A Pisa è nato il collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud contro gli usi ed abusi della psichiatria.
Nessuno di noi è psichiatra, psicologo o uno "specialista " della mente ma siamo tutte persone
interessate a contrastare gli effetti nefasti che questa scienza del controllo produce sull'intero corpo sociale.
Ci sembra necessario mettere in discussione le pratiche di esclusione e segregazione indirizzate
a tutti quelli che non accettano il sistema di valori imposto dalla società.
E' arrivato il momento di rompere il silenzio che permette il brutale perpetuarsi di tutte le
pratiche psichiatriche e di smascherare l'interesse economico che si cela dietro
l'invenzione di nuove malattie per promuovere la vendita di nuovi farmaci.
Ci proponiamo di fornire:
- un aiuto legale
- informazione sui farmaci e sui loro effetti
collaterali
- denunciare le violenze e gli abusi della psichiatria

Chiunque è interessato può intervenire alle nostre assemblee che si svolgano
tutti i martedì alle 21:30 c/o lo Spazio Antagonista Newroz in via Garibaldi 72 a PISA
per info : antipsichiatriapisa@inventati.org
3357002669

attivo il nuovo sito del collettivo
www.artaudpisa.noblogs.org

giovedì 29 maggio 2014

MONZA ven 6 giugno c/o FOA BOCCACCIO: Serata ANTIPSICHIATRICA con presentazione del libro "ELETTROSHOCK"

MONZA venerdì 6 giugno
c/ o FOA Boccaccio via Rosmini 11
ore 20 aperitivo e Pizza Benefit
a seguire:

presentazione del libro "ELETTROSHOCK.
La storia delle terapie elettroconvulsive
e i racconti di chi le ha vissute."
a cura del Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
Edizioni Sensibili Alle Foglie.

proiezione del video:
"NIENTE PER CASO"
sul caso Mastrogiovanni
a cura del collettivo antipsichiatrico di Bergamo

il TELEFONO VIOLA:
uno strumento contro gli abusi psichiatrici;
intervento sulle esperienze di Bergamo e Piacenza

per info:
antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org

mercoledì 28 maggio 2014

CALENDARIO PRESENTAZIONI nel mese di GIUGNO 2014 del LIBRO "ELETTROSHOCK"

 "ELETTROSHOCK" La storia delle terapie elettroconvulsive e i racconti di chi le ha vissute."
a cura del Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
Edizioni Sensibili Alle Foglie.
 

MONZA
venerdì 6 giugno
c/ o FOA Boccaccio 003via Rosmini 11
ore 20 aperitivo e Pizza a seguire presentazione del libro

GENOVA
sabato 7 giugno
c/o Casa Occupata Pellicceria vico Pellicceria 1
ore 19:30 apericena a seguire presentazione del libro

PONTEDERA
giovedì 12 giugno
c/o Centro Poliedro piazza Berlinguer
ore 21 presentazione del libro

per info:
antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org

CANAPISA 2014: LA PSICHIATRIA RENDE LIBERI?

LA PSICHIATRIA RENDE LIBERI ?

Come collettivo antipsichiatrico contrastiamo la logica proibizionista che alimenta la medicalizzazione di massa 
e favorisce l'espandersi della psichiatria; motivo per cui
anche quest'anno partecipiamo alla manifestazione/ street parade antiproibizionista CANAPISA 
che si terrà a Pisa sabato 31 maggio in piazza S. Antonio alle ore 16 portando le nostre istanze 
antipsichiatriche e ribadendo con forza il diritto a manifestare e ad esprimere le proprie opinioni. 
 
Oggi l’istituzione psichiatrica continua ad essere uno strumento di esclusione e controllo, ed ha 
enormemente ampliato il suo bacino d’utenza aumentando di anno in anno il numero delle 
“malattie mentali” da curare, ossia dei comportamenti “devianti” da uniformare. 
Tra questi rientra il consumo di sostanze psicoattive, che, se in passato era considerato un vizio, un piacere, oggi diviene sintomo di un disagio da trattare con cure 
psichiatriche, trasformando un problema sociale in una questione sanitaria. 
Negli ultimi anni a causa del decreto Fini-Giovanardi ed alle nuove proposte di legge 
in materia psichiatrica, si è rafforzato il legame proibizionismo-psichiatria ed i 
consumatori di sostanze illegali sono diventati merce per le multinazionali farmaceutiche e per l'industria del recupero e della riabilitazione sulla base di una doppia 
diagnosi che li vede “malati mentali” in quanto drogati e “drogati” a causa della loro 
"malattia mentale". 
Nonostante si dimostri proibizionista nei confronti di chi consuma volontariamente sostanze, la psichiatria 
diffonde sul mercato molecole psicoattive e somministra trattamenti farmacologici che, sono spesso introdotti 
coercitivamente nel corpo delle persone.
Gli psicofarmaci, oltre ad agire solo sui sintomi e non sulle cause della sofferenza della persona, alterano 
il metabolismo e le percezioni, rallentano i percorsi cognitivi e ideativi contrastando la possibilità di fare 
scelte autonome, generano fenomeni di dipendenza ed assuefazione del tutto pari, se non superiori, 
a quelli delle sostanze illegali classificate come droghe pesanti, dalle quali si distinguono non per le loro 
proprietà chimiche o effetti ma per il fatto di essere prescritti da un medico e commercializzate in farmacia.
Siamo contro l'obbligo di cura, infatti non siamo a priori contro l'utilizzo di psicofarmaci ma pensiamo 
che spetti all'individuo deciderne in libertà e consapevolezza l'assunzione. Sentiamo pertanto l'esigenza 
di contrastare ancora una volta il perpetuarsi di tutte le pratiche psichiatriche e di smascherare l’interesse 
economico che si cela dietro l’invenzione di nuove malattie per promuovere la vendita di nuovi farmaci. 
Il fine contenitivo di tali sostanze è evidente: la distribuzione di psicofarmaci è oramai prassi diffusa anche 
all'interno di altre istituzioni totali. Nei CIE (centri identificazione ed espulsione) gli psicofarmaci vengono 
spesso somministrati sia nascosti negli alimenti che forzatamente. 
Le carceri italiane favoreggiano l'uso diffuso, abituale (tre volte al giorno) ed indiscriminato di sedativi, 
soprattutto benzodiazepine, per tenere a bada attraverso le cure psichiatriche i detenuti, che, pur non facendo 
uso di stupefacenti , vengono così indirizzati  verso la psicofamacologia.
Invece di avere come fine primario la salute dei detenuti, i medici diffondono l'uso di psicofarmaci, 
che permette di controllare chimicamente l'umore, di lenire l'ansia della carcerazione. L'istituzione carceraria 
si serve della psichiatria  per stemperare il conflitto, e garantirsi così un più semplice controllo della massa 
dei detenuti, costretti a subire gravi situazioni di degrado e sovraffollamento.
Ad oggi abbiamo circa 320 reparti psichiatrici, gli SPDC (Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura) e oltre 3200 strutture psichiatriche residenziali e centri diurni sul territorio dove in molti casi si sono conservati i dispositivi e gli strumenti propri dei manicomi, quali il controllo del tempo, dei soldi, l’obbligo delle cure, il ricorso alla contenzione fisica. La riforma del sistema psichiatrico si è rivelata più verbale che materiale: ai cambiamenti formali non sono seguite differenze sostanziali delle condizioni di vita dei soggetti internati. Quello che è certo è che la "rivoluzione psichiatrica all’italiana" ha riguardato solo i luoghi della psichiatria, ma non i trattamenti e le logiche sottostanti.
La legge 180 (nota come legge Basaglia) ha chiuso i manicomi nel 1978 ma mantiene inalterato il principio di manicomialità, in base al quale chiunque può essere arbitrariamente etichettato come “malato mentale” e quindi rinchiuso.
Se l'articolo 32 della Costituzione garantisce il diritto alla libera scelta del luogo di cura e quindi la volontarietà degli accertamenti sanitari, con la legge 180 e la successiva 833/78 si stabiliscono dei casi in cui il ricovero può essere effettuato indipendentemente dalla volontà dell'individuo: è il caso del TSO (trattamento sanitario obbligatorio) e dell'ASO (accertamento sanitario obbligatorio). Se in teoria la legge prevede il ricovero coatto solo in casi limitati e dietro il rispetto rigoroso di alcune condizioni, la realtà testimoniata da chi la psichiatria la subisce è ben diversa. Con grande facilità le procedure giuridiche e mediche necessarie per effettuare il TSO vengono aggirate, nella maggior parte dei casi i ricoveri coatti vengono eseguiti senza rispettare le norme che li regolano e spesso seguono il loro corso semplicemente per il fatto che quasi nessuno è a conoscenza delle normative e dei diritti di cui gode il ricoverato. Diffusa è la pratica di mascherare tramite pressioni e ricatti, TSO con ricoveri volontari. Spesso il paziente viene trattenuto dopo lo scadere del TSO in regime di TSV (trattamento sanitario volontario) senza essere messo a conoscenza del fatto che può lasciare il reparto, oppure, persone che si recano in reparto in regime di TSV vengono poi trattenute in TSO al momento in cui richiedono di andarsene. L'ASO funziona come trampolino di lancio per portare la persona in reparto, dove verrà poi trattenuta in regime di TSV o TSO a seconda della propria accondiscendenza agli psichiatri. Per i pazienti ricoverati in TSO e considerati “agitati” si ricorre ancora al''isolamento e alla contenzione fisica, mentre i cocktails di farmaci somministrati mirano ad annullare la coscienza di sé della persona, a renderla docile ai ritmi e alle regole ospedaliere. Il grado di spersonalizzazione ed alienazione che si può raggiungere durante una settimana di TSO ha pochi eguali, anche per il bombardamento chimico a cui si è sottoposti.
Negli ultimi anni è aumentato in Italia l’uso dell’elettroshock per i pazienti psichiatrici, ad oggi in Italia i presidi sanitari che praticano l'elettroshock sono 91 tra cliniche pubbliche e private. All’interno delle strutture sanitarie vengano fatte campagne di screening preventivi finalizzate all’incentivazione di tale terapia soprattutto per quanto riguarda ipotetici problemi di depressione post partum dove la TEC viene addirittura proposta quale terapia adeguata e meno invasiva per le neo mamme rispetto ad un Trattamento Sanitario Obbligatorio o volontario che impieghi gli psicofarmaci. Ci teniamo a ribadire che l’elettroshock è una disumana violenza e un attacco all'integrità psicologica e culturale dell’individuo che lo subisce. Insieme ad altre comuni pratiche della psichiatria come il TSO , la contenzione fisica, la terapia elettroconvulsivante è un esempio della coercizione e dell’arbitrio esercitato dalla psichiatria.
Il collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud è un gruppo di persone che si propone di sviluppare e diffondere una cultura antipsichiatrica e di contrastare gli usi e gli abusi della psichiatria attraverso attività di ricerca e di divulgazione e offrendo ascolto, solidarietà e supporto legale alle vittime della psichiatria.

Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud- Pisa 
per info: antipsichiatriapisa@inventati.org / www.artaudpisa.noblogs.org /3357002669






giovedì 22 maggio 2014

martedì 6 maggio 2014

VIAREGGIO: VEN 9 MAGGIO presentazione ELETTROSHOCK c/o SARS

VIAREGGIO venerdì 9 maggio
c/o SARS via del Balipedio (zona darsena, dietro le piscine)
alle ore 21:30 presentazione libro:

"ELETTROSHOCK. La storia delle terapie elettroconvulsive
e i racconti di chi le ha vissute."

a cura del Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
Edizioni Sensibili Alle Foglie.

per info:
antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org

sabato 3 maggio 2014

Schema-guida per "l’Ascolto-profondo"
 
Gli argomenti affrontati da questo laboratorio (di gruppo o individuale) toccano da vicino le tematiche rese note negli anni ’60-’70 dal movimento antipsichiatrico inglese. I riferimenti odierni ci vengono dal metodo biosistemico ideato da Jerome Liss ("La comunicazione ecologica" e "L’ascolto profondo").
I concetti di "simmetria" in "Insieme per vincere l’infelicità" ("siamo sulla stessa barca") "rivelazione"("posso liberare il nodo che è in me") "empatia" (condivisione del vissuto individuale) sono i punti di partenza che investono il problema della comprensione e collaborazione reciproca inteso come strategia
alternativa della psicoterapia (in Europa e in America) già dal 1986.
Tutto ciò ha presupposto nella sperimentazione di gruppo di affrontare la realtà emotiva di ciascuno in termini di "ascolto profondo" dell’io-altro e dell’io-me cambiando il proprio giudice interiore (o S.Io) e permettendo all’altro di ascoltarci come noi stessi vorremmo farlo (cura della parola o dell’ascolto).
Il metodo utilizzato prevede che nella comunicazione profonda il nostro corpo agisca come un diapason:
il riverbero dell’esperienza dell’altro è collegato ai cambiamenti di espressione corporea e viscerale, al ritmo del respiro, al tono muscolare e ai cambiamenti posturali. 


Il nostro partner è il nostro soggetto:
evitiamo le interruzioni indirette. L’ascolto profondo presuppone un silenzio "disponibile" per poter imparare a "meta-comunicare" sviluppando una relazione di reciprocità. La scelta del partner d’ascolto è esercizio di comunicazione privilegiata ma anche ascolto del "represso" con spirito di accompagnamento
attento. La Teoria Biosistemica si avvale delle ricerche sulla psico-fisiologia delle emozioni e sulla sperimentazione diretta su di sé del metodo come già aveva fatto R. Laing.
L’empatia corporea è espressione di sintonia con l’altro e lavora in questa direzione (così come le tecniche di intensificazione, analisi del ricordo, ricezione dei punti-chiave).
 

Metodo di intensificazione: 
Messaggio-Io Messaggio -Tu (identificazione)
Le radici corporeee delle emozioni seguendo la sequenza intensificazione-deintensificazione vengono individuate facendo pressione sul corpo: da una parte il contatto corporeo e dall’altra l’esplorazione dei sentimenti profondi relativi all’angoscia attraverso la "parola-chiave".


Ogni incontro di gruppo parte con l’attivazione corporea basata sulla "curva energetica" così come è data dall’alternanza del sistema nervoso autonomo simpatico e parasimpatico (SIA) nell’arco del quotidiano.
Il gruppo si dispone in cerchio con il conduttore per la condivisione iniziale. L’approccio della biosistemica parte dal "grounding" (o radicameto psico-visceral-muscolare sotteso alle posture del corpo) verticale, orizzontale, laterale fino al grounding simbolico che si traduce nello star seduti. Il grounding riguarda la
postura ma riassume in sé tutto un insieme di elementi corporei e mentali contemporaneamente. Le nuove strategie per una comunicazione ecologica considerano quindi il SIA, il problem-solving, l’empatia corporea, l’identificazione, l’epistemologia del rispetto, la living-learning experience (l’esperienza di vissuto e di
apprendimento integrata) conferendo al metodo biosistemico la prerogativa fondamentale di far comunicare le persone in modo davvero efficace nella prospettiva del cambiamento.


per info:
antipsichiatriapisa@inventati.org

giovedì 1 maggio 2014

INCONTRI AUTORGANIZATI DI ASCOLTO PROFONDO E LABORATORIO ESPRESSIVO

il Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud promuove una serie di incontri autorganizzati di Ascolto profondo e Laboratorio espressivo; in modo da esprimere le proprie emozioni e i propri stati d'animo attraverso forme artistiche, in modo da condividere stati emotivi che possono rappresentare delle barriere personali e sociali.
Ambedue i laboratori hanno il fine di avviare percorsi di autoconoscenza ed autoconsapevolezza,
in cui i membri del gruppo possono relazionarsi tra loro in maniera paritaria, senza schemi gerarchici, attraverso la condivisione delle esperienze con il gruppo e nel gruppo,
una condivisione libera in un ambiente non giudicante.

per adesioni, info e contatti scriveteci all'indirizzo email:
antipsichiatriapisa@inventati.org

 
LABORATORIO DI ASCOLTO PROFONDO

Il gruppo di ascolto che segue il metodo biosistemico ad approccio
integrato si riunisce presso la sede del Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud di Pisa in via S. Lorenzo n° 38 al piano terra.
La collaborazione reciproca aiuta l’altro ad aiutare sé stesso, Ascoltare il torrente di parole che è in noi per percorrere nuove strategie di cambiamento.
L’etica dell’auto-aiuto si muove in un’ottica di relazioni orizzontali
in cui più persone affrontano gli stessi problemi.

Per info: 329/6274613
338/3016340
050/575624

 LABORATORIO ESPRESSIVO DI MUSICOTERAPIA NELLA GLOBALITA' DEI LINGUAGGI "TRASFORMAZIONI NEI 4 ELEMENTI"
 
CON LISA DOVERI,
MUSICARTERAPEUTA NELLA GLOBALITÀ DEI LINGUAGGI, METODO STEFANIA G. LISI
PRESSO LO SPAZIO DI DOCUMENTAZIONE DEL COLLETTIVO ANTIPSICHIATRICO “ANTONIN ARTAUD” DI PISA,
VIA SAN LORENZO 38
PER INFO: 3331104379
3357002669
www.artaudpisanoblogs.org

Sulla Globalità dei Linguaggi:
http://www.centrogdl.org/
La Globalità dei Linguaggi (GdL) è una disciplina formativa presente in centri e istituti in molte città italiane. È stata ideata da Stefania Guerra Lisi, artista e docente di Discipline della Comunicazione all’Università di Roma Tre, esperta nella riabilitazione di handicappati sensoriali, motori e psichici che opera dal 1983 in istituzioni psichiatriche, in Aziende U.S.L, negli ospedali, nelle carceri, così come negli asili, nelle scuole e in centri ricreativi e di animazione. Il percorso formativo in MusicArterapia nella GdL elabora un collegamento fra espressioni grafica, cromatica, corporea, plastica, musicale e linguistica con un’impostazione interdisciplinare che porta a percorsi auto-educativi per esprimere a pieno la propria personalità e per eventualmente farla sviluppare negli altri. Nel percorso educativo-terapeutico possono essere coinvolti genitori di figli disabili, educatrici di asili, insegnanti, pedagogisti, educatori di comunità, tecnici della riabilitazione, musicisti e artisti.
La Globalità dei Linguaggi è una disciplina antropologica, bio-fisio-psicologica e sociale, oltre che educativa e terapeutica e in quanto disciplina ha un suo paradigma alla base del quale stanno un ordine di valori, su cui si sviluppano concetti e principi, che sviluppano modelli e teorie, a loro volta concretizzati in metodi.
Il campo specifico è quello della comunicazione e dell’espressione con tutti i linguaggi fra gli esseri umani ed ha finalità di ricerca, educazione, animazione e riabilitazione. Questo significa innanzitutto apertura e disponibilità a tutte le possibilità comunicative ed espressive, verbali e non verbali implicando un interesse positivo all’utilizzo di più mezzi possibili, linguaggi, strumenti per comunicare, a cominciare da quelli più fondamentali come il linguaggio del corpo.
La sinestesia rappresenta così un potenziale umano primario per la trasposizione da un linguaggio all’altro.
Nella GdL in quanto disciplina della comunicazione-espressione con tutti i linguaggi vengono sviluppati percorsi preferenziali particolari, specializzati e sviluppati di volta in volta, secondo il linguaggio o espressione o prevalenza. Sono percorsi motori, grafici, cromatici, plastici, linguistici, musicali, teatrali ecc.. che favoriscono la presa di coscienza di sé e della propria condizione, facendo leva proprio sulla presa di coscienza per trasformarla in ricostruzione di valori e di certezza d’indirizzo.
La parola therapeia non sta ad indicare un intervento di tipo psicologico e medico, ma definisce l'utilizzo dell’arte, della musica, della poesia, danza, pittura, scultura, che sono sentite e pensate in stretta correlazione, nonostante la cultura corrente le articoli separatamente.
Per la GdL è importante condividere il valore che ogni Essere Umano è un mondo, con un suo unico modo di accomodarsi alla realtà, per cui rispettarlo è entrare in sintonia-sincronia-sinfonia con esso, valorizzandolo e traendo spunto dalle scelte dell’altro, che osserviamo con ammirazione e meraviglia, per il suo modo, sempre autotelico, di essersi accomodato secondo un principio di piacere.
Ognuno si esprime secondo tale principio con linguaggi legati ai sensi preferenziali, e se anche l’ambiente, specie se attraverso ospedalizzazioni, ansie protettive, istituzioni riabilitative, paure, limita l’esplorazione della Persona, questa non cessa anche se immobilizzata di affinare la propria capacità percettiva di voci, suoni, ritmi, volti, toni muscolari, colori, forme.. tutti noi siamo organismi viventi con un principio regolatore, con un corpo che si estende, si protende, in caso di promesse di piacere, o si contrae se pre-sente il dispiacere.
L’ambiente ha in questo senso una grande responsabilità nell’offrire ricchezza o povertà di stimoli. La MusicArterapia crea quindi uno sfondo favorevole allo sviluppo della Persona, riconoscendo come valore fondamentale l’importanza della diversità e dei potenziali umani, della vicarietà che in essi si rivela in situazioni d’emergenza, come patrimonio genetico funzionale alla comunicazione e all’espressione della Persona. Ognuno di noi ha la capacità di capire e sviluppare le potenzialità se l’ambiente che lo circonda è favorevole e l’intervento attraverso percorsi laboratoriali espressivi si sviluppa intorno alla Persona, che diventa protagonista, all’interno del gruppo, in un contesto favorevole creato intorno a lei e al gruppo che diviene il grembo sociale per esprimersi senza paura di giudizi e in piena libertà. Le esperienze vissute nel gruppo tracciano un vissuto comunitario e personale creando una storia individuale e di gruppo, dando una memoria corporea e spirituale di quel vissuto in cui ognuno è stato proto-agonista.
I laboratori espressivi proposti sono un modo di stare insieme e di mettersi in gioco insieme, partendo dalle memorie di “placet”, di piacere, di ognuno in un percorso di riabilitazione al piacere, attraverso un vissuto ludico, dove l’homo sapiens si evolve in homo ludens, che non si accontenta di creare in maniera funzionale, ma aggiunge al mondo la decor’azione, abbellendo l’ordinario con il senso estetico e rendendo così la creazione stra-ordinaria.
Riappropriamoci insieme del nostro Sé nello spazio che ci circonda con la “messa in gioco” del corpo e tutti i suoi sensi.

Collettivo Antipsichiatrico "Antonin Artaud" Pisa - 2007 antipsichiatriapisa@inventati.org