano in atto cure o trattamenti terapeutici ma violenze e trattamenti degradanti e umilianti ai danni degli ospiti. Tutte le pratiche di contenzione, tra cui anche l'utilizzo dei tappeti di contenzione, rappresentano, oltre che una inaccettabile violenza, uno dei tanti simboli del fallimento dell’utopia psichiatrica.

Come Collettivo Artaud riteniamo sia necessario, dopo due anni di vicinanza e supporto costante, assicurare ora più di prima una presenza numerosa di testimonianza e appoggio in quest'ultima fase del primo grado del processo, in quello che sarà probabilmente un momento di sofferenza e di forte impatto emotivo, comunque vada. A fianco di chi ha subito maltrattamenti e violenze all'interno della struttura di Montalto di Fauglia e delle loro famiglie, ma anche in nome delle tante vittime di abusi psichiatrici che ancora, lontano dai riflettori e dalle telecamere, vengono perpetrati ai danni di persone private della libertà personale e non in grado di difendersi da sole.


Partecipiamo al PRESIDIO in SOLIDARIETÀ alle VITTIME

MARTEDÌ 4 novembre ore 10.30 c/o il Tribunale di Pisa in Piazza della Repubblica.


Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud

Comitato Sanità Pubblica Versilia-Massa Carrara

Coordinamento Regionale Toscano Salute Ambiente Sanità 


per info:

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud

via San Lorenzo 38, 56100 Pisa 3357002669

antipsichiatriapisa@inventati.org artaudpisa.noblogs.org


LINK per ascoltare intervista a radio Ondarossa sul prossimo PRESIDIO di martedì 4/11 per la sentenza del processo sui maltrattamenti alla Stella Maris

Martedì 4 novembre dovrebbe arrivare la sentenza di primo grado del tribunale di Pisa in merito all'inchiesta sui maltrattamenti presso la struttura Stella Maris, il cui iter abbiamo seguito nel corso degli ultimi mesi.

Faremo un presidio sotto il tribunale di Pisa in piazza della repubblica a partire dalle 10:30.
Questo è il link per ascoltare l'intervista che abbiamo fatto, come collettivo Artaud,
a una settimana dalla comunicazione della sentenza.

https://www.ondarossa.info/newsredazione/2025/10/stella-maris-4-novembre-sentenza-primo

sabato 25 ottobre 2025

Sabato 1 novembre TUTT3 PAZZ3! giornata antipsichiatrica c/o Agripunk (Arezzo)

 

SABATO 1 NOVEMBRE c7O AGRIPUNK spazio rifugio antispecista Ambra, Arezzo, in località L'Isola.


TUTT3 PAZZ3!
Giornata antipsichiatrica

Dalle 15.00 ci racconteranno la loro storia e le loro attività

il collettivo Antipsichiatricco Antonin Artaud

Brigata Basaglia Firenze

Al termine, cerchio di parola sulle nostre esperienze, neurodivergenze e
follie.



Alle 20.00 cena di autofinanziamento per il rifugio antispecista
Dalle 22.00 serata danzante con @minoranza_di_uno @l.incubo @discordiahc e
@illrolz999
Ingresso libero per tutto, tranne per la cena per la quale è chiesta la
prenotazione via whatsapp al 3355309606 ed un'offerta libera ma consapevole.


Il collettivo Antipsichiatricco Antonin Artaud è a Pisa nato nel 2005 . Si propone come gruppo sociale che, costruendo occasioni di confronto e di dialogo, vuole sostenere le persone maggiormente colpite dal pregiudizio psichiatrico.


Brigata Basaglia Firenze è un progetto dedicato al supporto psicologico e
sociale tramite sportelli di ascolto e supporto per la comunità.


venerdì 17 ottobre 2025

PISA: 25/10 INCONTRO con RENATO CURCIO c/o Spazio Antagonista Newroz

SABATO 25 ottobre a PISA c/o Spazio Antagonista Newroz via Garibaldi 72 alle ore 17:30

La Libreria Paulo Freire e il Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud

presentano:

INCONTRO CON RENATO CURCIO

e la presentazione del suo ultimo libro:

INTELLIGENZE ARTIFICIALI E INTELLIGENZE SOCIALI

di Renato Curcio edizioni Sensibili Alle Foglie

Sarà presente l’autore

 

giovedì 16 ottobre 2025

"DEFINISCI MALTRATTAMENTO" comunicato sull'ultima udienza del processo sui maltrattamenti alla Stella Maris

 

DEFINISCI MALTRATTAMENTO

“Definisci bambino”: abbiamo ancora nelle orecchie la sciagurata domanda pronunciata dal Presidente dell’associazione Amici di Israele, rivolta durante un dibattito televisivo all’ allibito interlocutore, per giustificare la strage di minori nella Striscia di Gaza.

Queste parole, che producono sdegno e disgusto, possono essere paragonate a quelle pronunciate dall’avvocato Stefano Del Corso, difensore della dottoressa Masoni, durante l’ultima udienza del processo Stella Maris. L’avvocato ha domandato alla giudice e agli astanti di definire la parola “maltrattamenti” in riferimento a quanto accaduto tra le mura della struttura di Montalto di Fauglia. E non era la prima volta! Altri avvocati nel corso del processo avevano provato a sminuire e a derubricare gli efferati atti che sono stati ripresi dalle telecamere dei carabinieri nell’estate del 2016 nel refettorio della struttura. Secondo i legali degli imputati quei 284 episodi di botte, vessazioni, umiliazioni, documentati dalle videocamere in quasi quattro mesi di riprese, non erano maltrattamenti ma un semplice eccesso di mezzi di correzione.

Eppure alcuni genitori quando sono stati chiamati dai carabinieri a vedere per la prima volta le immagini dei propri figli malmenati, strattonati e offesi verbalmente, si sono sentiti male; quando i video sono stati presentati al processo molti astanti sono usciti dall'aula; quando i giornalisti e i tecnici, che hanno prodotto il reportage della Rai sui fatti della Stella Maris, hanno visto quelle immagini le hanno definite “violenze inaudite su soggetti indifesi e quindi meritevoli di una cura ancora maggiore”.

A tutti era parso evidente cosa vuol dire “maltrattamento”, non appariva così complicato definire il termine. Erano bastate le immagini nella loro cruda evidenza, nella loro oggettiva presentazione a spiegare che cosa è un maltrattamento.

Ma per capire il senso di certe affermazioni che sembrano offendere il buon senso, oltreché umiliare ancora una volta i ragazzi e i loro familiari, bisogna riferirsi al codice penale e a quello che esso prescrive. È lì che si gioca la vera partita giudiziaria, è  lì che il termine assume una valenza valoriale. Il maltrattamento secondo il codice penale deve prevedere la presenza di atti abituali o sistematici che cagionano sofferenze fisiche o morali: percosse, violenze fisiche o sevizie; minacce o ingiurie gravi; “Comportamenti ripetuti che arrecano danno morale o psicologico”. Queste condotte devono avere come effetto la sofferenza fisica o morale per la vittima anche senza la presenza di lesioni gravi.

Il reato di maltrattamento ha dunque bisogno, per essere definito tale, della “abitualità”, deve cioè essere ripetuto nel tempo, non configurarsi come un episodio isolato.

Da ciò si capisce perché gli avvocati delle difese abbiano teso a parlare di singoli episodi non sistematici, a fare riferimento a condotte isolate, cercando di dimostrare che i maltrattamenti erano solo buffetti, al limite “eccesso di mezzi di correzione” o “ingiurie”: reati che se venissero accolti come plausibili dalla giudice Messina sarebbero già prescritti da tempo. E tale accoglimento avrebbe dunque l’effetto di ridurre in una bolla di sapone un processo andato avanti per anni con decine di persone implicate tra imputati, parti civili, avvocati, consulenti.


Ma la realtà è un’altra: come aveva scritto il Giudice dell’Udienza Preliminare Giulio Cesare Cipolletta nella sentenza-ordinanza del 2019, dopo soli quattro giorni di riprese i video già documentavano “atti di violenza fisica come schiaffi e strattoni oppure minacce ed ingiurie, poste in essere in maniera del tutto gratuita e senza riferimento a pregresse condizioni dei pazienti”. Col passare del tempo quegli atti reiteratamente compiuti, nell'indifferenza degli operatori che osservavano inerti la scena (a testimonianza di un'abitualità fatta di violenze accettate e condivise,) hanno dimostrato, secondo la requisitoria finale del Pubblico Ministero Pelosi, la presenza di un sistema fortemente radicato.

Nella sua arringa finale il PM ha posto l’accento sulla abitualità delle condotte maltrattanti, sull’atteggiamento indecoroso e poco professionale degli operatori Stella Maris, sul clima di paura che dominava la struttura, sull’omertà che regnava in quelle stanze. Tutto ciò ha reso possibile il fatto che la Stella Maris abbia potuto assumere l’aspetto di una struttura concentrazionaria (cosa peraltro ben esplicitata anche dalla relazione del Perito del tribunale Alfredo Verde) dove la brutalità aveva preso il sopravvento, dove le condotte violente erano sistematiche e non episodiche, reiterate anche di fronte a un pubblico inerte. Cosa è accaduto, ci chiediamo, al di là del refettorio, l'unico luogo dove erano state posizionate le telecamere? Cosa poteva succedere nei bagni, nelle camere, nei corridoi? Non è difficile immaginarlo. Il Pubblico Ministero aveva ben definito come maltrattamenti quelle “condotte plurime rivolte a soggetti indifesi e appartenenti alla stessa comunità”, e in base a tale convinzione aveva chiesto le relative pene fino a un massimo di cinque anni di reclusione.

"Il più grande processo per maltrattamenti ai disabili in Italia" (come era stato definito dal documentario che la Rai ha messo in onda due anni fa) che sta lentamente volgendo alla conclusione, è anche quello che ha portato alla luce la pratica disumanizzante, degradante, brutale dell'"arrotolamento" degli ospiti ritenuti recalcitranti, oppositori, ingestibili, all'interno di tappeti comperati per l'occasione all'Ikea. E della difesa pubblica di questa pratica da parte di avvocati, testimoni e imputati, che l'hanno rivendicata addirittura come "strumento dolce", come una normale routine da adottare per il bene dei "pazienti". Anche nel corso dell'ultima udienza c'è stato chi ha avuto la spudoratezza di definire il tappeto contenitivo un "presidio di civiltà". Come Collettivo abbiamo denunciato e ribadito in tutte le sedi che non ci sono ragioni che possano giustificare una violenza del genere. Che non si possono arrotolare esseri umani in un tappeto. Che le pratiche manicomiali non dovrebbero mai trovare spazio. Che le persone non si legano, mai.

La negazione e il ridimensionamento dei maltrattamenti (come purtroppo è accaduto anche nell’ultima udienza) e della loro reiterazione e continuità di fatto, così come il tentativo di ridurre tutto a singoli episodi, decontestualizzandoli e depotenziandoli, rappresentano l'ennesimo schiaffo intollerabile alle sacrosante aspettative di giustizia delle vittime e delle loro famiglie.

Martedì 4 novembre 2025, molto probabilmente il giudice dovrebbe emettere sentenza di primo grado. Invitiamo tutte/i a partecipare al PRESIDIO in SOLIDARIETÀ alle VITTIME dei MALTRATTAMENTI MARTEDÌ 4 novembre ore 10.30 c/o il Tribunale di Pisa in Piazza della Repubblica.


Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud


Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud

via San Lorenzo 38, 56100 Pisa

antipsichiatriapisa@inventati.org

www.artaudpisa.noblogs.org 3357002669


martedì 7 ottobre 2025

FOLLONICA (GR) venerdì 10 ottobre presentazione dell'opuscolo IL RUOLO DELLA PSICHIATRIA NELL'OCCUPAZIONE DELLA PALESTINA

VENERDì 10 OTTOBRE a FOLLONICA (GR)

c/o Ex Casello Idraulico in via Roma alle ore 18


il Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud presenta l’opuscolo

IL RUOLO DELLA PSICHIATRIA NELLA OCCUPAZIONE DELLA PALESTINA

a cura di Campaign for Psych Abolition


durante l’iniziativa verrà fatto un aggiornamento sulla Flotilla


organizza il Centro di Solidarietà Internazionalista

 

lunedì 6 ottobre 2025

LIVORNO: venerdì 24 ottobre INCONTRO CON RENATO CURCIO c/o Teatro Officina Refugio


 VENERDì 24 ottobre a LIVORNO c/o Teatro Officina Refugio,

Scali del Refugio 8 alle ore 18:30

il Teatro Officina Refugio e il Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud presentano:

INCONTRO CON RENATO CURCIO

e la presentazione del suo ultimo libro:

INTELLIGENZE ARTIFICIALI E INTELLIGENZE SOCIALI

di Renato Curcio edizioni Sensibili Alle Foglie

Sarà presente l’autore

giovedì 25 settembre 2025

venerdì 24 ottobre a LIVORNO e sabato 25 a Pisa DUE INCONTRI con RENATO CURCIO

VENERDì 24 ottobre a LIVORNO c/o Teatro Officina Refugio scali del Refugio 8 alle ore 18:30

SABATO 25 ottobre a PISA c/o Spazio Antagonista Newroz via Garibaldi 72 alle ore 17:30

Il Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud presenta:

DUE INCONTRI CON RENATO CURCIO

e la presentazione del suo ultimo libro:

INTELLIGENZE ARTIFICIALI E INTELLIGENZE SOCIALI

di Renato Curcio edizioni Sensibili Alle Foglie

Sarà presente l’autore


per info:

antipsichiatriapisa@inventati.org

Se le intelligenze umane sono miliardi, uniche e variegate, quelle artificiali sono poche e asservite, in concorrenza acerrima tra loro, etno-classiste e voracemente colonizzatrici, finalizzate a realizzare profitto esponenziale per i loro padroni occidentali bianchi, già iper-miliardari, e quindi addestrate a diffondere anzitutto i loro orientamenti culturali intrisi di una malcelata retorica suprematista. Sulle tracce del concetto di immaginario lasciate da alcuni importanti analisti sociali del secolo passato sono qui sviluppate riflessioni epistemologiche sull’urgenza di riallineare la ricerca sociale alla salvaguardia prioritaria del vivente, apertamente minacciato dall’appiattimento della razionalità tecno-scientifica sugli interessi del capitalismo cibernetico. Le curiose vicende dei conflitti in corso tra le corporation che “producono” le macchine-IA sono assunte come analizzatori del processo industriale entro cui le differenti Intelligenze Artificiali vengono addestrate e impostate – da quelle intrusive, che utilizzano neuro-tecnologie e bio-sensori, a quelle malvagie, che attrezzano i processi di “annientamento intelligente” degli umani e che purtroppo vediamo all’opera tutti i giorni contro la popolazione palestinese. Completa la riflessione uno sguardo sulle lotte delle lavoratrici e dei lavoratori delle grandi Big Tech, intese come momenti di quella resistenza contro le forme istituite dell’immaginario sistematicamente prodotto e servito dalle Intelligenze Artificiali generative, un nodo che solo una pratica collettiva potrà sciogliere. Una pratica che ritorni a far leva sull’intelligenza sociale collettivamente esercitata.



 

martedì 23 settembre 2025

LINK per ascoltare intervista in DIRETTA dal presidio al processo Stella Maris di martedì 23 settembre

https://www.ondarossa.info/newsredazione/2025/09/pisa-presidio-solidarieta-basta-abusi

A questo link potete ascoltare l’intervista che abbiamo fatto, come collettivo Artaud, a Radio Ondarossa in diretta dal presidio sotto il tribunale per il processo sui maltrattamenti alla Stella Maris durante l’udienza di martedì 23 settembre 2025.

mercoledì 17 settembre 2025

LINK per ascoltare intervista a radio Ondarossa sulla prossima udienza, di martedì 23 settembre, del processo sui maltrattamenti alla Stella Maris 

 

https://www.ondarossa.info/newsredazione/2025/09/presidio-pisa-stella-maris


questo è il link per ascoltare l’intervista che abbiamo fatto, come collettivo Artaud, a radio Ondarossa per parlare della prossima udienza del processo sui maltrattamenti alla Stella Maris che si terrà martedì 23 settembre.


domenica 14 settembre 2025

PISA: martedì 23/09 PRESIDIO di SOLIDARIETÀ BASTA ABUSI! BASTA USO del TAPPETO CONTENITIVO!


MARTEDÌ 23 SETTEMBRE 2025 ORE 10:30

presso il Tribunale di Pisa in Piazza della Repubblica

PRESIDIO di SOLIDARIETÀ

BASTA ABUSI! BASTA USO del TAPPETO CONTENITIVO!

VERITÀ SULLE VIOLENZE ALLA STELLA MARIS!

SOLIDARIETÀ ALLE VITTIME DEI MALTRATTAMENTI!


COLLETTIVO ANTIPSICHIATRICO ANTONIN ARTAUD

antipsichiatriapisa@inventati.org


domenica 7 settembre 2025

PISA: martedì 23 settembre PRESIDIO di SOLIDARIETÀ – VERITÀ SULLE VIOLENZE ALLA STELLA MARIS!

 

VERITÀ SULLE VIOLENZE ALLA STELLA MARIS, SOLIDARIETÀ ALLE VITTIME DEI MALTRATTAMENTI ! BASTA ABUSI! BASTA USO del TAPPETO CONTENITIVO!


Martedì 23 settembre 2025 ore 10:30 ventesimo presidio sotto il Tribunale di Pisa per una nuova udienza sui maltrattamenti nella struttura di Montalto di Fauglia destinata a ospitare persone autistiche, gestita dalla Fondazione STELLA MARIS. In questa udienza verranno ascoltati gli avvocati di altri imputati .


Nell’estate del 2016, in seguito alla denuncia dei genitori di un giovane, la struttura è stata posta sotto controllo con l’installazione di microcamere e, dopo tre mesi di intercettazioni, la Procura di Pisa ha configurato l’ipotesi di reato per maltrattamenti. Tra gli ospiti Mattia, morto nel 2018 per soffocamento, dovuto probabilmente al prolungato ed eccessivo uso di psicofarmaci. I continui cambi di terapia avevano comportato disfunzionalità e rischi al momento dei pasti di cui la famiglia afferma di non essere mai stata informata. Per questa vicenda vi è un altro procedimento penale, il processo in primo grado si è chiuso con nessuna responsabilità da parte dei medici e della struttura. È iniziato il processo d’Appello presso il Tribunale di Firenze, rinviato addirittura a novembre 2025.


Il processo per maltrattamenti va avanti lentamente da oltre 6 anni: le udienze sono diradate considerando l’elevato numero di testimoni. Si tratta del più grande processo sulla disabilità in Italia. Nel periodo della pandemia è stato ospitato nel Palazzo dei Congressi di Pisa.
Gli imputati sono 15, di cui due dottoresse che gestivano la struttura e il Direttore Sanitario della Stella Maris. Due imputati sono usciti di scena: un operatore che ha patteggiato la pena e il Direttore generale che, dopo il rito abbreviato, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi, poi assolto nel processo d’Appello.
I genitori, i tutori e altri testimoni ascoltati hanno riportato le violenze subite dai ragazzi di Montalto e documentate dalle videoregistrazioni che testimoniano gli oltre 280 episodi di violenza in meno di 4 mesi; violenza non episodica ma strutturale. In una delle ultime udienze una delle dottoresse ha dichiarato che a Montalto di Fauglia venivano usati, in caso di crisi, i "tappeti contenitivi” dove il paziente veniva immobilizzato, contenuto e arrotolato.


Come riporta la relazione del consulente tecnico, professor Alfredo Verde: “Leggendo gli atti del presente procedimento abbiamo rinvenuto sicuramente la menzione di una lunga tradizione di abuso e violenza da parte degli operatori, radicata negli anni, e in parte tollerata, in parte ignorata della direzione delle strutture”. E ancora: “In queste situazioni si sviluppano degenerazioni in cui la violenza e la sopraffazione divengono strumenti usati ogni giorno, e l'istituzione perde le sue caratteristiche terapeutiche per divenire un luogo meramente coercitivo e afflittivo. Il comportamento degli operatori è apparso tipico delle istituzioni totali”.


Per questi motivi e per ricordare le vittime degli abusi psichiatrici che ancora vengono perpetrati ai danni di persone private della libertà personale non in grado di difendersi da sole, è un dovere seguire le vicende del processo nell'interesse di tutte/i.
Partecipiamo al PRESIDIO in SOLIDARIETÀ alle VITTIME
MARTEDÌ 23 SETTEMBRE ore 10.30 c/o il Tribunale di Pisa in Piazza della Repubblica.


Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
Comitato Sanità Pubblica Versilia-Massa Carrara
Coordinamento Regionale Toscano Salute Ambiente Sanità


per info:

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud

via San Lorenzo 38, 56100 Pisa 3357002669

antipsichiatriapisa@inventati.org artaudpisa.noblogs.org

domenica 31 agosto 2025

ANNUNCIO RETE ASSEMBLEA ANTIPSICHIATRICA


 


 

domenica 17 agosto 2025

il PROSSIMO SPORTELLO D'ASCOLTO si terrà MARTEDì 26 AGOSTO

Vi informiamo che lo SPORTELLO D’ASCOLTO ANTIPSICHIATRICO previsto per martedì 19 agosto 2025 non sarà effettuato. Lo SPORTELLO si terrà regolarmente martedì 26 agosto 2025 allo stesso orario , dalle ore 15:30 alle 18:30 presso la nostra sede in via San Lorenzo 38 a Pisa. Per eventuali urgenze e per fissare eventuali incontri telefonateci al 335 7002669 oppure contattateci via mail a antipsichiatriapisa@inventati.org


Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
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venerdì 1 agosto 2025

VIAREGGIO: 10/08 INIZIATIVA sulla SANITÀ c/o festa "Partigiani Sempre"

VIAREGGIO DOMENICA 10 AGOSTO nello spazio della festa PARTIGIANI SEMPRE

Via Menini, zona darsene tra lo Stadio dei pini e Palazzetto dello Sport

INIZIATIVA SULLA SANITÀ

Ore 17.30 dibattito

Tra mancanza di assunzioni, liste d’attesa e privatizzazioni. Quale destino per il servizio sanitario nazionale? “

Ne discutiamo con alcuni comitati locali e territoriali che partecipano all’attività del coordinamento regionale, lavoratori/ci della sanità e cittadini. Presente Sondra Cerrai la mamma di Mattia Giordani (deceduto in circostanze ancora in via di accertamento) uno dei ragazzi vittima dei maltrattamenti nella struttura di Montalto di Fauglia (PI) della fondazione Stella Maris.


Coordinamento Regionale Salute Ambiente Sanità

venerdì 25 luglio 2025

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO: UN’ESPERIENZA CON GLI PSICOFARMACI

 Riceviamo e pubblichiamo la lettera anonima che trovate sotto.

Ciao. Ho scritto sul mio quaderno parte della mia esperienza psichiatrica.
Volevo condividerla con voi, nella speranza che prenda posto la voce della giustizia per quanto sta accadendo a me e a tanti altri.

Io sono una persona qualunque, che, come tante altre persone qualunque è stata maltrattata, abusata e torturata da una psichiatria che non da ascolto al malato in cura, e che pare si occupi solo di perseguire probabili interessi economici e di stato, a scapito di poveri malcapitati.
La psichiatria pubblica, per come io l' ho conosciuta, non si è mai preposta di curarmi, ma solo di rendermi utile ad un sistema che prevede un prolungato uso di psicofarmaci a cui il paziente non può facilmente sottrarsi.. Farmaci, gli psicofarmaci, che creano forte dipendenza, logorano il fisico, e che in realtà non curano ma addirittura peggiorano i sintomi stessi per cui vengono prescritti. La mia esperienza ne è la prova: ho iniziato a ricevere ricoveri coatti a 22 anni che io ricordi, durante
una mia personale crisi interiore. Nel corso dei successivi 12 anni ho visto peggiorare non solo il mio stato emotivo e fisico, nonostante fossi seguito e sotto cure, ma ho visto peggiorare soprattutto il mio stato mentale e psicologico, con un susseguirsi di ricoveri in psichiatria di cui
ho perso il conto. Senza che mai venissero prese in considerazione le miei parole, con le quali dicevo ai miei curanti, ripetute e più volte nel corso degli anni, senza mai essere ascoltato, che coi farmaci prescrittimi non vedevo alcun miglioramento della mia condizione ma anzi un drastico aumento dei sintomi e del senso di colpa. Nessuno voleva notare che la mia collera era data da effetti collaterali dei farmaci. Non sono mai state prese in considerazione le miei parole, se non dopo 12 anni di cure deleterie e 2 segnalazioni all' urp, allora completamente ignorate dal mio vecchio psichiatra curante, che per mia fortuna fu sostituito dall' attuale dottoressa che cominciò un po' a dare fiducia a quanto dicevo e al mio vissuto. Dopo innumerevoli battaglie per far valere i miei diritti, mi sento però ancora dire che io ho probabilmente bisogno dei farmaci, come un
diabetico dell' insulina. Circa 10 anni fa dissi che non avrei più assunto i farmaci prescrittimi a
meno che non si fosse valutata una terapia alternativa. Mi obbligarono allora a curarmi in forma depot, rilascio prolungato, con la stessa classe di psicofarmaci che io tanto affermavo non avere effetti benefici sulla mia persona. Continuamente distrutto, reso infelice e misero, impotente e
arrabbiato per i loro trattamenti inumani, e drogato dai loro farmaci, eccedevo in intensi momenti d' ira. Nessuno mi aveva mai detto che gli antipsicotici che mi prescrivevano causassero quella mia aggressività e irritabilità. I miei eccessivi stati di rabbia e angoscia venivano fatti passare per una mia patologia, come anche il mio non voler prendere i loro farmaci. Come dire che sei pazzo se ti rifiuti di stare male e farti maltrattare.. Ad oggi che ho iniziato a calare questi psicofarmaci e noto
come la mia irascibilità si stia attenuando, posso affermare e affermo con certezza quanto ho descritto sopra e insistito nel dire da tempo, a questi medici che mi seguono . Questa è la storia di molti, persone come me che con pochi istanti di colloqui ne è stato deciso il destino, ne è stata
rovinata la vita, grazie solo ad un opinione medica insindacabile, che però non si fonda su nessuna analisi chimica, ma sulla mera opinione di chi, è preso probabilmente da interessi personali ed economici, di prestigio e orgoglio personale, per motivi di carriera e quant' altro,
Io ammetto di aver fatto degli errori, non ero certamente un esempio da seguire, mi drogavo e bevevo tutti i giorni, ma posso affermare come queste mie problematiche non siano state seguite correttamente e addirittura peggiorate dalla struttura e i medici che mi hanno preso in carico. Non è
possibile che in un paese civile, che persone come me e tanti altri bisognosi di aiuto, in condizioni di fragilità, debbano subire ulteriori danni e traumi psicologici da strutture che si propongono di curare e che invece peggiora solo un danno già esistente. Urge la necessità di regolamentare ulteriormente i trattamenti sanitari psichiatrici in Italia, in modo tale che si evitino abusi e inferni quali quelli protratti sulla mia persona. Urge la necessità di implementare trattamenti che non siano
solo quelli farmacologici, ma che diano spazio e ascolto ai bisogni di ogni paziente psichiatrico. Gli psicofarmaci non sono la soluzione al dilagare delle sempre più numerose forme di malattia mentali che vengono spesso proposte con entusiasmo e allarmismo dai media. Gli psicofarmaci devono
essere utilizzati in maniera limitata e se e solo se strettamente necessari nei casi più gravi e urgenti. Non devono assolutamente e non sono certamente la soluzione a disagi che hanno per il più delle volte solo bisogno di esserne esternati e accolti, e non repressi con mere persecuzioni come a me è capitato. Col barbaro metodo della violenza non si è mai risolto niente. Il disagio mentale o per meglio dire emozionale, deve essere accolto e non soppresso. Spero che qualcuno si stia muovendo in questo verso, verso una umanizzazione della psichiatria.

Nel mentre vi porgo i miei più cordiali e distinti saluti.
Questa è la mia esperienza, grazie per avermi dato modo di raccontarla.

mercoledì 23 luglio 2025

da Sondra Cerrai: resoconto udienze del processo sui maltrattamenti alla Stella Maris dell’11 e 22 luglio 2025

 Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Sondra Cerrai il resoconto delle ultime due udienze del processo sui maltrattamenti alla Stella Maris, quelle dell'11 e del 22 luglio scorso, dove hanno parlato gli avvocati di alcuni imputati e della Stella Maris.

Le udienze dell’11 e 22 luglio sono state dedicate all’ascolto degli avvocati degli imputati e della Stella Maris in qualità di parte civile al processo.

E’ bene partire da quest’ultima circostanza. La Stella Maris gioca due ruoli in partita: è sotto accusa con i suoi operatori, i suoi medici, i suoi metodi e, contemporaneamente, si è costituita parte civile contro gli operatori sentendosi parte lesa (come Istituzione d’eccellenza) per le violenze perpetrate a Montalto. Quello che stona, tuttavia, è che la Fondazione Stella Maris con i suoi migliori avvocati si è costituita parte civile contro gli operatori ma non contro i dottori (anch’essi sul banco degli imputati) creando una kafkiana situazione che sarà difficile da districare da parte del giudice Messina. La descrizione dell’avvocata Boris ha dipinto una fondazione all’avanguardia in tutto: nella formazione, nelle strutture, nella fama costruita nel tempo per il suo impegno verso la disabilità.

E’ stato come ascoltare una narrazione al contrario di quella che è apparsa nei lunghi anni di udienze che hanno messo a fuoco carenze, scarsa formazione e impreparazione. E’ vero, tuttavia, che le “carte” sono sempre state in ordine e che formalmente ogni cosa funzionava ma la realtà era un’altra. Boris ha voluto distruggere il paradigma del perito della procura Alfredo Verde che aveva descritto la Stella Maris di Montalto di Fauglia come un’istituzione totale con tutte le dinamiche che ne conseguono. Verde è stato screditato anche da un punto di vista professionale in quanto non psichiatra. I reati sono tutti addebitabili a singole persone (secondo l’avvocata della Stella Maris) e quindi non esisterebbe alcun “sistema”. Boris ha difeso l’uso dei tappetti come sistema contenitivo mutuato da esperienze del Nord Europa. Ha addirittura asserito che erano gli stessi ragazzi a chiedere questo tipo di contenzione. Sul burnout degli imputati ha negato assolutamente che potesse esistere a Montalto una simile realtà.

L’avvocata Padovani (sempre della Stella Maris) ha parlato a favore del dr. De Vito, Direttore Sanitario della struttura, per il quale lo stesso PM ha chiesto l’assoluzione. Lo ha descritto come una vittima del meccanismo giudiziario, tenuto inutilmente e troppo a lungo sulla graticola. Va precisato che la Corte d’Appello di Firenze, che ha assolto Cutajar (dopo la condanna in primo grado) aveva, in realtà, stabilito che De Vito doveva stare a Montalto diversi giorni al mese e che questo di fatto non è mai avvenuto. Speriamo che il magistrato possa riprendere questo passaggio della sentenza di Firenze non considerato neppure dal PM Pelosi.

Hanno parlato poi gli avvocati difensori di VIVALDI, FRIGNANI, CASALINI e LUCCHESI.

La posizione degli avvocati difensori è stata simile anche per gli imputati del giorno 22 luglio: PARENTI, QUINTAVALLE, PARVENIUC, PASQUALETTI e CAROTI.

L’avvocato di VIVALDI, in particolare, ha messo in evidenza le condizioni fisiche della propria assistita, gravemente obesa e quindi non in grado di gestire ragazzi così difficoltosi e costretta, in qualche modo, ad usare le maniere forti per farsi rispettare. Ha accusato la dirigenza Stella Maris di non essersi resa conto che questa operatrice doveva essere assegnata ad altro incarico. In ogni caso ha negato l’applicabilità del reato di maltrattamento ed ha proposto l’abuso di mezzi di correzione, percosse e oltraggio, reati già ampiamente prescritti!!! Queste richiesta sono state il letitmotiv di tutti gli avvocati.

CASALINI e FRIGNANI (difesi dallo stesso avvocato) sono stati descritti come scarsamente formati e lasciati in balia di se stessi, vittime di bornout non certificato da chi avrebbe dovuto.

LUCCHESI (che è quello che per il quale il PM ha chiesto la pena più lieve), colui che prima di fare l’operatore alla Stella Maris lavorava al mercato del pesce di Livorno, è stato difeso dal proprio avvocato per aver utilizzato offese ed un linguaggio troppo colorito come effetto del suo essere livornese. L’avvocato, nell’argomentare questa difesa, si è riferito alla relazione del perito di parte PIETRINI che aveva svalutato i maltrattamenti vocali e le offese derubricandole a linguaggio colorito tipico dei toscani.

22 luglio

La giornata del 22 è stata, di fatto, la continuazione della precedente. Il primo avvocato ha preso le difese di PARENTI un giovanissimo operatore (allora di 23 anni) a suo dire buttato in un ambiente difficile senza alcuna preparazione. L’avvocato Guardavaccaro ha detto testualmente: “il mio assistito si è accorto che c’erano i tappeti, si è accorto che mancava l’acqua calda, si è accorto che molti pazienti aggredivano gli operatori e si è organizzato da solo”. Parenti ha imparato guardando i più anziani, ha aggiunto. Ha poi citato Basaglia e Tobino per dire che la teoria è bella ma la realtà è molto più complicata da gestire. “Si possono abolire i manicomi ma non i matti” ha detto Guardavaccaro e vi è un oggettivo vuoto legislativo che le strutture cercano di colmare come possono. Va precisato che in passato l’avvocato Guardavaccaro è stato presidente della Stella Maris.

L’avvocato di QUINTAVALLE ha fatto un lungo e argomentato intervento. Quintavalle è un caso a sé, non rientra tra gli operatori ripresi dalle videocamere, aveva avuto un passato violento nella struttura già dal 2006, era stato denunciato anche dalla dottoressa Masoni a Cutajar. E Cutajar (Direttore Generale) si era guardato bene dal denunciarlo alle forze dell’ordine o dal licenziarlo o dal punirlo, limitandosi a chiedergli le dimissioni per salvaguardare il buon nome della struttura. L’aggressività di un giovanissimo paziente con il braccio fratturato e si era macchiato di reati violenti descritti anche da ospiti della struttura in grado di parlare. Quintavalle potrebbe davvero farla franca perché nel suo caso sarebbe già prescritto anche il reato di maltrattamento (sono 14 anni). Il suo avvocato l’ha difeso dicendo che il proprio assistito non era qualificato per svolgere un ruolo così delicato e le sue risposte violente erano dettate dalla paura, erano delle “reazioni”. Ha detto che uno dei punti chiave attorno a cui ha ruotato questo processo è stato quello della mancata preparazione degli operatori ed ha aggiunto “la vera follia è aver consentito questo”. Anche lui ha rifiutato il reato di maltrattamento e l’abitualità di tale condotta (posta come aggravante dal PM) citando una serie di sentenze. Non c’era dolo in quello che faceva il suo assistito ma solo paura e reazione di difesa.

L’avvocato dell’operatrice PARVENIUC ha ripreso a suo favore la teoria dell’Effetto Lucifero citata dal perito Verde. La sua assistita, vivendo in un ambiente degradato in cui tutti operavano in quel modo, ha creduto che quella fosse la normalità e si è adeguata. Anche lui ha posto l’accento sulla discrasia tra teoria e realtà: una cosa sono le belle teorie di Basaglia, una cosa la realtà concreta.

L’avvocata di PASQUALETTI ha esordito dicendo che le immagini dei video non sono così crude come in altri casi. Ha criticato la relazione di Verde. Ha sostenuto che la professionalità non ha nulla a che vedere con i maltrattamenti. Ci ha tenuto a precisare che il suo assistito era molto formato (era il capo degli educatori) e che tutti avevano di lui una grandissima stima. Ha citato le parole di una dottoressa che avrebbe messo le mani sul fuoco a sua difesa. Pasqualetti, peraltro era anche RSU della struttura ed aveva voce in capitolo sui corsi di formazione. Le condizioni di lavoro non erano idonee e mancava una guida effettiva della struttura, ha detto la sua avvocata. Anche lei ha negato che il suo assistito possa essere associato al reato di maltrattamento. Ha chiesto l’applicazione dell’art. 581del codice penale (percosse).

Infine è stata la volta di CAROTI uno degli imputati (dopo il Salvadori) più citato nel processo, con molti episodi al suo attivo, con un passato in cui era già stato attenzionato dai medici per le sue condotte poco ortodosse, che aveva già avuto dei richiami disciplinari.

La sua avvocata lo ha dipinto come ligio al dovere, sempre pronto a portare a casa sua i pazienti, come uno che si faceva ben volere e rispettare: un operatore che per scelta ha lavorato oltre 40 anni a Montalto. A volte si sentiva un “surrogato delle famiglie”, si comportava quasi da padre. Non si meritava tutto il fango che gli è stato gettato addosso. I video. per essere letti bene, vanno interpretati e contestualizzati nel clima di convivialità e di familiarità di Montalto. L’avvocata ha ripreso molte argomentazioni del perito Pietrini ed ha contestato una ad una tutte le condotte illecite addebitate al suo assistito. Anche lei ha negato l’ipotesi dei maltrattamenti adeguandosi alle richieste degli altri avvocati.

Prossima udienza ci sarà il 23 settembre alle ore 9.30 con il resto degli imputati e le due dottoresse.

Sondra Cerrai

Collettivo Antipsichiatrico "Antonin Artaud" Pisa - 2007 antipsichiatriapisa@inventati.org